Roma. PCI: caro-bollette contro  lavoratori, famiglie e piccole imprese

Roma. PCI: caro-bollette contro lavoratori, famiglie e piccole imprese

11/04/2022 0 Di Maurizio Aversa

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Sonia Peco­ril­li, che ha pre­sie­du­to il Con­gres­so regio­na­le PCI ed ora è Segre­ta­ria del­la Fede­ra­zio­ne PCI di Lati­na. Oltre che com­po­nen­te del­la segre­te­ria regio­na­le


“In un anno 36% in più di distac­chi del­le uten­ze per man­ca­to paga­men­to! Secon­do auto­re­vo­li stu­di ripor­ta­ti su impor­tan­ti gior­na­li di eco­no­mia, il 15% del­le fami­glie ita­lia­ne e del­le pic­co­le impre­se non può paga­re le bol­let­te del gas e del­l’e­let­tri­ci­tà. – Denun­cia in una nota il PCI Lazio per voce del Segre­ta­rio Ore­ste del­la Posta e di Sonia Peco­ril­li, neoe­let­ta Segre­ta­ria del­la Fede­ra­zio­ne di Lati­na — Que­sti man­ca­ti paga­men­ti equi­val­go­no nel­lo scor­so mese di feb­bra­io a cir­ca 26 milio­ni di inso­lu­to, pari quin­di al 15,5 % . Nume­ri alla mano un “clien­te” su sei,- quin­di fami­glia o pic­co­la impre­sa — secon­do il cam­pio­ne di ana­li­si di Arte ( l’associazione degli ope­ra­to­ri finan­zia­ri ita­lia­ni che si occu­pa­no di ener­gia ) fati­ca oggi a ono­ra­re il con­trat­to di for­ni­tu­ra, con un incre­men­to medio dei distac­chi per moro­si­tà che è sta­to, sem­pre a feb­bra­io, di oltre il 36% rispet­to allo stes­so perio­do dell’anno pre­ce­den­te. Gli inso­lu­ti con­teg­gia­ti sono rela­ti­vi al mese di dicem­bre 2021. Nel mese di mar­zo il prez­zo dell’energia, come ci è noto, ha rag­giun­to nuo­vi mas­si­mi aumen­ti e le con­se­guen­ze di que­sta impen­na­ta le vedre­mo solo fra due mesi. Il pro­ble­ma è che il con­su­ma­to­re non rie­sce ad ave­re una per­ce­zio­ne imme­dia­ta dell’aumento dei prez­zi, come avvie­ne per esem­pio con la pom­pa di ben­zi­na. I con­su­ma­to­ri non sono sta­ti infor­ma­ti che a mar­zo le bol­let­te sono aumen­ta­te del 10% rispet­to a dicem­bre, la popo­la­zio­ne non ne ha la con­sa­pe­vo­lez­za. Sia­mo di fron­te dun­que ad una situa­zio­ne che sta sfug­gen­do di mano a tut­ti. Le con­se­guen­ze rischia­no di esse­re deva­stan­ti e sia­mo solo all’i­ni­zio. – con­ti­nua­no i due diri­gen­ti comu­ni­sti — I for­ni­to­ri ita­lia­ni stan­no cer­can­do di tam­po­na­re il feno­me­no adot­tan­do dove pos­si­bi­le mec­ca­ni­smi per favo­ri­re il rien­tro dei paga­men­ti. A oggi sono sta­ti atti­va­ti cir­ca 42.000 pia­ni di rateiz­za­zio­ne, di cui 25.000 cir­ca ricon­du­ci­bi­li a uten­ze dome­sti­che, il resto rela­ti­vi a impre­se che inci­do­no per l’80% sul valo­re gesti­to. Equi­va­len­te ad un debi­to di 7–800 euro in media per gli uten­ti dome­sti­ci, e di cir­ca 5mila euro per le par­ti­te iva e le pic­co­le impre­se. Le rateiz­za­zio­ni sono una moda­li­tà pre­vi­sta dal Dl Ener­gia, e quin­di già in attua­zio­ne con le seguen­ti cri­ti­ci­tà: da un lato abbia­mo le pic­co­le impre­se che pre­fe­ri­sco­no pia­ni di rien­tro per­so­na­liz­za­ti con maga­ri perio­di più lun­ghi, o rate più bas­se, e dal­l’al­tra gli ope­ra­to­ri finan­zia­ri in dif­fi­col­tà per­chè non han­no la pos­si­bi­li­tà di otte­ne­re gli aiu­ti mes­si a dispo­si­zio­ne dal Dl Ener­gia 2022. Rateiz­za­re signi­fi­ca alleg­ge­ri­re il costo del­le bol­let­te, biso­gna quin­di inter­ve­ni­re per allen­ta­re la pres­sio­ne, e non pro­lun­ga­re l’a­go­nia. Per le impre­se ser­vi­reb­be allo­ra mag­gio­re fles­si­bi­li­tà un con­to è rateiz­za­re i paga­men­ti di qual­che clien­te in dif­fi­col­tà, un altro è anda­re incon­tro alle esi­gen­ze di miglia­ia. – sot­to­li­nea­no anco­ra Del­la Posta e Peco­ril­li — Sia­mo arri­va­ti al limi­te: gli ope­ra­to­ri non rie­sco­no a reg­ge­re al fab­bi­so­gno di dena­ro cir­co­lan­te e mol­te real­tà che for­ni­sco­no ener­gia o gas, soprat­tut­to quel­le di una cer­ta dimen­sio­ne, rischia­no il default. Nel­la fat­tu­ra ci sono one­ri vari come acci­se, spe­se di tra­spor­to e dispac­cia­men­to che ven­go­no incas­sa­te e gira­te allo Sta­to: ser­vi­reb­be una dero­ga per tam­po­na­re la situa­zio­ne. Un cane che si mor­de la coda dun­que. Ci tro­via­mo di fron­te alla neces­si­tà di tute­la­re i con­su­ma­to­ri e le impre­se.

Una del­le imma­gi­ni dei post bre­vi che il PCI nazio­na­le, Dipar­ti­men­to Comu­ni­ca­zio­ne, sta dif­fon­den­do per denun­cia­re le poli­ti­che del Gover­no, del­la UE e degli USA (NATO)


Il PCI con­te­sta la solu­zio­ne che il gover­no ha mes­so in cam­po con il Decre­to Leg­ge Ener­gia 2022 in quan­to que­sto non risul­ta esse­re a lun­go rag­gio attua­bi­le; è neces­sa­rio costrui­re una base eco­no­mi­ca più soli­da comin­cian­do a ridur­re le dipen­den­ze ener­ge­ti­che stra­te­gi­che. Ridur­re la dipen­den­za non tan­to e non solo dal “gas rus­so”, ma dal­la non auto­suf­fi­cien­za stra­te­gi­ca del­le­ner­gia. Ad esem­pio con gran­de svi­lup­po del­le fon­ti rin­no­va­bi­li.- con­clu­do­no la nota i due segre­ta­ri del PCI — Occor­re difen­de­re il red­di­to non ci dob­bia­mo dimen­ti­ca­re le cri­ti­ci­tà pre­gres­se cau­sa­te da due anni di pan­de­mia deva­stan­te. E, soprat­tut­to, dal­la cri­si strut­tu­ra­le del­le eco­no­mie occi­den­ta­li da vari anni, che non pos­so­no esse­re risol­te con neo impe­ria­li­smi. Ave­re un mon­do mul­ti­po­la­re, non col domi­nio di qual­cu­no (USA) signi­fi­ca ave­re cir­co­la­ri­tà di beni, mate­rie pri­me, ener­gia. Attua­re un Pia­no Straor­di­na­rio che non spo­si la logi­ca adot­ta­ta pre­ce­den­te­men­te per con­tra­sta­re la pan­de­mia, attua­re una poli­ti­ca ener­ge­ti­ca auto­no­ma, sal­va­guar­da­re l’am­bien­te, così come una sovra­ni­tà ali­men­ta­re per ren­de­re l’I­ta­lia più auto­suf­fi­cien­te e meno assog­get­ta­ta all’Eu­ro­pa ed agli Sta­ti Uni­ti. A Dra­ghi, al Gover­no e alla UE dicia­mo pen­sa­te a poli­ti­che indu­stria­li e poli­ti­che ener­ge­ti­che vali­de e non a poli­ti­che di riar­mo. I lavo­ra­to­ri, le fami­glie, gli ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci non voglio­no paga­re la cri­si di un siste­ma (capi­ta­li­sti­co) e la ricer­ca del pri­vi­le­gio e dell’arricchimento di pochi con­tro i lavo­ra­to­ri a cui anco­ra non è sta­to anco­ra con­sen­ti­to di recu­pe­ra­re una infla­zio­ne che nel nostro si è sta man­gian­do i sala­ri più bas­si del con­ti­nen­te. Per que­sto il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, a fian­co dei lavo­ra­to­ri pro­muo­ve, con altri, lot­te con­tro il Gover­no e cam­bio di siste­ma.”.

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