SANITA’, PALOZZI(IAC): “FARE DI PIU’ PER LE PERSONE COLPITE DA CHERATOCONO”
10/11/2022Questo articolo è stato letto 992 volte!
“Reputiamo necessario e improcrastinabile che le istituzioni competenti lavorino maggiormente a tutela delle persone affette da Cheratocono, una malattia degenerativa della cornea, che si manifesta nell’infanzia o nella pubertà e progredisce in buona parte dei casi fino ai 35–40 anni e in alcuni soggetti può progredire anche oltre. Il Cheratocono colpisce ogni anno circa cinquanta persone ogni centomila, sia uomini che donne, è considerato come malattia rara, dunque chi ne viene colpito ha diritto al codice di esenzione RF0280 anche nella Regione Lazio. Per poter sfruttare l’esenzione è necessario rivolgersi a strutture pubbliche dove a causa delle liste di attesa per avere la prima visita oculistica si può arrivare ad aspettare anche più di anno rendendo quindi di fatto inefficace il codice stesso: un contesto delicato e complesso che richiede l’intervento della Regione Lazio. Per questa ragione, abbiamo già depositato una interrogazione in cui chiediamo quali azioni si possono adottare al fine di poter potenziare l’attuale codice di esenzione RF0280 prevedendo un’eventuale priorità nelle liste di attesa per i pazienti affetti da questa malattia rara, ed estendendo tale esenzione all’acquisto dei colliri e delle lenti a contatto, che ad oggi gravano completamente sul malato. Sarebbero azioni davvero importanti al miglioramento della vita sociale delle persone affette da Cheratocono”.
Così, in una nota, il consigliere regionale del Lazio e responsabile nazionale Enti Locali di Italia al Centro, Adriano Palozzi.
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Classe ’82, giornalista pubblicista dal 2012, cronista di strada dal 2007, scrivo ormai da tempo di sport, politica, sociale e cultura. Attualmente collaboro con testate dei Castelli Romani e della Capitale, fornendo al contempo prestazioni e consulenze di comunicazione per numerose realtà territoriali, private e pubbliche. Laziale, teatrante, animale sociale, adoro viaggiare, conoscere e nutrirmi della diversità, del nuovo, dello sconosciuto.