Agricoltura, Tiso (Confeuro): “Ripensare Pac Ue in maniera condivisa e concreta”

Agricoltura, Tiso (Confeuro): “Ripensare Pac Ue in maniera condivisa e concreta”

20/02/2024 1 Di Marco Montini

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“Dopo le for­ti e sacro­san­te pro­te­ste di que­ste set­ti­ma­ne da par­te degli agri­col­to­ri euro­pei, osser­via­mo come in mol­ti pae­si i gover­ni nazio­na­li stia­mo ten­tan­do di tro­va­re solu­zio­ni alle istan­ze del com­par­to, anche rivol­gen­do­si sin­go­lar­men­te alla Ue per dare rispo­sta alle cri­ti­ci­tà inter­ne lega­te al mon­do agri­co­lo. Alla luce di tut­to que­sto, Con­feu­ro ritie­ne oppor­tu­no non crea­re con­trap­po­si­zio­ne tra l’Eu­ro­pa, l’I­ta­lia e gli altri sta­ti mem­bri del­la Unio­ne Euro­pea: non fare figli e figlia­stri per­ché il pro­ble­ma è com­ples­si­vo e va affron­ta­to in manie­ra strut­tu­ra­le. Per­tan­to, in que­sto momen­to abbia­mo biso­gno di più Euro­pa nel sen­so che abbia­mo biso­gno che si ascol­ti di più il disa­gio rap­pre­sen­ta­to da tut­ti gli agri­col­to­ri del Vec­chio Con­ti­nen­te e che, sopra­tut­to, le isti­tu­zio­ni Ue pren­da­no coscien­za che que­sta Pac non è alli­nea­ta con le esi­gen­ze attua­li del mon­do pro­dut­ti­vo agri­co­lo. Con que­sto, chia­ra­men­te, non voglia­mo asso­lu­ta­men­te dire che ser­va rinun­cia­re alle misu­re ambien­ta­li che sicu­ra­men­te sono impor­tan­ti, ma che que­ste misu­re non pos­so­no rap­pre­sen­ta­re un osta­co­lo alle inten­zio­ni di cre­sci­ta e di pro­du­zio­ne degli agri­col­to­ri. Gli eco­sche­mi pre­sen­ti nel­la Pac in vigo­re per quan­to ci riguar­da rischia­no di esse­re un mostro buro­cra­ti­co, dif­fi­ci­le da scar­di­na­re. La pac, a giu­di­zio di Con­feu­ro, deve esse­re inve­ce sem­pli­ce e soprat­tut­to deve distri­bui­re mag­gio­ri risor­se eco­no­mi­che alle pic­co­le e medie azien­de agri­co­le che in una fase di tran­si­zio­ne, come quel­la che affron­ta il mon­do agri­co­lo in que­sto momen­to, han­no biso­gno di mag­gio­re soste­gno. Le misu­re agroam­bien­ta­li devo­no esse­re pre­sen­ti si, ma poche, con­cre­te e faci­li da rea­liz­za­re. Que­ste poi devo­no riguar­da­re sol­tan­to il Psr. Nei paga­men­ti diret­ti tut­te que­ste com­pli­ca­zio­ni non ser­vo­no a nes­su­no. Se un agri­col­to­re vuo­le adot­ta­re un siste­ma di pro­du­zio­ne bio­lo­gi­ca o agroe­co­lo­gi­ca lo farà spon­ta­nea­men­te per­ché il mer­ca­to gli rico­no­sce un valo­re aggiun­to. Insom­ma, le solu­zio­ni esi­sto­no ma devo­no esse­re vaglia­te e pre­se in manie­ra siner­gi­ca e demo­cra­ti­ca: rite­nia­mo infat­ti fuor­vian­te e poco costrut­ti­vo che ogni sin­go­lo sta­to vada a Bru­xel­les a chie­de­re una dero­ga per que­sto o quel­l’al­tro cavil­lo esi­sten­te. La Pac va ripen­sa­ta e va riscrit­ta subi­to in manie­ra strut­tu­ra­ta e con­di­vi­sa! Que­sto biso­gna fare in Euro­pa, e in fret­ta, a tute­la degli agri­col­to­ri e di tut­to mon­do pro­dut­ti­vo”.

Così, in una nota stam­pa, Andrea Tiso, pre­si­den­te nazio­na­le Con­feu­ro, la Con­fe­de­ra­zio­ne degli Agri­col­to­ri Euro­pei e del Mon­do

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