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Marino. Città del Vino 2025! Ottima occasione, attiviamo larga partecipazione a fare eventi
26/10/2024Questo articolo è stato letto 386 volte!
Con Marino come capofila e Nemi nel ruolo di coordinatore, affiancati dai comuni di Ariccia, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano e Velletri e’ stata comunicata l’assegnazione di città del vino 2025 ai Castelli romani.
Positivi i commenti del Sindaco di Marino, Stefano Cecchi, e del collega di Nemi Alberto Bertucci. Numerosi altri interventi hanno coronato la notizia.
Propongo qui un mio intervento: Con la seguente motivazione, ai Castelli romani è stata assegnata l’egida di città del vino 2025: “Il 2025 sarà un anno all’insegna dei Castelli Romani come Città del Vino italiana. Un territorio di grande valore, con una candidatura vincente che coinvolge 10 comuni”, ha dichiarato Angelo Radica, presidente dell’Associazione Città del Vino. “Questo territorio esprime grandi potenzialità non solo nel settore enologico, ma anche dal punto di vista socio-economico, turistico e ambientale, sempre alla ricerca della sostenibilità.”. Non so voi, personalmente so perfettamente cosa stavo facendo il 21 marzo 1987. Non so quanti amministratori, eletti, dirigenti di attività enologiche – produttive e/o commerciali – stessero facendo in quella stessa data. Personalmente ricordo che una bella pattuglia delle regioni italiane, con una squadra – di Frascati, Genzano e Marino – castellana, partecipavamo ad una scommessa nazionale. Poi riuscita. Dare vita, nell’enoteca italica presso le mura medicee della fortezza di Siena, alla Associazione Nazionale “Città del Vino”. Per Marino eravamo presenti il sindaco comunista Mario Mercuri ed io in qualità di Assessore all’agricoltura col sostegno del compianto dott. Erba, enologo della Gotto d’Oro, in seguito prematuramente scomparso in un incidente. Questa premessa è per “segnare” che spesso le scelte lungimiranti nascono, come si dice a Marino “pe’ tigna”. Infatti, nonostante molti sostenitori all’iniziativa (su tutti, molti produttori e il locale leader DC Di Sante), ci furono anche detrattori che ci diedero dei “vacanzieri”. Intendiamoci fu certamente una esperienza positiva anche turisticamente e culturalmente parlando, però eravamo davvero consapevoli dell’importanza dell’attività che stavamo svolgendo, tutti i presenti e con varie sensibilità politiche espressione dei rivoli in cui è rappresentata localmente ogni amministrazione locale: in questo caso che erano espressione della valenza storico culturale enologica. Successivamente, ad esempio, ci stringemmo, ai Castelli, immediatamente a serrare le file per la tragedia seguita a Chernobyl che mise in crisi molti aspetti dell’agricoltura e del settore vitivinicolo, già sottoposto all’attacco delinquenziale del vino sofisticato al metanolo. Serrammo le file grazie all’iniziativa di Gino Cesaroni e Mario Mercuri che spinsero tutti i Castelli a svolgere un convegno nazionale a Marino (anche grazie al contributo di partecipazione attivato dall’associazione dei comuni gemellati diretti a Marino da Dino Lauri) sul “buon vino dei Castelli romani”.
Tutto questo per rimarcare che è giusto questo riconoscimento che oggi ci assegna l’associazione città del vino per il 2025. Non solo, credo che anche le istituzioni primarie, così come le strutture di secondo livello, consorzi e simili, e, ancora, molte associazioni produttive, turistiche, culturali dovranno essere coinvolte in questo progetto di eventi annunciato per l’arco temporale del 2025. Di più, credo che non si possa prescindere anche dalla occasione di contatto, penso alle realtà dei camminatori che attraversano sempre maggiormente i castelli romani, del proclamato Giubileo. Infatti sia la via Francigena, che le evenienze archeologiche e ambientali visitate con apposite escursioni sono spesso naturalmente “tracciate” proprio nei territori che ospitano vigneti. Dunque questa possibilità castellana, sarà opportuno valorizzarla anche oltre le segnalazioni avvenute per i dieci comuni. Credo che faranno bene i comuni di Marino, capofila, e di Nemi, coordinatore, a proporre negli eventi 2025 anche i restanti comuni dei castelli romani che senz’altro non sono avulsi dalle produzioni vitivinicole, tanto meno dalla cultura enologica sedimentata nei decenni e nei secoli.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.