Roma: prorogata fino al 29 settembre la mostra ARCHITETTURE INABITABILI

Roma: prorogata fino al 29 settembre la mostra ARCHITETTURE INABITABILI

07/05/2024 0 Di Redazione

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Prorogata fino al 29 settembre 2024 la mostra

ARCHITETTURE INABITABILI

ai MUSEI CAPITOLINI, CENTRALE MONTEMARTINI

 L’esposizione di Archivio Luce Cinecittà esplora la complessità di 8 “architetture inabitabili” italiane attraverso 150 fotografie, video storici e testi inediti

 Dato il suc­ces­so di cri­ti­ca e pub­bli­co Archi­tet­tu­re Ina­bi­ta­bi­li vie­ne pro­ro­ga­ta fino al 29 set­tem­bre 2024. L’esposizione, ospi­ta­ta nel­le sale dei Musei Capi­to­li­ni, Cen­tra­le Mon­te­mar­ti­ni di Roma, nasce dal desi­de­rio di esplo­ra­re il fasci­no e la com­ples­si­tà di alcu­ne archi­tet­tu­re ina­bi­ta­bi­li in Ita­lia, illu­stran­do otto esem­pi distri­bui­ti su tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le, attra­ver­so una scel­ta di imma­gi­ni che li ritrag­go­no per tipo­lo­gia, desti­na­zio­ne d’uso ed epo­ca di costru­zio­ne: il Gazo­me­tro di Roma, il Memo­ria­le Brion ad Alti­vo­le, il cam­pa­ni­lesemi­som­mer­so di Curon, il Cret­to di Gibel­li­na, il Lin­got­to di Tori­no, gli Ex Sec­ca­toi di Cit­tà di Castel­lo, la Tor­re Bran­ca di Mila­no, Pal­men­ti di Pie­tra­gal­la.

La mostra è pro­mos­sa da Roma Capi­ta­le, Sovrin­ten­den­za Capi­to­li­na ai Beni Cul­tu­ra­li, orga­niz­za­ta e rea­liz­za­ta da Archi­vio Luce Cine­cit­tà, idea­ta dal­la Pre­si­den­te di Cine­cit­tà Chia­ra Sba­ri­gia e cura­ta da Chia­ra Sba­ri­gia con Dario Dal­la Lana. Ser­vi­zi musea­li di Zète­ma Pro­get­to Cul­tu­ra.

Ognu­no dei luo­ghi rap­pre­sen­ta­ti, alcu­ni noti al gran­de pub­bli­co e altri meno, offre uno sguar­do pecu­lia­re sul­la pro­pria ina­bi­ta­bi­li­tà e intrin­se­ca bel­lez­za. La mostra rap­pre­sen­ta un’op­por­tu­ni­tà uni­ca di esplo­rar­ne la com­ples­si­tà, invi­tan­do il pub­bli­co a riflet­te­re sul­la loro rile­van­za sim­bo­li­ca e sul­la loro con­ti­nua­men­te rin­no­va­ta vita­li­tà.

Le foto­gra­fie e i fil­ma­ti che illu­stra­no le archi­tet­tu­re pro­ven­go­no in buo­na par­te dall’Archivio Luce e da altri noti e impor­tan­ti archi­vi e isti­tu­zio­ni qua­li Archi­vio Alpe­ria, Museo Alta Val Veno­sta, CISA Andrea Pal­la­dio, Fon­da­zio­ne Benet­ton, Fon­da­zio­ne Bur­ri, Fon­da­zio­ne Dal­mi­ne, Archi­vio Fiat, Archi­vio Giò Pon­ti, Archi­vio Ital­gas, Museo d’Arte Con­tem­po­ra­nea “Ludo­vi­co Cor­rao”, Trien­na­le di Mila­no, Foto­te­ca Tri­fer­na­te. Tra le cir­ca 150 imma­gi­ni che fan­no par­te del­la mostra, spic­ca­no le foto di gran­di auto­ri ita­lia­ni come Gian­ni Beren­go Gar­din, Gui­do Gui­di, Mar­zia Miglio­ra, Gian­ni Leo­ne e mol­ti altri. A livel­lo inter­na­zio­na­le, si segna­la­no le imma­gi­ni di Mark Power,Sekiya Masaa­ki, Ste­ve McCur­ry.

PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA:

Si inti­to­la Archi­tet­tu­re Ina­bi­ta­bi­li, la mostra di Archi­vio Luce Cine­cit­tà in pro­gram­ma dal 24 gen­na­io pres­so i Musei Capi­to­li­ni, Cen­tra­le Mon­te­mar­ti­ni di Roma. Nata dal desi­de­rio di esplo­ra­re il fasci­no e la com­ples­si­tà di alcu­ne archi­tet­tu­re ina­bi­ta­bi­li in Ita­lia, la mostra ne illu­stra otto esem­pi distri­bui­ti su tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le attra­ver­so una scel­ta di imma­gi­ni che li ritrag­go­no per tipo­lo­gia, desti­na­zio­ne d’uso ed epo­ca di costru­zio­ne. La mostra è pro­mos­sa da Roma Capi­ta­le, Asses­so­ra­to alla Cul­tu­ra, Sovrin­ten­den­za Capi­to­li­na ai Beni Cul­tu­ra­li, orga­niz­za­ta e rea­liz­za­ta da Archi­vio Luce Cine­cit­tà, idea­ta dal­la Pre­si­den­te di Cine­cit­tà Chia­ra Sba­ri­gia e cura­ta da Chia­ra Sba­ri­gia con Dario Dal­la Lana. Ser­vi­zi musea­li di Zète­ma Pro­get­to Cul­tu­ra.

Appo­si­ta­men­te rea­liz­za­te per la mostra sono poi le bel­lis­si­me imma­gi­ni di Fran­ce­sco Jodi­ce e di Sil­via Cam­po­re­si, dal­le qua­li è sta­ta trat­ta la coper­ti­na di cata­lo­go.

Le Architetture Inabitabili raccontate dalla mostra sono:

-              il Gazo­me­tro di Roma, che emer­ge come un moder­no Colos­seo, pre­sen­za ico­ni­ca nei film e nel­le serie TV degli ulti­mi anni e visi­bi­le pure dal­la Cen­tra­le Mon­te­mar­ti­ni, che ospi­ta la mostra e che offre al visi­ta­to­re un sug­ge­sti­vo con­fron­to tra l’architettura e il mon­do cir­co­stan­te;

-              il Memo­ria­le Brion ad Alti­vo­le, un com­ples­so archi­tet­to­ni­co pro­get­ta­to dall’architetto Car­lo Scar­pa e con­ce­pi­to come luo­go di sepol­tu­ra per la fami­glia Brion;

-              il cam­pa­ni­le semi­som­mer­so di Curon, situa­to nel lago di Resia in Tren­ti­no-Alto Adi­ge, affa­sci­nan­te strut­tu­ra roma­ni­ca com­ple­ta­men­te tra­sfor­ma­ta dal­la costru­zio­ne di una diga che por­tò alla crea­zio­ne del lago per sco­pi idroe­let­tri­ci, som­mer­gen­do il pae­se (che ven­ne distrut­to), e lascian­do emer­ge­re così solo la tor­re cam­pa­na­ria;

-              il Cret­to di Gibel­li­na, instal­la­zio­ne com­me­mo­ra­ti­va dell’artista Alber­to Bur­ri, un gran­de suda­rio di cemen­to bian­co che inglo­ba le mace­rie del­la cit­tà di Gibel­li­na, distrut­ta nel ter­re­mo­to del Beli­ce del 1968;

-              il Lin­got­to di Tori­no, sto­ri­co e famo­sis­si­mo com­ples­so archi­tet­to­ni­co, pro­get­ta­to da Gia­co­mo Mat­té Truc­co, che un tem­po ospi­ta­va la fab­bri­ca del­la FIAT, dive­nen­do sim­bo­lo del­la sto­ria indu­stria­le del­la cit­tà;

-              gli Ex Sec­ca­toi di Cit­tà di Castel­lo, che nel 1966 ospi­ta­ro­no i libri allu­vio­na­ti di Firen­ze, che qui ven­ne­ro “cura­ti”; per­du­ta defi­ni­ti­va­men­te la loro fun­zio­ne ori­gi­na­ria con l’abbandono del­la col­tu­ra del tabac­co negli anni ‘70, dal 1990 ospi­ta­no gli ulti­mi gran­di cicli pit­to­ri­ci di Alber­to Bur­ri;

-              la Tor­re Bran­ca, ori­gi­na­ria­men­te tor­re lit­to­ria, pro­get­ta­ta da Giò Pon­ti, con­ce­pi­ta come una strut­tu­ra tem­po­ra­nea per la Trien­na­le del 1933, carat­te­riz­za­ta da una strut­tu­ra a tra­lic­cio in accia­io e dota­ta di ascen­so­re che per­met­te ai visi­ta­to­ri di rag­giun­ge­re la cima e gode­re di una vista pano­ra­mi­ca su Mila­no; è sta­ta restau­ra­ta dopo un perio­do di rela­ti­vo abban­do­no, ed è ritor­na­ta a esse­re visi­ta­bi­le dal 2002;

-              i Pal­men­ti di Pie­tra­gal­la, testi­mo­nian­za del­l’in­ge­gno dei vigna­iuo­li loca­li, un’ar­chi­tet­tu­ra rupe­stre in pie­tra for­ma­ta da oltre due­cen­to costru­zio­ni dispo­ste su diver­se quo­te, un tem­po uti­liz­za­te come labo­ra­to­ri per la pro­du­zio­ne del vino, che crea­no un impat­to pae­sag­gi­sti­co note­vo­le, evo­can­do atmo­sfe­re fia­be­sche.

Ognu­no di que­sti luo­ghi, alcu­ni noti al gran­de pub­bli­co e altri meno, offre uno sguar­do pecu­lia­re sul­la pro­pria ina­bi­ta­bi­li­tà e intrin­se­ca bel­lez­za.

Il cata­lo­go, edi­to da Archi­vio Luce Cine­cit­tà con Mar­si­lio Arte, è arric­chi­to dai testi ine­di­ti di otto scrit­to­ri che rega­la­no una nar­ra­zio­ne per­so­na­le ed inti­ma dei luo­ghi, sug­ge­ren­do ulte­rio­ri chia­vi di let­tu­ra del­le archi­tet­tu­re: le loro valen­ze sim­bo­li­che, affet­ti­ve, sto­ri­che. Gli auto­ri sono:

-              Edoar­do Albi­na­ti (sul Gazo­me­tro, Roma)

-              Ste­fa­nia Auci (sul Gran­de Cret­to di Gibel­li­na)

-              Gian­ni Bion­dil­lo (sul­la tor­re Bran­ca a Mila­no)

-              Andrea Canob­bio (sul com­ples­so indu­stria­le del Lin­got­to, Tori­no)

-              Fran­ce­sca Melan­dri (sul cam­pa­ni­le di Curon Veno­sta)

-              Andrea Di Con­so­li (sui Pal­men­ti di Pie­tra­gal­la)

-              Tizia­no Scar­pa (sul Memo­ria­le Brion, a San Vito di Alti­vo­le)

-              Filip­po Timi (sugli Ex Sec­ca­toi di Cit­tà di Castel­lo)

Il cata­lo­go, oltre alle imma­gi­ni e ai testi degli scrit­to­ri, con­tie­ne i sag­gi dei cura­to­ri, una pre­fa­zio­ne del Sot­to­se­gre­ta­rio alla Cul­tu­ra Lucia Bor­gon­zo­ni e una post­fa­zio­ne di Mar­co Bel­po­li­ti.

La mostra Archi­tet­tu­re Ina­bi­ta­bi­li rap­pre­sen­ta un’op­por­tu­ni­tà uni­ca di esplo­ra­re la com­ples­si­tà del­le archi­tet­tu­re ina­bi­ta­bi­li ita­lia­ne, invi­tan­do il pub­bli­co a riflet­te­re sul­la loro rile­van­za sim­bo­li­ca e sul­la loro con­ti­nua­men­te rin­no­va­ta vita­li­tà.

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