Regionali, intervista a Pierluca Dionisi: “Per un Lazio piú giusto e innovativo”

Regionali, intervista a Pierluca Dionisi: “Per un Lazio piú giusto e innovativo”

07/02/2023 0 Di Marco Montini

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Pier­lu­ca Dio­ni­si è can­di­da­to in Con­si­glio regio­na­le del Lazio, nel­la lista di Azio­ne-IV che sostie­ne il can­di­da­to pre­si­den­te del cen­tro­si­ni­stra, Ales­sio DAma­to. 44 anni, nato a Roma, lau­rea­to in Scien­ze Poli­ti­che, da sem­pre si occu­pa di pro­get­ti inter­na­ziona­li, ricer­ca e sanità. Attual­men­te lavo­ra nel­la Segre­te­ria Tec­ni­ca del­la Dire­zio­ne Gene­ra­le Comu­ni­ca­zio­ne Affa­ri Inter­na­zio­na­li ed Euro­pei del Mini­ste­ro del­la Salu­te. In que­sta inter­vi­sta Pier­lu­caDio­ni­si spie­ga le ragio­ni del­la sua can­di­da­tu­ra e la ricetta per rilan­cia­re la nostra Regio­ne.

Perché la scel­ta di can­di­dar­si al Con­si­glio regio­na­le del Lazio? Guar­di, le mie più gran­di pale­stre sono sta­te lEuro­pa e il ter­ri­to­rio, dove peral­tro nasce la mia sto­ria poli­ti­ca. Sono sta­to sin­da­co del Comu­ne di Cantera­no, la più bel­la espe­rien­za del­la mia vita. E la poli­ti­ca di pros­si­mità, quel­la che ascol­ta, incon­tra le richie­ste, i biso­gni, i pro­ble­mi del­le comu­nità e, soprat­tut­to, il disa­gio che cre­sce sem­pre di più. E anche la poli­ti­ca del prag­ma­ti­smo, quel­la che deve rispon­de­re con i fat­ti alle neces­sità dei cit­ta­di­ni. La poli­ti­ca che sta più in alto di quan­ti indos­sa­no la fascia tri­co­lo­re tut­to que­sto lo ha smar­ri­to, diven­tan­do qua­si sor­daalle voci del­le per­so­ne. Quel­le voci ina­scol­ta­te devo­no tor­na­re a essere il cen­tro dellagen­da e dellagi­re poli­ti­co. Per que­sto mi can­di­do.

In tal sen­so, qua­le è la sua idea di Regio­ne? Un Lazio più giu­sto, par­te­ci­pa­to, inno­va­ti­vo e soste­ni­bi­le. Rispet­to al perio­do dei gran­di tagli, ora abbia­mo a dispo­si­zio­ne unocca­sio­ne uni­ca, irri­pe­ti­bi­le. Il tre­no che non si può per­de­re sono gli oltre 16 miliar­di di euro tra Pnrr e fon­di euro­pei che arri­ve­ran­no alla Regio­ne. Non basta fare spe­sa pub­bli­ca, biso­gna fare spe­sa pub­bli­ca di qua­lità. La dif­fe­ren­za la faran­no le persone che saran­no chia­ma­te a met­te­re a ter­ra quel­le risor­se e il come. Sono risor­se che pos­so­no dav­ve­ro pro­iet­ta­re il Lazio nel futu­ro. Potran­no col­ma­re le dif­fe­ren­ze di oppor­tu­nità tra i ter­ri­to­ri, andran­no a inci­de­re pro­fon­da­men­te sul­la sanità, sul­la casa e sul­la tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca e digi­ta­le; sul lavo­ro, su scuo­la e ricer­ca, sul turi­smo, sul­la cul­tu­ra, lo sport, le impre­se, linno­va­zio­ne e le infra­strut­tu­re.

Ecco par­lia­mo di temi. Tra le prio­rità, senzaltro, la sanità? Beh, la sanità rap­pre­sen­ta il 70% del bilan­cio regio­na­le. La salu­te è una scel­ta di cam­po e di com­pe­ten­ze. Quel­le com­pe­ten­ze Ales­sio DAma­to ha dimo­stra­to di ave­re, con una gestio­ne del­la pan­de­mia che è diven­ta­ta model­loper lIta­lia. Il Covid-19 ci ha mes­so di fron­te ai nostri limiti, ci ha costret­to a ripen­sa­re la rete eda quan­to fat­to di buo­no biso­gna ripar­ti­re, per miglio­ra­re. E’neces­sa­rio, ad esem­pio, ricu­ci­re il diva­rio tra le aree più svan­tag­gia­te e i capo­luo­ghi, poten­zian­do la medi­ci­na del ter­ri­to­rio pro­prio per garan­ti­re possi­bi­lità di cura alle per­so­ne che abi­ta­no nel­le zone più remo­te, come quel­le mon­ta­ne. E poi la tele­me­di­ci­na, la rifor­ma del­l’As­si­sten­za Sani­ta­ria di Base. Ser­ve, inol­tre, un pia­no straor­di­na­rio per abbat­te­re le liste datte­sa. E anco­ra: Spor­tel­li Don­na in ogni pre­si­dio sani­ta­rio regio­na­le e il sen­si­bi­le raf­for­za­men­to del­la rete dei cen­tri anti-vio­len­za.

Altro tema essen­zia­le è la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca. Dallambien­te dipen­de la soprav­vi­ven­za di tut­ti noi, dallambien­te dipen­de il futu­ro del­le nuo­ve gene­ra­zio­ni. Ma la tran­si­zio­ne greennon è uno schioc­co di dita, è un pro­ces­so lun­go e dispen­dio­so, che neces­si­ta di inve­sti­men­ti. Le risor­se del Pnrr appre­sen­ta­no locca­sio­ne per que­sta svol­ta. E un cam­bio di passo per met­te­re in sicu­rez­za le aree a rischio idro­geo­lo­gi­co, per soste­ne­re lagri­col­tu­ra soste­ni­bi­le, la mobi­lità soste­ni­bi­le, leffi­cien­za ener­ge­ti­ca degli edi­fi­ci, aumen­ta­re luti­liz­zo del­le fon­ti rin­no­va­bi­li e per miglio­ra­re la gestio­ne dei rifiu­ti. Non è più tem­po di bat­ta­glie di retro­guar­dia quan­to si par­la di spaz­za­tu­ra. Il ter­mo­va­lo­riz­za­to­re di Roma non va demo­niz­za­to, è unoppor­tu­nità per linte­ra Regio­ne, perché la Capi­ta­le non può gra­va­re sui Comu­ni vir­tuo­si, quel­li che han­no già supe­ra­to la fati­dica soglia del 65% di rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta. Roma deve esse­re auto­suf­fi­cien­te, chiu­de­re il pro­prio il ciclo dei rifiu­ti e la sta­gio­ne del pen­do­la­ri­smo dellimmon­di­zia capi­to­li­na in giro per e fuo­ri il Lazio, con un aggra­vio di costi anche per le stes­se casse regio­na­li.

E, poi, c’è il Turi­smo, set­to­re anco­ra trop­po poco valo­riz­za­to. Il turi­smo rap­pre­sen­ta il 12% del Pil regio­na­le, con oltre 350mila occu­pa­ti. E neces­sa­rio soste­ner­lo e valo­riz­zar­lo dopo lo stop dei flus­si impo­sto dal Covid. Abbia­mo la cultura, abbia­mo un patri­mo­nio archeo­lo­gi­co e sto­ri­co ine­sti­ma­bi­le, uni­to a una ric­chez­za pae­sag­gi­sti­ca altret­tan­to uni­ca. E abbia­mo davan­ti oppor­tu­nità uni­che: i fon­di del Pnrr, il Giu­bi­leo e si spe­ra Expo 2030. Ne bene­fi­cerà Roma, ma anche tut­ta la Regio­ne che è fat­ta di tan­tis­si­me bel­lez­ze ingiu­sta­men­te con­si­de­ra­te mino­ri. Sono i bor­ghi, i pic­co­li comu­ni, per­le sco­no­sciu­te ai più, che il turi­sta cer­ca sem­pre di più dopo la pan­de­mia, pro­prio perché è alla ricer­ca di espe­rien­ze più a misu­ra e auten­ti­che. E il Lazio ine­splo­ra­to che però deve esse­re mes­so nel­le con­di­zio­ni di soprav­vi­ve­re e cre­sce­re. Lo si può fare solo col­man­do il diva­rio infra­strut­tu­ra­le e digi­ta­le rispet­to ai gran­di cen­tri. Luni­ca stra­da per crea­re svi­lup­po soste­ni­bi­le, lavo­ro e fer­ma­re lo spo­po­la­men­to. In più, i pic­co­lihan­no dal­la loro un ambien­te incon­ta­mi­na­to, gra­zie al mino­re con­su­mo di suo­lo, e pos­so­no dav­ve­ro esse­re gli avam­po­sti di una tran­si­zio­ne “green” più pro­fon­da e rapi­da. Que­sto lho toc­ca­to con mano nel­la mia espe­rien­za di sinda­co.

Altro tema cal­do è quel­lo del­le infra­strut­tu­re. Asso­lu­ta­men­te sì. Il Lazio ha biso­gno di infra­strut­tu­re moder­ne, affi­da­bi­li e sicu­re. Linter­mo­da­lità è il futu­ro, linte­gra­zio­ne tra fer­ro,  appun­to le fer­ro­vie, gom­ma, la rete via­ria, i por­ti e gli aero­por­ti. La coe­sio­ne ter­ri­to­ria­le è il futu­ro, con­net­te­re le aree inter­ne del­la Regio­ne e i gran­di cen­tri urba­ni vuol dire svi­lup­podif­fu­so. La mobi­lità soste­ni­bi­le è il futu­ro, ce lo impo­ne lEuro­pa, il NextGene­ra­tion Eu. Ci impo­ne la digi­ta­liz­zazione del­le reti di tra­spor­to e la sicu­rez­za del­le infra­strut­tu­re. A pro­po­si­to di sicu­rez­za, ser­ve un pia­no Mar­shallper quel­la stra­da­le. Gli inci­den­ti sono la pri­ma cau­sa di mor­te tra i gio­va­ni. Ledu­ca­zio­ne stra­da­le deve esse­re mate­ria sco­la­sti­ca; le arterie più peri­co­lo­se van­no map­pa­tee su quel­le biso­gna inter­ve­ni­re, e poi i dispo­si­ti­vi in gra­do di pre­ve­ni­re la gui­da peri­co­lo­sa per sé e per gli altri. La Ue ha fis­sa­to entro il 2050 lobiet­ti­vo di azze­ra­re le vit­ti­me e i feri­ti gra­vi sul­le stra­de, la cosid­det­ta Vision Zero. Comin­cia­mo, seria­men­te, ad appli­ca­re alcu­ne misu­re: la ridu­zio­ne dei limi­ti di velo­cità urba­ni a 30 km/h e a 50 km/h sul­le arte­rie cit­ta­di­ne ad alto scor­ri­men­to; la ridi­stri­bu­zio­ne del­le risor­se rac­col­te con le mul­te pro­prio per miglio­ra­re la sicu­rez­za fisi­cadel­la rete via­ria; tol­le­ran­za zero per la gui­da in sta­to di ebbrez­za; il coin­vol­gi­men­to del­la cit­ta­di­nan­za per aumen­tar­ne la con­sa­pe­vo­lez­za e la tec­no­lo­gia di cui biso­gna dota­re le nuo­ve vet­tu­re. Pen­sia­mo allalco­lock, una sorta di eti­lo­me­tro per auto, già uti­liz­za­to in diver­si Pae­si: se il tas­so alco­le­mi­co del gui­da­to­re è ele­va­to, il moto­re non par­te. Sal­ve­rem­mo tan­te vite.

Scuo­la, for­ma­zio­ne e lavo­ro, un tri­no­mio impre­scin­di­bi­le? Dei gio­va­ni si par­la poco e per loro si fa altret­tan­to poco, men­tre sono il futu­ro. Quel futu­ro si costrui­sce pro­prio sui ban­chi. Nel Lazio, dati Cen­sis, il 21% dei ragaz­zi tra i 15 e i 29 anni non stu­dia, non lavo­ra e non fa for­ma­zio­ne. Le azio­ni di con­trasto alla disper­sio­ne sco­la­sti­ca sono prio­ri­ta­rie. Il dirit­to allo stu­dio deve poi esse­re garan­ti­to dav­ve­ro a tut­ti, con par­ti­co­la­re riguar­do ai più biso­gno­si. Van­no imple­men­ta­te le risor­se desti­na­te al bonus scuo­la e alle bor­se di stu­dio. Va avvia­to un piano di alfa­be­tiz­za­zio­ne digi­ta­le per i docen­ti. Van­no dota­te le scuo­le del­le tec­no­lo­gie didat­ti­che ade­gua­te. Va avvia­to un cen­si­men­to, di con­cer­to con i Comu­ni, sul­la sicu­rez­za degli isti­tu­ti, perché gli inter­ven­ti di edi­li­zia sco­la­sti­ca non sono meno importan­ti del­la didat­ti­ca. Quan­to al lavo­ro, va crea­ta occu­pa­zio­ne di qua­lità: qua­li­fi­ca­ta, paga­ta digni­to­sa­men­te e sicu­ra. Sicu­ra quan­to al posto di lavo­ro e sul posto di lavo­ro. Le mor­ti sul lavo­ro sono spes­so la diret­ta con­se­guen­za di lavo­ro nero o gri­gio, del­la man­can­za di pro­te­zio­ni e tute­le. Tra le ille­ga­lità, c’è anche il capo­ra­la­to, pia­ga che non riguar­da ormai solo lagri­col­tu­ra. E neces­sa­rio dare mag­gio­re soste­gno allo svi­lup­po dellimpren­di­to­ria fem­mi­ni­le e gio­va­ni­le, favo­ren­do lacces­so al cre­di­to. E poi fon­da­men­ta­le ren­de­re la vita faci­lea quan­ti deci­do­no di fare impre­sa nel Lazio e il pri­mo pas­so è quel­lo di una buro­cra­ziasem­pli­ce e leg­ge­ra. Spet­ta alla Regio­ne, inol­tre, met­te­re in cam­po inter­ven­ti spe­ci­fi­ci per favo­ri­re il rein­se­ri­men­to delle per­so­ne che han­no per­so il lavo­ro per cri­si azien­da­li e non sono più “gio­va­nis­si­me.

Poli­ti­che socia­li e dirit­ti, ci dica la sua. Su que­sto pun­to abbia­mo le idee chia­re: pre­sen­te­re­mo un pia­no in Regio­ne per la pre­sa in cari­co glo­ba­le del­la per­so­na fragi­le, a par­ti­re dal­la Leg­ge Qua­dro sul­la Disa­bi­lità vota­ta nel­la pre­ce­den­te legi­sla­tu­ra. Una Regio­ne che vuo­le defi­nir­si civi­ledeve poi assi­cu­ra­re for­ma­zio­ne e inclu­sio­ne lavo­ra­ti­va alle per­so­ne con disa­bi­lità. Tan­ti gio­va­ni fra­gi­li, una vol­ta fini­ta la scuo­la, si ritro­va­no a casa soli, pro­prio perché non han­no alcu­na pos­si­bi­lità di inte­gra­zio­ne nel mon­do del lavo­ro. Altra que­stio­ne prio­ri­ta­ria, aumen­ta­re i con­tri­bu­ti per i care­gi­ver. C’è poi una pro­po­sta che vor­rei fare: dota­re i pre­si­di sani­ta­ri di inter­pre­ti Lis per faci­li­ta­re lacces­so alle cure dei pazien­ti sor­do­mu­ti. Pre­ve­dia­mo, inol­tre, mec­ca­ni­smi di pre­mia­lità per quei Comu­ni che appli­ca­no fat­ti­va­men­te il Peba, il Pia­no di Eli­mi­na­zio­ne del­le Bar­rie­re Archi­tet­to­ni­che. La Regio­ne deve poten­zia­re poi gli inter­ven­ti e i pro­get­ti che favo­ri­sca­no lacti­ve ageing, linvec­chia­men­to atti­vo, e lheal­thy ageing, linvec­chia­men­to in salu­te, che sono stret­ta­men­te col­le­ga­ti. Invec­chia­re in salu­te, fisi­ca e psi­chi­ca, vuol dire miglio­ra­re la qua­lità del­la vita del­le per­so­ne e vuol dire bene­fi­ci eco­no­mi­ci per linte­ra società. In que­sto modo si ridu­ce la spe­sa socio-sani­ta­ria e la spe­sa del­le fami­glie. Il ruo­lo svol­to dal Ter­zo Set­to­re, anche in que­sto caso, è cru­cia­le. Ter­zo Set­to­re con cui la Regio­ne deve lavorare in siner­gia e che deve soste­ne­re, per crea­re una rete di soli­da­rietà e inclu­sio­ne più este­sa.

Una bat­tu­ta sec­ca sullemer­gen­za abi­ta­ti­va. La Regio­ne deve pun­ta­re sullhou­sing socia­le, incre­men­ta­re gli inve­sti­men­ti sulledi­li­zia popo­la­re e pro­se­gui­re con gli inter­ven­ti di recu­pe­ro del patri­mo­nio Ater.

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