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Pomezia. Un lavoratore: 1° Maggio 2024 Il PCI si mobilita
01/05/2024Questo articolo è stato letto 990 volte!
Unione e condivisione in Italia: Repubblica democratica fondata sul lavoro nel 1948.
È il 1° Maggio 2024 è la giornata dei lavoratori.
Diverse sono le manifestazioni e i cortei in tutta Italia dove il comune denominatore è innalzare il valore e i valori di tutti i lavoratori che ogni giorno si sacrificano e fanno di una ragione di vita il loro mestiere.
Molte volte c’è una parola che sfugge alla moralità delle persone e in particolar modo a chi ci governa.
Il rispetto.
Parte tutto da lì, quella è la base, la radice di tutti i mali che si nutrono di situazioni e comuni mortali dove si annidano sfruttamento, ipocrisia, privilegi ed egemonia.
Negli ultimi trent’anni il potere politico italiano ha impresso una ferita nella società, rafforzando gli interessi della grande impresa e della finanza speculare, in Italia e nell’ Unione Europea.
Tutto ciò ha portato ad un malessere economico, sociale e politico con conseguenze negative in vari ambiti.
Tra queste annoveriamo su tutti le morti e gli incidenti sul lavoro.
Tra le diverse proposte spicca quella di un Osservatorio, presentata dalla consigliera del Partito Comunista Italiano di Empoli Valdesa, dove i rappresentanti dei lavoratori, le organizzazioni sindacali, la controparte imprenditoriale e le istituzioni competenti, possano partecipare attivamente al controllo e al monitoraggio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Un altro esempio calzante è quella di un’idea del lavoro non come diritto ma come un ringraziamento all’assunzione avvenuta, modello di concetto distorto che si è tramandato soprattutto per la precarietà di lavoro in un arco temporale oscillante.
Il salario stesso sempre un passo indietro alle altre grandi Nazioni Europee (Germania, Francia, Spagna ecc…ecc) dove le manovre statali si sono spesso rivelate poco efficaci.
Nuove normative, più intransigenti. Leggi mirate dove ognuno deve fare il proprio compito per ricucire strappi passati e trovare nuove soluzioni e nuove ancora, finché non ci siano davvero migliorie importanti.
La lotta portata avanti dal PCI chiede una cosa fondamentale che racchiude il rapporto sistema/società: riuscire a far si che il lavoro sia un Diritto primario del cittadino dove si va a testa alta onorando sé stessi e di conseguenza implementare un’ala fondamentale (il lavoro) affinché tra Stato/Italia e cittadini ci sia sempre meno lontananza.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.