Ambiente, Tiso(CS Iniziativa Comune): “Da plastica effetti devastanti per ecosostemi”

Ambiente, Tiso(CS Iniziativa Comune): “Da plastica effetti devastanti per ecosostemi”

22/11/2024 0 Di Marco Montini

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La pla­sti­ca è diven­ta­ta un mate­ria­le onni­pre­sen­te nel­la vita moder­na, per la sua ver­sa­ti­li­tà, resi­sten­za e bas­so costo. Tut­ta­via, la pro­du­zio­ne e il con­su­mo di pla­sti­ca a livel­lo mon­dia­le com­por­ta­no effet­ti ambien­ta­li deva­stan­ti, che minac­cia­no la salu­te dell’ecosistema e del­le popo­la­zio­ni glo­ba­li. Que­sto mate­ria­le è infat­ti deri­va­to in lar­ga par­te dal petro­lio e dal gas, e la sua pro­du­zio­ne rap­pre­sen­ta oggi il 12% del­la doman­da glo­ba­le di petro­lio e il 9% del­la doman­da di gas. E, la cosa pre­oc­cu­pan­te è come la pro­du­zio­ne glo­ba­le di pla­sti­ca sareb­be desti­na­ta a rad­dop­pia­re entro il 2050, accen­tuan­do la dipen­den­za dell’industria dal­la filie­ra petro­li­fe­ra e gas­so­sa, con impli­ca­zio­ni pesan­ti sia per la soste­ni­bi­li­tà ambien­ta­le che per la sicu­rez­za ener­ge­ti­ca: la pla­sti­ca disper­sa nell’ambiente infat­ti non si degra­da com­ple­ta­men­te, ma si fram­men­ta in micro­pla­sti­che e nano­pla­sti­che che pene­tra­no nei siste­mi natu­ra­li e per­si­no nel­la cate­na ali­men­ta­re. Le micro­pla­sti­che, pre­sen­ti ormai in ocea­ni, fiu­mi e per­fi­no nell’aria, sono un rischio per la fau­na mari­na e per la salu­te uma­na, poi­ché con­ta­mi­na­no i pesci e gli altri orga­ni­smi acqua­ti­ci che entra­no nel­la die­ta uma­na. Qua­li solu­zio­ni per con­tra­sta­re il feno­me­no? Una del­le rispo­ste più pro­met­ten­ti è rap­pre­sen­ta­ta dall’economia cir­co­la­re, un model­lo che pre­ve­de la ridu­zio­ne dei rifiu­ti e la mas­si­miz­za­zio­ne del riu­ti­liz­zo dei mate­ria­li. Attual­men­te, solo il 9% del­la pla­sti­ca pro­dot­ta a livel­lo glo­ba­le vie­ne rici­cla­ta, una per­cen­tua­le bas­sa che evi­den­zia le lacu­ne dei siste­mi di smal­ti­men­to e rici­clo. Imple­men­ta­re una vera eco­no­mia cir­co­la­re nel­la filie­ra del­la pla­sti­ca richie­de­reb­be miglio­ra­men­ti signi­fi­ca­ti­vi nel­la rac­col­ta e nel rici­clag­gio dei rifiu­ti, nell’innovazione mate­ria­li e nell’adozione di nuo­ve pra­ti­che pro­dut­ti­ve. Per ridur­re l’impatto ambien­ta­le del­la pla­sti­ca, inve­ce, mol­te azien­de stan­no esplo­ran­do l’uso di bio­pla­sti­che, deri­va­ti da risor­se rin­no­va­bi­li come oli vege­ta­li non fos­si­li, ami­do di mais e zuc­che­ri. Le bio­pla­sti­che potreb­be­ro rap­pre­sen­ta­re un’alternativa vali­da, poi­ché sono in par­te bio­de­gra­da­bi­li e ridu­co­no la dipen­den­za dai com­bu­sti­bi­li fos­si­li. Tut­ta­via, la loro dif­fu­sio­ne è anco­ra limi­ta­ta, e la loro pro­du­zio­ne pre­sen­ta anco­ra costi ele­va­ti rispet­to alla pla­sti­ca con­ven­zio­na­le. Alla luce di tut­to que­sto, dun­que, pos­sia­mo affer­ma­re che la pla­sti­ca è un ele­men­to inqui­nan­te e rap­pre­sen­ta una del­le sfi­de ambien­ta­li più urgen­ti del nostro tem­po. L’elevata doman­da di petro­lio e gas neces­sa­ria per la sua pro­du­zio­ne, uni­ta ai bas­si tas­si di rici­clo e alla lun­ga dura­ta di vita del mate­ria­le nell’ambiente, sot­to­li­nea la neces­si­tà di tro­va­re solu­zio­ni rapi­de ed effi­ca­ci. Il poten­zia­le dell’economia cir­co­la­re, bio­pla­sti­che e l’impegno dei gover­ni e del­le impre­se in stra­te­gie soste­ni­bi­li sono ele­men­ti cru­cia­li per affron­ta­re que­sto pro­ble­ma”.

Così, in una nota, Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce nazio­na­le del Cen­tro Stu­di Ini­zia­ti­va Comu­ne

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