Gaeta candidata Capitale della Cultura: ecco il titolo del dossier

Gaeta candidata Capitale della Cultura: ecco il titolo del dossier

29/08/2023 0 Di Redazione

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“BLU: IL CLIMA DELLA CULTURA”: SVELATO IL TITOLO DEL DOSSIER PER LA CANDIDATURA DI GAETA A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2026

Blu, come la pro­fon­di­tà del mare. Blu, come l’immensità del cie­lo. Blu, come il cli­ma del­la cul­tu­ra. Ad un mese dal ter­mi­ne pre­vi­sto dal Mini­ste­ro del­la Cul­tu­ra per il per­fe­zio­na­men­to del­la can­di­da­tu­ra a Capi­ta­le ita­lia­na del­la Cul­tu­ra 2026, secon­do le moda­li­tà indi­ca­te dal­le Linee gui­da, pro­ce­de spe­di­to il lavo­ro del Comu­ne di Gae­ta nel­la reda­zio­ne del dos­sier con­te­nen­te pro­get­to cul­tu­ra­le e obiet­ti­vi per­se­gui­ti. 

Il tito­lo del dos­sier che sarà pre­sen­ta­to da Gae­ta è: “Blu: il cli­ma del­la cul­tu­ra”. 

Una scel­ta che par­te dal rife­ri­men­to cro­ma­ti­co al mare, qua­le ele­men­to carat­te­riz­zan­te del pro­get­to, che mira a pro­muo­ve­re un “cli­ma cul­tu­ra­le” che, al pari del mare, sia un cro­ce­via di incon­tri e con­fron­ti, e dove l’accoglienza, la cono­scen­za, l’ascolto reci­pro­co, la cre­sci­ta del bene comu­ne pos­sa­no diven­ta­re sta­bil­men­te i trat­ti pecu­lia­ri del con­sor­zio uma­no, secon­do le tre diret­tri­ci dell’integrazione, dell’innovazione e del­lo svi­lup­po socioe­co­no­mi­co. 

Gae­ta, infat­ti, è indi­scu­ti­bil­men­te cul­la natu­ra­le del­la cul­tu­ra e del­la civil­tà medi­ter­ra­nea. Ed è pro­prio il lega­me tra le sue straor­di­na­rie bel­lez­ze, l’importanza sto­ri­ca e la spi­ri­tua­li­tà dei luo­ghi, ad aver­la con­trad­di­stin­ta qua­le Cit­tà del­la Cul­tu­ra, basan­do la sua essen­za sull’Arte, sul Mito e sul Mare. 

La Cul­tu­ra vie­ne così con­si­de­ra­ta come valo­riz­za­zio­ne dei siti, del patri­mo­nio sto­ri­co-ambien­ta­le, del­le poten­zia­li­tà natu­ra­li, ma anche come cre­sci­ta eco­no­mi­ca e pos­si­bi­li­tà di inclu­sio­ne e di coe­sio­ne socia­le. Una costru­zio­ne di una rete cit­ta­di­na basa­ta su model­li nuo­vi, par­te­ci­pa­ti, soste­ni­bi­li e repli­ca­bi­li, una sfi­da al cam­bia­men­to e alla rina­sci­ta, un’identità cul­tu­ra­le lega­ta al ter­ri­to­rio: cul­tu­ra come cura e atten­zio­ne. 

Non solo. Per­ché il tito­lo del pro­get­to fa volu­ta­men­te rife­ri­men­to anche al ver­san­te cul­tu­ra­le del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co. Una can­di­da­tu­ra lega­ta agli obiet­ti­vi dell’Agenda 2030 del­le Nazio­ni Uni­te sul­la soste­ni­bi­li­tà, decli­na­ti nel­le tre dimen­sio­ni di svi­lup­po: ambien­ta­le, socia­le ed eco­no­mi­ca.

Uno sguar­do, dun­que, rivol­to soprat­tut­to ai biso­gni del­le gene­ra­zio­ni futu­re, con azio­ni che mire­ran­no alla dif­fu­sio­ne di una cul­tu­ra del con­su­mo respon­sa­bi­le e del­la pro­du­zio­ne con­sa­pe­vo­le, nel­la pro­spet­ti­va che sol­tan­to model­li inno­va­ti­vi di gestio­ne del­le risor­se potran­no inver­ti­re la ten­den­za in atto del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co, anche gra­zie all’aiuto del­le nuo­ve tec­no­lo­gie. 

«La Cul­tu­ra – ha com­men­ta­to il Sin­da­co Cri­stian Lec­ce­se – è uno dei trat­ti distin­ti­vi del­la nostra Comu­ni­tà gae­ta­na, che può van­ta­re un ric­co patri­mo­nio in ter­mi­ni di Asso­cia­zio­ni, ben 183 iscrit­te nell’apposito albo del Comu­ne, di cui 33 pret­ta­men­te cul­tu­ra­li. Fare Cul­tu­ra, esse­re Cul­tu­ra, reci­ta un ruo­lo di pri­ma­ria impor­tan­za, soprat­tut­to in chia­ve iden­ti­ta­ria, in ogni cit­ta­di­no, che da sem­pre si ritro­va a respi­rar­la a pie­ni pol­mo­ni. Anche per que­sto, nel­la reda­zio­ne del nostro dos­sier e nel­la crea­zio­ne del pro­get­to, non abbia­mo volu­to avva­ler­ci di socie­tà spe­cia­liz­za­te: sarà, inve­ce, il frut­to del­la col­la­bo­ra­zio­ne dei cit­ta­di­ni, met­ten­do al cen­tro la nozio­ne di “cit­ta­di­nan­za cul­tu­ra­le”, inte­sa come iden­ti­tà, espres­sio­ne e par­te­ci­pa­zio­ne. Con­sa­pe­vo­li dell’inevitabile nes­so tra par­te­ci­pa­zio­ne, cul­tu­ra e cit­ta­di­nan­za, spe­ri­men­tan­do nuo­vi model­li di ascol­to, con­di­vi­sio­ne e pro­du­zio­ne, abbrac­ce­re­mo l’idea di un “abi­tan­te cul­tu­ra­le”, che par­te­ci­pi atti­va­men­te al raf­for­za­men­to di una cit­ta­di­nan­za cul­tu­ra­le ampia, sti­mo­la­ta, tito­la­ta e coin­vol­ta nei pro­ces­si di cura, sal­va­guar­dia e rige­ne­ra­zio­ne del patri­mo­nio cul­tu­ra­le. “Blu: il cli­ma del­la cul­tu­ra”, ci ripor­ta al “Mare Nostrum”, il più gran­de libro nel qua­le abbia­mo scrit­to la nostra sto­ria, e nel qua­le biso­gna scri­ve­re anco­ra tan­to. Quel mare con cui tut­ti noi abbia­mo da sem­pre avu­to un rap­por­to sim­bio­ti­co e svi­lup­pa­to un pro­fon­do sen­so di appar­te­nen­za. E che ci ha por­ta­to, non a caso, a iden­ti­fi­ca­re la nostra mera­vi­glio­sa Gae­ta, come Cit­tà dell’Arte, del Mito e del Mare».

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