Marino. Slow food chiama, noi rispondiamo SI.                     Così il candidato sindaco del PCI, Stefano Enderle

Marino. Slow food chiama, noi rispondiamo SI. Così il candidato sindaco del PCI, Stefano Enderle

14/09/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Ste­fa­no Asa­ro, Pre­si­den­te con­dot­ta Slow Food


“Il Pre­si­den­te Ste­fa­no Asa­ro, del­la “CONDOTTA SLOW FOOD DI FRASCATI E TERRE TUSCOLANE” ci ha scrit­to per sot­to­por­re ai can­di­da­ti sin­da­co del­le cit­tà al voto i temi fon­dan­ti dell’associazione. Chie­den­do altre­sì di pre­ve­de­re talu­ne scel­te se ci si rico­no­sce nei temi e nel­la filo­so­fia dell’associazione stes­sa. – così rac­con­ta Ste­fa­no Ender­le, can­di­da­to del PCI a Mari­no per la gui­da di Palaz­zo Colon­na – Ebbe­ne, noi comu­ni­sti non solo sia­mo in pie­na sin­to­nia con gli indi­riz­zi sug­ge­ri­ti ed evi­den­zia­ti da Slow food, ma li abbia­mo già com­pre­si nel pro­gram­ma e, per cer­ti ver­si, li pra­ti­chia­mo, per quan­to si può, con atti e com­por­ta­men­ti che pro­po­nia­mo anche in altri ambi­ti non diret­ta­men­te ammi­ni­stra­ti­vi come l’associazionismo.

Ste­fa­no Ender­le, l’o­pe­ra­io can­di­da­to sin­da­co a Mari­no dal PCI


Infat­ti – con­ti­nua Ste­fa­no Ender­le – que­ste indi­ca­zio­ni di Slow Food per la dife­sa del cibo e dei suoi ter­ri­to­ri, pro­mo­to­re di una cul­tu­ra ali­men­ta­re pla­ne­ta­ria basa­ta su pra­ti­che soste­ni­bi­li; che per Slow Food è tem­po di cam­bia­re il model­lo del siste­ma ali­men­ta­re e tor­na­re a dare il giu­sto valo­re alle pro­prie neces­si­tà quo­ti­dia­ne dan­do impul­so a un rin­no­va­to spi­ri­to agri­co­lo, a pra­ti­che vir­tuo­se di pro­du­zio­ne ali­men­ta­re, man­te­nen­do alti i valo­ri del pia­ce­re, rispet­tan­do chi lo pro­du­ce, chi lo acqui­sta e l’ambiente in cui si rea­liz­za. Pra­ti­ca­re il ‘man­gia­re loca­le’ signi­fi­ca dare mer­ca­to qui e ora alle azien­de del ter­ri­to­rio, è tema e con­te­nu­to che è pre­sen­te nel­la nostra ana­li­si e pro­po­sta del model­lo eco­no­mi­co con­tra­rio agli sfrut­ta­men­ti, così come è pre­sen­te nel richia­mo alla cura e svi­lup­po agri­co­lo, per non dire del­la sal­va­guar­dia del costu­me e degli usi cul­tu­ra­li e pra­ti­ci ali­men­ta­ri. Come accen­na­to – pro­se­gue il can­di­da­to sin­da­co comu­ni­sta – noi come PCI abbia­mo fat­to la pic­co­la ma sim­bo­li­ca bat­ta­glia con­tro l’avventatezza del­la ammi­ni­stra­zio­ne che “per rispar­mia­re” vole­va can­cel­la­re una scel­ta di valo­re fat­ta dal comu­ne di Mari­no (coi comu­ni­sti e socia­li­sti al gover­no del­la cit­tà) quan­do fu fon­da­ta l’Associazione cit­tà del Vino”, tema mol­to ana­lo­go alla sal­va­guar­dia e alla scel­ta di eccel­len­za e tra­di­zio­ne sug­ge­ri­ta da Slow food. Allo stes­so modo le atti­vi­tà che i comu­ni­sti, in quan­to par­te­ci­pan­ti da sin­go­li, ma nume­ro­si, atti­vi­sti all’interno del­le asso­cia­zio­ni come quel­le che ruo­ta­no attor­no alla Biblio­te­ca popo­la­re di S. Maria del­le Mole, si spen­do­no per indi­riz­za­re la cul­tu­ra del cibo pro­prio come il pre­si­den­te Asa­ro ci sug­ge­ri­sce. Ad esem­pio è rima­sta nel­la memo­ria una ini­zia­ti­va di qual­che tem­po addie­tro quan­do alla pre­sen­ta­zio­ne di un bel libro sul­la sto­ria del­la matri­cia­na, fu orga­niz­za­ta in biblio­te­ca pro­prio l’assaggio culi­na­rio del­la matri­cia­na. Per que­sto – con­clu­de Ste­fa­no Ender­le – sen­za alcu­na piag­ge­ria, ma con­cre­ta­men­te, riten­go e rite­nia­mo di esse­re sul­la stes­sa lun­ghez­za d’onda di Slow food e li rin­gra­zia­mo per la pre­sen­za. Sem­mai, da sem­pli­ce asso­cia­to alla biblio­te­ca popo­la­re mi impe­gno, se è inte­res­se di Slow food, a pro­por­re di ospi­ta­re in modo orga­ni­co l’associazione pres­so Biblio­Pop.”.

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