Vivere in una discarica: Stefano Guidani con Banca Generali fotografa la povertà estrema a Città del Guatemala

Vivere in una discarica: Stefano Guidani con Banca Generali fotografa la povertà estrema a Città del Guatemala

29/08/2022 0 Di Marco Montini

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Vive­re in una disca­ri­ca: Ste­fa­no Gui­da­ni con Ban­ca Gene­ra­li foto­gra­fa la pover­tà estre­ma a Cit­tà del Gua­te­ma­la

Ogni ora, cir­ca 300 camion pie­ni di rifiu­ti fan­no il pro­prio ingres­so all’interno del­la gran­de disca­ri­ca che rac­co­glie l’immondizia del­la più popo­lo­sa zona urba­na di tut­to il Cen­tro Ame­ri­ca:Ciu­dad del Gua­te­ma­la. Qui, in quel­la che vie­ne chia­ma­ta “disca­ri­ca del­la zona 3” negli ulti­mi 40 anni si è svi­lup­pa­ta una vera e pro­pria comu­ni­tà di per­so­ne che pro­va­no a soprav­vi­ve­re in con­di­zio­ni di estre­ma pover­tà, traen­do il poco neces­sa­rio per vive­re da ciò che il resto del­la cit­tà scar­ta, ovve­ro i rifiu­ti. Secon­do alcu­ne sti­me, nel­la disca­ri­ca del­la zona 3 vivo­no oggi oltre 30 mila per­so­ne sti­pa­te in allog­gi pre­ca­ri e di for­tu­na, sen­za acces­so a acqua cor­ren­te. Una situa­zio­ne estre­ma che la pan­de­mia ha reso anco­ra più dispe­ra­ta, chia­man­do la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le a un inter­ven­to quan­to mai neces­sa­rio e rapi­do. Par­te da que­sta imma­gi­ne il rac­con­to dell’ottavo capi­to­lo di BG4SDGs – Time to Chan­ge, il pro­get­to di Ste­fa­no Guin­da­nicon Ban­ca Gene­ra­liper appro­fon­di­re lo sta­to dell’arte del pro­ces­so di rag­giun­gi­men­to dei 17 obiet­ti­vi dell’Agenda Onu 2030. In que­sta occa­sio­ne, l’obiettivo di Ste­fa­no Guin­da­ni si è sof­fer­ma­to ad inda­ga­re la situa­zio­ne rela­ti­va al Sustai­na­ble Deve­lo­p­ment Goal (Sdg) nume­ro 1 “Eli­mi­na­re la pover­tà in tut­te le sue for­me e ovun­que”. Secon­do un report del­la World Bank – si leg­ge in una nota -, al mon­do ci sono cir­ca tre miliar­di di per­so­ne che risie­do­no in aree urba­ne e pro­du­co­no 1,3 miliar­di di ton­nel­la­te di rifiu­ti soli­di ogni anno. In un Pia­ne­ta il cui cli­ma gri­da sem­pre più aiu­to, è evi­den­te che ridur­re que­sti spre­chi sia più che fon­da­men­ta­le. Eppu­re al mon­do c’è chi tra i rifiu­ti non solo ci vive, ma addi­rit­tu­ra con­ta su di essi per riu­sci­re a sfa­mar­si. In Cen­tro Ame­ri­ca, ad esem­pio, il feno­me­no del­le comu­ni­tà che vivo­no nei basu­re­ros è costan­te­men­te in aumen­to in real­tà come Hai­ti, il Nica­ra­gua, l’Honduras e lo stes­so Gua­te­ma­la.

In que­sti luo­ghi nei qua­li ton­nel­la­te di ogget­ti giac­cio­no per decen­ni in atte­sa di com­ple­ta­re il pro­prio ciclo di vita, inte­ri grup­pi socia­li pro­va­no a soprav­vi­ve­re tra immon­di­zia, rot­ta­mi, cat­ti­vi odo­ri e tota­le assen­za del­le mini­me con­di­zio­ni igie­ni­che. Pro­prio lì dove gli ogget­ti sono abban­do­na­ti a loro stes­si sen­za alcun pro­get­to di recu­pe­ro, fami­glie di uomi­ni, don­ne e bam­bi­ni ten­ta­no dispe­ra­ta­men­te di arri­va­re a fine gior­na­ta recu­pe­ran­do qual­che avan­zo di cibo o strac­ci con cui vestir­si. “È stra­no pen­sa­re che è il benes­se­re di pochi rovi­na l’esistenza di mol­ti ma al tem­po stes­so ne per­met­te la soprav­vi­ven­za; in un modo dif­fi­ci­le da imma­gi­na­re, ma è solo con gli scar­ti del­la socie­tà evo­lu­ta che anche i basu­re­ros pos­so­no per­met­te­re alle loro fami­glie la soprav­vi­ven­za”, ha com­men­ta­to Guin­da­ni. Stan­do ai dati del World Food Pro­gram­me– l’agenzia del­le Nazio­ni Uni­te che si occu­pa di assi­sten­za ali­men­ta­re – oggi nel mon­do ci sono 795 milio­ni di per­so­ne che vivo­no in con­di­zio­ne di pover­tà asso­lu­ta. In altre paro­le – si leg­ge anco­ra -, più di un ter­re­stre su die­ci vive con meno di 1,90 dol­la­ri al gior­no, la soglia eco­no­mi­ca che defi­ni­sce la dif­fe­ren­za tra pover­tà e pover­tà asso­lu­ta. La mag­gio­ran­za di que­ste (il 42,7 per cen­to) vive nell’Africa Sub­sa­ha­ria­na ma si trat­ta di un feno­me­no che sta cre­scen­do a tut­te le lati­tu­di­ni, com­pli­ce anche la pan­de­mia che ha aggra­va­to la situa­zio­ne in Asia, Ame­ri­ca Lati­na e per­fi­no in Euro­pa. In que­sto con­te­sto, è evi­den­te che l’Sdg nume­ro 1 rive­ste una impor­tan­za cru­cia­le che è indub­bia­men­te supe­rio­re a tut­ti gli altri 16 obiet­ti­vi. Scon­fig­ge­re la pover­tà è una prio­ri­tà del­la socie­tà con­tem­po­ra­nea, ma occor­ro­no siner­gie e pro­get­ti inter­na­zio­na­li. La solu­zio­ne più effi­ca­ce nel­la lot­ta alla pover­tà è quel­la lega­ta all’istruzione, uni­ca stra­da per far emer­ge­re le per­so­ne da con­te­sti socio eco­no­mi­ci depres­si. Ecco allo­ra che pro­get­ti come quel­li del­le scuo­le di stra­da ad Hai­ti pos­so­no rive­lar­si deci­si­vi per orien­ta­re il futu­ro di inte­re gene­ra­zio­ni ver­so una dire­zio­ne più lumi­no­sa.

Pre­sen­ta­to lo scor­so 15 set­tem­bre 2021 a Mila­no, BG4SDGs – Time to Chan­ge pro­se­gui­rà ora per altri nove mesi al fine di appro­fon­di­re tut­ti i 17 SDGs dell’Agenda Onu 2030. Per cia­scu­no di essi, la chia­ve adot­ta­ta dal foto­gra­fo sarà dupli­ce: da un lato si pun­ta ad evi­den­zia­re l’azione nega­ti­va dell’uomo sull’ambiente e sul­la comu­ni­tà, dall’altro come lo stes­so gene­re uma­no abbia inve­ce una straor­di­na­ria capa­ci­tà di recu­pe­ro attra­ver­so solu­zio­ni inno­va­ti­ve e soste­ni­bi­li. Nel­la sua ricer­ca, Guin­da­ni spa­zie­rà oltre i con­fi­ni ita­lia­ni ricer­can­do casi cri­ti­ci e situa­zio­ni di eccel­len­za anche all’estero: Bra­si­le, Nor­ve­gia e Austra­lia, ma anche Sta­ti Uni­ti, Tur­chia e Suda­fri­ca. Ad affian­car­lo c’è un accom­pa­gna­to­re d’eccezione come Alber­to Sal­za, antro­po­lo­go tra i più apprez­za­ti a livel­lo inter­na­zio­na­le, che cure­rà i testi del pro­get­to e sug­ge­ri­rà alcu­ni dei pro­get­ti da moni­to­ra­re. L’Sdg nume­ro 1 “Eli­mi­na­re la pover­tà in tut­te le sue for­me e ovun­que” è l’ottavo obiet­ti­vo pre­sen­ta­to in que­sta serie.

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