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“Confeuro sottolinea con forza la necessità di tutelare la produzione italiana di pomodoro dalle pratiche di concorrenza sleale provenienti dalla Cina, che mettono a rischio qualità, sostenibilità e tradizione delle nostre eccellenze agroalimentari. Ricordiamo infatti che il nostro Paese è tra le primissime nazioni esportatrici di questo prodotto, simbolo della italianità nel mondo ed eccellenza della dieta mediterranea. In un contesto di crescente globalizzazione, dunque, il settore del pomodoro si trova ad affrontare una competizione distorta, causata da esportazioni, quelle del grande stato asiatico, di prodotti a basso costo che in molti casi non rispetterebbero gli standard di sicurezza alimentare, qualità e tracciabilità. Cosa fare, dunque? In Italia, vige una normativa molto stringente a tutela del pomodoro, ossia il decreto 23 settembre 2005, secondo il quale la denominazione di vendita “Passata di pomodoro” e’ riservata al prodotto ottenuto direttamente da pomodoro fresco, sano e maturo, mentre è vietato produrre passata, derivante da prodotto concentrato, come di fatto sarebbe quello cinese. Siamo di fronte a una differenziazione fondamentale che dovrebbe essere estesa anche a livello europea, e che rappresenterebbe uno step legislativo importante sia per la tutela dei consumatori e sia per proteggere le imprese italiane ed europee dalla concorrenza sleale della Cina. C’è poi un ulteriore allarme rosso: la produzione di pomodoro, storicamente e profondamente legata alla gestione dell’acqua, in questo 2024 si è rivelata negativa rispetto alle rese e questo ha provocato enormi difficoltà di vendita a prezzi adeguati per gli imprenditori del settore primario che in molti casi non sono riusciti a rientrare dei costi produttivi e gestionali. Alla luce di queste problematiche legate a squilibri di mercato e calamità naturali, dunque, Confeuro chiede alle istituzioni proposte, in primis al ministro delle Politiche Agricole Lollobrigida e al governo Meloni un aumento delle risorse pubbliche per gli agricoltori, maggiori investimenti infrastrutturali a sostegno della filiera del pomodoro di qualità, e una azione di sollecitazione alla UE al fine di intervenire con misure concrete per garantire la parità di condizioni tra i produttori e salvaguardare la competitività di un settore strategico per l’economia. Non possiamo permettere che il pomodoro italiano venga sacrificato sull’altare della globalizzazione”.
Cosi, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli agricoltori Europei e del Mondo.
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Classe ’82, giornalista pubblicista dal 2012, cronista di strada dal 2007, scrivo ormai da tempo di sport, politica, sociale e cultura. Attualmente collaboro con testate dei Castelli Romani e della Capitale, fornendo al contempo prestazioni e consulenze di comunicazione per numerose realtà territoriali, private e pubbliche. Laziale, teatrante, animale sociale, adoro viaggiare, conoscere e nutrirmi della diversità, del nuovo, dello sconosciuto.