Caso Sabbah, diffida alla Rai dal comitato per l’informazione pubblica

Caso Sabbah, diffida alla Rai dal comitato per l’informazione pubblica

08/02/2019 0 Di Redazione

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I GIORNALISTI DEL “COMITATO PER L’INFORMAZIONE PUBBLICA” CHIEDONO IL LICENZIAMENTO DI IMAN SABBAH E DIFFIDANO RAI AFFINCHÉ CHIARISCA IL CASO E LE RESPONSABILITÀ DELL’AZIENDA DI SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO.

Il 29 gen­na­io scor­so la testa­ta on line “Lo Spe­cia­li­sta Tv” ave­va pub­bli­ca­to la noti­zia a fir­ma di Gian­lu­ca Vac­chio dal tito­lo “RAI bloc­ca­ta la nomi­na a RAIPARLAMENTO di Imann Sab­bah”, in cui si affer­ma­va che Iman Sab­bah fos­se sta­ta assun­ta in Rai, suc­ces­si­va­men­te nomi­na­ta cor­ri­spon­den­te da Pari­gi e di recen­te pro­po­sta per la nomi­na a Vice Diret­to­re del­la Testa­ta Rai Par­la­men­to sen­za esse­re iscrit­ta all’Albo dei gior­na­li­sti pro­fes­sio­ni­sti, ma sem­pli­ce­men­te all’elenco spe­cia­le dei gior­na­li­sti stra­nie­ri. Un fat­to gra­ve, poi­ché l’iscrizione all’ordine dei gior­na­li­sti pro­fes­sio­ni­sti è requi­si­to impo­sto dal­la leg­ge, sen­za dero­ga alcu­na, la cui man­can­za non può asso­lu­ta­men­te esse­re supe­ra­ta dall’iscrizione all’elenco spe­cia­le dei gior­na­li­sti stra­nie­ri, riser­va­to a gior­na­li­sti stra­nie­ri che eser­ci­ta­no la pro­fes­sio­ne in testa­te este­re e non in quel­le nazio­na­li. Iman Sab­bah, inol­tre, risul­ta anche esse­re cit­ta­di­na ita­lia­na.

Il fat­to ha susci­ta­to l’interesse legit­ti­mo del comi­ta­to che è costi­tui­to dai 100 gior­na­li­sti pro­fes­sio­ni­sti risul­ta­ti ido­nei alla sele­zio­ne pub­bli­ca fat­ta dal­la Rai nel 2015 per nuo­ve assun­zio­ni. Tut­ti e cen­to, infat­ti, sono anco­ra in atte­sa di esse­re sta­bi­liz­za­ti e per que­sto ave­va­no già dif­fi­da­to la Rai dal disat­ten­de­re la nor­ma di leg­ge che la obbli­ga a non pro­ce­de­re ad alcu­na assun­zio­ne di gior­na­li­sti se non attin­gen­do alla gra­dua­to­ria degli ido­nei sele­zio­na­ti nel 2013 e nel 2015 con spe­ci­fi­che pro­ce­du­re con­cor­sua­li.

Que­sta vol­ta la dif­fi­da lega­le, fir­ma­ta dall’avvocato Vin­cen­zo Iaco­vi­no, è rivol­ta e noti­fi­ca­ta, in for­ma di espo­sto, all’Anac, alla Cor­te dei Con­ti, al Mini­ste­ro del­la Giu­sti­zia, agli orga­ni sin­da­ca­li dei gior­na­li­sti (FNSI e Asso­cia­zio­ne Stam­pa Roma­na) e all’Ordine dei gior­na­li­sti nazio­na­le e regio­na­le, ed è sta­ta noti­fi­ca­ta ai ver­ti­ci Rai (Ammi­ni­stra­to­re Dele­ga­to, Pre­si­den­te, Con­si­glio D’amministrazione, Col­le­gio Sin­da­ca­le, Dire­zio­ne Risor­se Uma­ne) e alla Com­mis­sio­ne par­la­men­ta­re di vigi­lan­za Rai. A cia­scu­no, secon­do le rispet­ti­ve com­pe­ten­ze, si chie­de di accer­ta­re respon­sa­bi­li­tà ed even­tua­li ille­ci­ti com­mes­si e di eser­ci­ta­re le azio­ni neces­sa­rie per il ripri­sti­no del­la lega­li­tà. Alla Rai si chie­de il licen­zia­men­to di Iman Sab­bah e lo scor­ri­men­to del­la gra­dua­to­ria dei gior­na­li­sti ido­nei all’assunzione.

La nomi­na a vice diret­to­re è solo l’ultimo in ordi­ne tem­po di una serie di atti com­piu­ti dal­la Rai fin dall’assunzione, nel 2003, di Iman Sab­bah, con la qua­li­fi­ca di gior­na­li­sta, pur sen­za ave­re mai pos­se­du­to un tito­lo vali­do in Ita­lia. Atti la cui legit­ti­mi­tà dovrà ora esse­re accer­ta­ta.

Il Comi­ta­to per l’informazione pub­bli­ca pas­sa in ras­se­gna la sequen­za di inca­ri­chi, man­sio­ni e ruo­li di pre­sti­gio che in que­sti anni la Rai ha attri­bui­to a Iman Sab­bah e sot­to­li­nea la neces­si­tà di valu­ta­re ipo­te­si di rea­to sull’eventualità che ci sia sta­to addi­rit­tu­ra un eser­ci­zio abu­si­vo del­la pro­fes­sio­ne da par­te di Iman Sab­bah; non meno pesan­ti, qua­lo­ra dimo­stra­te, le respon­sa­bi­li­tà civi­li e pena­li dei vari diret­to­ri di testa­ta – inca­ri­ca­ti di pub­bli­co ser­vi­zio – che han­no pro­po­sto l’assunzione e le suc­ces­si­ve pro­mo­zio­ni, non­ché dei diri­gen­ti che han­no poi per­fe­zio­na­to il con­trat­to di lavo­ro gior­na­li­sti­co e gli inca­ri­chi suc­ces­si­vi, dal­la con­du­zio­ne di news e pro­gram­mi gior­na­li­sti­ci, all’ufficio di cor­ri­spon­den­za di Pari­gi, che peral­tro pre­su­me la pro­mo­zio­ne di Iman Sab­bah a capo­re­dat­to­re; fino alle respon­sa­bi­li­tà di chi ne pro­po­ne addi­rit­tu­ra la nomi­na a vice diret­to­re di Rainews24.

La dif­fi­da ipo­tiz­za la sospet­ta vio­la­zio­ne del­le pro­ce­du­re di tra­spa­ren­za e pub­bli­ci­tà nell’assunzione di Iman Sab­bah in dan­no dei tan­ti gior­na­li­sti aven­ti i tito­li richie­sti dall’ordinamento e che si sono sot­to­po­sti a pro­ce­du­re di sele­zio­ne pub­bli­ca, ma foca­liz­za anche la que­stio­ne del­le nomi­ne, pro­mo­zio­ni e avan­za­men­ti di car­rie­ra di cui la stes­sa ha bene­fi­cia­to, in dan­no dei gior­na­li­sti già dipen­den­ti Rai e con lun­ghe sto­rie pro­fes­sio­na­li, richia­man­do con for­za l’obbligo inde­ro­ga­bi­le che l’azienda di ser­vi­zio pub­bli­co ha di rispet­ta­re la leg­ge.

Si alle­ga dif­fi­da.

I gior­na­li­sti del Comi­ta­to per l’informazione pub­bli­ca

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