Lavoro, Tiso-Arbia(Iniziativa Comune): “Donne fondamentali per crescita economica. Ma Italia indietro”

Lavoro, Tiso-Arbia(Iniziativa Comune): “Donne fondamentali per crescita economica. Ma Italia indietro”

01/08/2023 1 Di Marco Montini

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“L’aumento del­la par­te­ci­pa­zio­ne del­le don­ne al mer­ca­to del lavo­ro è un ingre­dien­te essen­zia­le per garan­ti­re la cre­sci­ta eco­no­mi­ca. Uno dei più gran­di fre­ni alla cre­sci­ta eco­no­mi­ca del Bel­pae­se è la man­ca­ta par­te­ci­pa­zio­ne del­le don­ne al lavo­ro. Basta pen­sa­re che dipen­do­no prin­ci­pal­men­te dal red­di­to del­le don­ne, nell’ambito del­la cop­pia, sono meno del 10% del tota­le; que­sta dif­fe­ren­za espo­ne le don­ne a un mag­gior rischio di dover lascia­re la pro­pria car­rie­ra per pren­der­si cura del­la fami­glia.
Da una rico­stru­zio­ne recen­te, all’inizio degli anni 50 solo il 33% del­le don­ne sta­tu­ni­ten­si lavo­ra­no. Ven­ti anni dopo era­no il 43% e nel 2000 era­no il 60%. In Euro­pa il tas­so di par­te­ci­pa­zio­ne fem­mi­ni­le al lavo­ro è al 53% in Fran­cia, il 56% in Ger­ma­nia, il 64% in Nor­ve­gia. L’Italia è fer­ma al 41%. L’Istat ha recen­te­men­te pub­bli­ca­to nel suo rap­por­to annua­le dati che dimo­stra­no l’importanza del red­di­to del­le don­ne nel bilan­cio fami­lia­re. L’Italia è il pae­se euro­peo in cui il red­di­to dell’uomo, all’interno del­la fami­glia, è più rile­van­te. Il moti­vo del diva­rio è chia­ro: le don­ne in media, gua­da­gna­no meno degli uomi­ni sia per­ché sono discri­mi­na­te in for­ma diret­ta sia per­ché ten­do­no ad esse­re col­lo­ca­te in man­sio­ni e set­to­ri che paga­no meno. L’arrivo di un figlio peg­gio­ra la con­di­zio­ne red­di­tua­le del­le don­ne per­ché saran­no quel­le che lasce­ran­no il lavo­ro per pren­der­si cura dei figli. Le don­ne devo­no esse­re un fat­to­re fon­da­men­ta­le del­la pro­du­zio­ne: rap­pre­sen­ta­no metà del­la for­za lavo­ro poten­zia­le sul Pia­ne­ta. Più per­so­ne lavo­ra­no signi­fi­ca, più pro­du­zio­ne e dun­que più Pil. Secon­do le ricer­ca fat­ta dall’European Insti­tu­te for Gen­der Equa­li­ty, un più rapi­do aumen­to dell’occupazione fem­mi­ni­le fareb­be cre­sce­re il Pil pro-capi­te euro­peo di 3 pun­ti per­cen­tua­li in più rispet­to allo sce­na­rio attua­le entro il 2050. Di con­se­guen­za, le don­ne che resta­no a lavo­ro dovran­no cir­con­dar­si di per­so­ne diver­se per prov­ve­de­re alla cura dei bam­bi­ni e del­la casa, crean­do altro lavo­ro. Rite­nia­mo indi­spen­sa­bi­le aumen­ta­re il finan­zia­men­to di que­sti ser­vi­zi, ad esem­pio incre­men­tan­do le risor­se stan­zia­te dal PNRR per gli asi­li nido e strut­tu­re simi­li”. Così, in una nota stam­pa, il grup­po Ini­zia­ti­va Comu­ne, con una rin­no­va­ta veste in acro­ni­mo EUROMÒ — Uomi­ni libe­ri per l’Italia e l’Europa con­dot­ta dal grup­po di Coo­pe­ra­zio­ne e Pro­po­ste gui­da­to da Car­me­la Tiso e dal por­ta­vo­ce Atti­lio Arbia.

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