Ambiente, Iniziativa Comune: “Mar Mediterraneo da tutelare contro cambiamento clima”

Ambiente, Iniziativa Comune: “Mar Mediterraneo da tutelare contro cambiamento clima”

04/10/2024 0 Di Marco Montini

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“Negli ulti­mi decen­ni, il Mar medi­ter­ra­neo ha ini­zia­to a tra­sfor­mar­si sem­pre più velo­ce­men­te in un mare dal­le carat­te­ri­sti­che tro­pi­ca­li. Que­sto cam­bia­men­to appa­ren­te­men­te affa­sci­nan­te, nascon­de in real­tà nume­ro­se insi­die per l’ecosistema e le atti­vi­tà uma­ne che dipen­do­no da que­sto mare. L’aumento del­le tem­pe­ra­tu­re medie, dovu­te in par­ti­co­la­re al muta­men­to cli­ma­ti­co stan­no, infat­ti, scon­vol­gen­do l’equilibrio natu­ra­le di una del­le acque più impor­tan­ti e rile­van­ti del pia­ne­ta. Uno degli effet­ti più visi­bi­li del­la tro­pi­ca­liz­za­zio­ne del Medi­ter­ra­neo è — ad esem­pio — l’invasione di spe­cie alie­ne, che sta impat­tan­do in modo signi­fi­ca­ti­vo sugli eco­si­ste­mi mari­ni, alte­ran­do i cicli bio­lo­gi­ci del­le spe­cie autoc­to­ne e favo­ren­do l’esposizione di spe­cie tro­pi­ca­li pro­ve­nien­ti dal Mar Ros­so e dall’Oceano India­no. Sen­za con­si­de­ra­re una altra con­se­guen­za col­le­ga­ta al riscal­da­men­to glo­ba­le ossia l’acidificazione del Medi­ter­ra­neo, che ha effet­ti deva­stan­ti sugli orga­ni­smi mari­ni che dipen­do­no dal car­bo­na­to di cal­cio per for­ma­re le loro con­chi­glie e sche­le­tri, come coral­li, mol­lu­schi e alcu­ni tipi di planc­ton. La per­di­ta di que­ste spe­cie fon­da­men­ta­li può cau­sa­re un effet­to a cate­na, com­pro­met­ten­do l’intera rete eco­lo­gi­ca del mare nostrum. C’è poi la que­stio­ne di carat­te­re eco­no­mi­co e pro­dut­ti­vo, in par­ti­co­la­re nel set­to­re del­la pesca visto e con­si­de­ra­to che la tro­pi­ca­liz­za­zio­ne può por­ta­re ad un impo­ve­ri­men­to del­le risor­se itti­che tra­di­zio­nal­men­te sfrut­ta­te, come il ton­no ros­so o le sar­di­ne, con gra­vi con­se­guen­ze eco­no­mi­che per le comu­ni­tà che vivo­no di pesca. Anche l’acquacoltura è a rischio, poi­ché l’aumento del­le tem­pe­ra­tu­re e la pro­li­fe­ra­zio­ne di alghe tro­pi­ca­li pos­so­no dan­neg­gia­re le infra­strut­tu­re e com­pro­met­te­re la qua­li­tà dell’acqua. Cosa fare dun­que per con­tra­sta­re que­sti feno­me­ni nega­ti­vi? In pri­mis, ser­ve una rispo­sta coor­di­na­ta a livel­lo inter­na­zio­na­le. E’ fon­da­men­ta­le ridur­re le emis­sio­ni di gas ser­ra per limi­ta­re l’aumento del­le tem­pe­ra­tu­re e attua­re poli­ti­che effi­ca­ci di gestio­ne del­le spe­cie inva­si­ve. In tal sen­so, la crea­zio­ne di aree mari­ne pro­tet­te e l’adozione di tec­ni­che di pesca soste­ni­bi­li pos­so­no aiu­ta­re a pre­ser­va­re la bio­di­ver­si­tà e miti­ga­re gli effet­ti del­la tro­pi­ca­liz­za­zio­ne. Al con­tem­po, la ricer­ca scien­ti­fi­ca può svol­ge­re un ruo­lo cru­cia­le nel moni­to­ra­re i cam­bia­men­ti in atto e nel pro­por­re solu­zio­ni inno­va­ti­ve. Insom­ma, sono neces­sa­ri inter­ven­ti con­cre­ti e fat­ti­vi per tute­la­re il Medi­ter­ra­neo con­tro que­sta tra­sfor­ma­zio­ne ambien­ta­le, che rap­pre­sen­ta una minac­cia per l’equilibrio eco­lo­gi­co, eco­no­mi­co e socia­le del­le comu­ni­tà che da mil­len­ni vivo­no in sim­bio­si con que­sto mare”.

Così, in una nota, Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce nazio­na­le del Cen­tro Stu­di Ini­zia­ti­va Comu­ne.

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