Roma/Parigi. 1871–2021 i centocinquant’anni della Comune di Parigi. Un evento online domenica 21 marzo

Roma/Parigi. 1871–2021 i centocinquant’anni della Comune di Parigi. Un evento online domenica 21 marzo

19/03/2021 1 Di Maurizio Aversa

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Nor­ber­to Nata­li in un inter­ven­to al fian­co di Giu­lia­no Pra­sca


Nor­ber­to Nata­li, un comu­ni­sta che ha svol­to e svol­ge ruo­li di intel­let­tua­le e di diri­gen­te del­la vasta area dei comu­ni­sti orga­niz­za­ti e no, si sta cimen­tan­do, gra­zie alla pagi­na FB “La For­za del Popo­lo”, con l’organizzazione di un even­to per i 150 anni del­la Comu­ne di Pari­gi. Dome­ni­ca pros­si­ma 21 mar­zo alle ore 18, onli­ne, per ricor­da­re, appun­to, i 150 anni del­la Comu­ne di Pari­gi, Nata­li e quan­ti altri stan­no con­tri­buen­do all’evento, cer­ca­no di otte­ne­re che si col­le­ghi­no il mag­gior nume­ro di com­pa­gni e cono­scen­ti da coin­vol­ge­re.” A dif­fe­ren­za di un qual­sia­si dibat­ti­to tra com­pa­gni ita­lia­ni su que­stio­ni con­tin­gen­ti, — com­men­ta Nor­ber­to Nata­li — que­sto incon­tro (oltre che un inte­res­san­te occa­sio­ne di arric­chi­men­to cul­tu­ra­le) è anche una sor­ta di mani­fe­sta­zio­ne ‑lo sareb­be sta­ta sen­za pan­de­mia- e dun­que ha anche un valo­re sim­bo­li­co di omag­gio alla Comu­ne e ai comu­nar­di, ai loro idea­li e al loro sacri­fi­cio, un nume­ro impor­tan­te di col­le­ga­men­ti in diret­ta.”. Qui è il sito vir­tua­le dove tro­va­re l’iniziativa: https://www.facebook.com/norberto.natali.7/posts/3771911159562775
Que­sta è la locan­di­na con gli inter­ven­ti pre­vi­sti:
1871–2021 Una spe­ran­za COMUNE: vive­re libe­ri, sen­za padro­ni!
150 anni dopo “l’as­sal­to al Cie­lo”, dimen­ti­ca­re la Comu­ne di Pari­gi?
Incon­tro dibat­ti­to onli­ne.
Ne par­lia­mo con:
— Prof. MARC LAGANA – Asso­cia­zio­ne Ami­ci del­la Comu­ne di Pari­gi (in col­le­ga­men­to da Pari­gi)
— GAEL DE SANTIS – gior­na­li­sta de L’Humanité (in col­le­ga­men­to da Pari­gi)
— VALERIO PICCIONI – gior­na­li­sta
— CHIARA DI DOMENICO – scrit­tri­ce
— LENNY BOTTAI – Par­ti­to Comu­ni­sta
— CORINNE PALIDDA – Fede­ra­zio­ne Gio­va­ni­le Comu­ni­sta Ita­lia­na
— NICOLÒ MARTINELLI – Gio­va­ni Comunisti/e PRC
— PAOLO SPENA – Fron­te del­la Gio­ven­tù Comu­ni­sta
— IGOR CAMILLI – Patria Socia­li­sta
— NORBERTO NATALI – pagi­na fb La For­za del Popo­lo
Coor­di­na: CRISTINA BENVENUTI
Dome­ni­ca 21 mar­zo, ore 18.00
In diret­ta Face­book sul­le pagi­ne La For­za del Popo­lo e Patria Socia­li­sta.

Dal sito nazio­na­le del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no


Intan­to, già sono pre­sen­ti, sia sul sito nazio­na­le del PCI la sot­to­li­nea­tu­ra dell’importanza del­la data con, in pri­ma pagi­na una pre­ci­sa dedi­ca: “150 anni fa a Pari­gi, dopo la disa­stro­sa scon­fit­ta del­la guer­ra fran­co-prus­sia­na, avven­ne la pri­ma rivo­lu­zio­ne socia­li­sta che die­de alla luce la Comu­ne di Pari­gi, dimo­stran­do per la pri­ma vol­ta nel­la sto­ria che un mon­do diver­so di quel­lo capi­ta­li­sta era pos­si­bi­le. #PCI”.
Men­tre Cosi­mo Cerar­di, segre­ta­rio del­la Fede­ra­zio­ne PCI di Vare­se, appro­fon­di­sce il tema e il rilie­vo poli­ti­co, maga­ri uti­le pro­prio all’appuntamento di dome­ni­ca.
Scri­ve Cerar­di: “Il 2 set­tem­bre 1870 l’imperatore Napo­leo­ne III, scon­fit­to nel­la bat­ta­glia di Sedan, si arre­se ai prus­sia­ni. Due gior­ni dopo i repub­bli­ca­ni di Pari­gi con una rivo­lu­zio­ne incruen­ta decre­ta­ro­no la fine dell’impero e pro­cla­ma­ro­no la nasci­ta del­la Ter­za Repub­bli­ca. Sot­to la gui­da di un gover­no prov­vi­so­rio resi­stet­te­ro al nemi­co sino al gen­na­io del 1871, quan­do la capi­ta­le fu costret­ta a capi­to­la­re dopo un asse­dio di quat­tro mesi. I pari­gi­ni ave­va­no resi­sti­to com­bat­ten­do con un cor­po di volon­ta­ri arma­ti, la Guar­dia Nazio­na­le, in cui gli ope­rai era­no in mag­gio­ran­za. Nel­le ele­zio­ni del feb­bra­io ’71 vin­se­ro i con­ser­va­to­ri eleg­gen­do Adol­phe Thiers, tipi­co rap­pre­sen­tan­te del­la Fran­cia mode­ra­ta, che vole­va riap­pa­ci­fi­car­si con la Prus­sia accet­tan­do le duris­si­me con­di­zio­ni di Bismark (che pre­ve­de­va­no l’ingresso del­le trup­pe tede­sche nel­la capi­ta­le). La bor­ghe­sia però non ave­va fat­to i con­ti con gli ope­rai che non vole­va­no far­si met­te­re il pie­de sul col­lo, con­si­de­ran­do­si solo in sta­to di armi­sti­zio con i prus­sia­ni. Dopo il crol­lo dell’impero e la resa alla Prus­sia di Bismark, la Guar­dia Nazio­na­le infat­ti ave­va con­ser­va­to il suo arma­men­to ed elet­to un Comi­ta­to Cen­tra­le. Lo scon­tro fra Pari­gi rivo­lu­zio­na­ria e patriot­ti­ca e la bor­ghe­sia con­ser­va­tri­ce e tra­di­tri­ce era ine­vi­ta­bi­le. La rot­tu­ra defi­ni­ti­va con Thiers si ebbe quan­do il gover­no, che ave­va sede a Ver­sail­les, pre­te­se la con­se­gna del­le armi e, in par­ti­co­la­re, dei can­no­ni instal­la­ti sull’altura di Mont­mar­tre.
Nel mar­zo del 1871, men­tre il gover­no di Thiers sta­va anco­ra nego­zian­do una pace ingiu­sta con Bismark, gli ope­rai pari­gi­ni, che ave­va­no acqui­sta­to una deter­mi­na­zio­ne ed una auto­no­mia poli­ti­ca assai più ele­va­ta che nel pas­sa­to, insor­se­ro. Ponen­do­si alla testa degli atri stra­ti popo­la­ri det­te­ro l’ assal­to al pote­re bor­ghe­se pren­den­do nel­le loro mani il pote­re poli­ti­co. – Con­ti­nua la su espo­si­zio­ne il diri­gen­te del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no — La Comu­ne non fu un orga­ni­smo di tipo par­la­men­ta­re come quel­li che sia­mo abi­tua­ti a vede­re negli sta­ti bor­ghe­si. Essa riu­ni­va in se l’aspetto legi­sla­ti­vo e quel­lo ese­cu­ti­vo. I suoi mem­bri appar­te­ne­va­no a diver­se cor­ren­ti poli­ti­che. La mag­gio­ran­za era costi­tui­ta segua­ci del rivo­lu­zio­na­rio Louis-Augu­ste Blan­qui, socia­li­sti più per istin­to di clas­se che per coscien­za scien­ti­fi­ca. La mino­ran­za era inve­ce com­po­sta pre­va­len­te­men­te da segua­ci di Pier­re-Jose­ph Prou­d­hon, mem­bri del­la sezio­ne fran­ce­se dell’Associazione inter­na­zio­na­le dei lavo­ra­to­ri. Altri era­no gia­co­bi­ni, altri era­no anco­ra era­no rivo­lu­zio­na­ri indi­pen­den­ti, o radi­ca­li. – Quin­di Cerar­di enun­cia le basi del­la Comu­ne — Nei suoi pri­mi gior­ni di vita la Comu­ne pro­po­se misu­re a bene­fi­cio dei lavo­ra­to­ri e votò prov­ve­di­men­ti qua­li:
– l’ abo­li­zio­ne dell’ arruo­la­men­to obbli­ga­to­rio e dell’ eser­ci­to per­ma­nen­te e la sua sosti­tu­zio­ne con una strut­tu­ra arma­ta popo­la­re, la Guar­dia Nazio­na­le, com­po­sta da tut­ti i cit­ta­di­ni abi­li alle armi
– l’elezione per tut­ti gli impie­ghi ammi­ni­stra­ti­vi, giu­di­zia­ri, edu­ca­ti­vi con suf­fra­gio gene­ra­le degli inte­res­sa­ti e dirit­to per­ma­nen­te di revo­ca
– la retri­bu­zio­ne di tut­ti gli inca­ri­ca­ti di un ser­vi­zio pub­bli­co con sti­pen­dio non supe­rio­re al sala­rio di un ope­ra­io qua­li­fi­ca­to
– la tota­le sepa­ra­zio­ne del­la Chie­sa dal­lo sta­to, l’abolizione dei ver­sa­men­ti sta­ta­li a sco­pi reli­gio­si, l’esproprio di tut­ti i beni eccle­sia­sti­ci e la proi­bi­zio­ne di cro­ce­fis­si, pre­ghie­re e imma­gi­ni sacre nel­le scuo­le
– la col­let­ti­viz­za­zio­ne del­le fab­bri­che abban­do­na­te dai padro­ni, che dove­va­no esse­re riu­ni­te in socie­tà coo­pe­ra­ti­ve
– l’occupazione degli appar­ta­men­ti libe­ri, la sospen­sio­ne del­le sen­ten­ze di sfrat­to e moro­si­tà ed il con­do­no di tut­ti gli affit­ti dall’ otto­bre 1870 fino all’ apri­le 1871, sta­bi­len­do che quel­li già paga­ti vale­va­no come accon­to per il futu­ro
– la radi­ca­le rifor­ma dell’insegnamento, che pre­ve­de­va l’istituzione dell’istruzione gra­tui­ta, lai­ca ed obbli­ga­to­ria e la dif­fu­sio­ne di scuo­le fem­mi­ni­li e pro­fes­sio­na­li.
– l’abolizione del lavo­ro not­tur­no dei for­nai, l’ abo­li­zio­ne del­le mul­te e del­le ridu­zio­ni dei sala­ri
– l’abolizione dei “capo­ra­li” dell’ epo­ca, cioè di sen­sa­li nomi­na­ti dal­la poli­zia che effet­tua­va­no la regi­stra­zio­ne degli ope­rai e li sfrut­ta­va­no
– la rimes­sa ai depo­si­tan­ti di tut­ti gli ogget­ti del Mon­te di Pie­tà che non aves­se­ro un valo­re supe­rio­re ai 25 fran­chi e la sospen­sio­ne del­le ven­di­te
– l’abolizione del giu­ra­men­to poli­ti­co e pro­fes­sio­na­le.”

Sono evi­den­ti i carat­te­ri di clas­se dei sopra­ci­ta­ti prov­ve­di­men­ti, “prov­ve­di­men­ti” che man­ten­go­no per mol­ti aspet­ti una straor­di­na­ria attua­li­tà, furo­no adot­ta­ti in poche set­ti­ma­ne e per giun­ta in una cit­tà asse­dia­ta da due eser­ci­ti. A que­sti si aggiun­se­ro gli altri decre­ti con­cer­nen­ti i ser­vi­zi pub­bli­ci, l’approvvigionamento di Pari­gi asse­dia­ta, le ambu­lan­ze, l’assistenza pub­bli­ca, la dire­zio­ne dei musei e del­la biblio­te­ca. La Comu­ne fu vol­ta ver­so l’emancipazione com­ple­ta del­le don­ne che ebbe­ro un ruo­lo mol­to impor­tan­te in quel perio­do di lot­ta. Fu tra l’altro sop­pres­sa ogni distin­zio­ne tra figli legit­ti­mi e natu­ra­li, tra spo­sa­ti e con­vi­ven­ti. La Comu­ne pre­se anche ini­zia­ti­ve sim­bo­li­che come l’incendio del­la ghi­gliot­ti­na sot­to la sta­tua di Vol­tai­re, la distru­zio­ne del­la cap­pel­la costrui­ta a “ripa­ra­zio­ne” del­la ese­cu­zio­ne di Lui­gi XV, la con­fer­ma di tut­ti gli stra­nie­ri elet­ti nel­le loro cari­che, per sot­to­li­nea­re il carat­te­re inter­na­zio­na­li­sta del­la insur­re­zio­ne. Infi­ne l’abbattimento del­la colon­na Ven­do­me, costrui­ta con il bron­zo fuso dei can­no­ni di Napo­leo­ne, sim­bo­lo del­lo scio­vi­ni­smo e del­la isti­ga­zio­ne all’ odio fra i popo­li. Mal­gra­do la sua bre­ve espe­rien­za la Comu­ne di Pari­gi per­mi­se ai fon­da­to­ri del socia­li­smo scien­ti­fi­co, Marx e Engels, di trar­re una lezio­ne straor­di­na­ria che risul­tò una gui­da per il pro­le­ta­ria­to inter­na­zio­na­le nel­la sua lot­ta per il socia­li­smo. Per defi­ni­re la sostan­za del­la Comu­ne Engels scris­se: “il fili­steo social­de­mo­cra­ti­co recen­te­men­te si è sen­ti­to pre­so anco­ra una vol­ta da salu­ta­re ter­ro­re sen­ten­do l’espressione: dit­ta­tu­ra del pro­le­ta­ria­to. Ebbe­ne, signo­ri, vole­te sape­re come è que­sta dit­ta­tu­ra ? Guar­da­te la Comu­ne di Pari­gi. Que­sta fu la dit­ta­tu­ra del pro­le­ta­ria­to”.”. Que­sta ricor­ren­za, per mol­ti non una sem­pli­ce data, ma un con­te­ni­to­re pie­no di idea­li­tà e per­fi­no di incur­sio­ni nel­la attua­li­tà, espri­me anco­ra la for­za del con­fron­to sul­la tra­sfor­ma­zio­ne del­la socie­tà. Soprat­tut­to del­la tra­sfor­ma­zio­ne capi­ta­li­sti­ca in appro­do socia­li­sta. L’appuntamento di dome­ni­ca che Nor­ber­to Nata­li insie­me ad altri orga­niz­za e pro­po­ne è un modo di con­di­vi­de­re que­sta aspi­ra­zio­ne, per dibat­te­re e per impe­gnar­si, cul­tu­ral­men­te e poli­ti­ca­men­te.

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