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MARINO. Dopo disastro Consiglio comunale, il PCI: riannodare fili unitari antifascisti. E’ possibile ancora perseguire giusti obbiettivi indicati da ANPI.
18/05/2020Questo articolo è stato letto 4477 volte!
Il consiglio comunale di Marino, il 14 e 15 maggio scorsi, con la regia di Sindaco, Giunta, Maggioranza, coinvolti da centrosinistra e ANPI, hanno ottenuto, purtroppo, due sconfitte; quello di non aver cancellato la cittadinanza onoraria a Mussolini; quella di non aver concesso, tributato, la cittadinanza onoraria a Liliana Segre e altre vittime dell’Olocausto. Il sindaco del Comune di Marino, avv. Carlo Colizza, il presidente del consiglio comunale, Gabriele Narcisi, i capigruppo dei raggruppamenti consiliari, destra, centro, sinistra, tutti costoro, hanno ricevuto una lettera ufficiale dal PCI. Il protocollo registra che tale documento il PCI l’ha presentato il 4 febbraio 2020. Quindi una data che ha due caratteristiche: è precedente alla ufficializzazione dell’emergenza sanitaria, ed è stata presentata parecchio tempo fa. Prima che la Giunta decidesse, se l’ha fatto; prima che i capigruppo si riunissero, se sono stati convocati; prima della miseria istituzionale dimostrata dall’assise del 14 e 15 maggio scorsi. Miseria che, evidentemente è possibile in quanto il Partito Comunista Italiano non siede tra i banchi di Palazzo Colonna; inoltre con la non partecipazione al dibattito del PCI (consiglio comunale aperto) perché non l’hanno voluto gli attuali eletti e, comunque, la maggioranza M5S. Risultato: avendo timore del confronto coi comunisti, hanno raccolto un pugno di mosche e il vituperio per la città che si ritrova “contenta” (?) di avere Benito Mussolini cittadino onorario. Grazie per le vostre divisioni, rappresentanti della parte democratica e antifascista del consiglio comunale! Grazie per la vostra inaffidabilità, rappresentanti di maggioranza assoluta e guida del governo locale, consiglieri comunali del M5S! Ci tocca questa vergogna su Mussolini onorato a Marino, oltre che il mancato risarcimento morale – come giustamente richiesto dall’ANPI – per le vittime dell’Olocausto. La strada, non a caso unitaria, che aveva invocato il PCI nei mesi scorsi, purtroppo oggi viene avvalorata dalla controprova. Noi comunisti l’avevamo affermato: la vicenda cittadinanza onoraria di Mussolini era separata, dal riconoscimento a Liliana Segre e ad altre vittime , così come era separata dall’altra vergogna del voto del Parlamento Europeo che aveva equiparato nazismo e comunismo. Ci è stato chiesto che una visione antifascista favoriva un ragionamento unitario di condanna storica del nazismo e del fascismo e di riaffermazione dei valori della Resistenza e dell’antifascismo. Bene, siamo addivenuti ad una condivisione del ragionamento e chiesto di dare forza delle idee omogenee che potessero essere rappresentate in un consesso democratico istituzionale. Quindi abbiamo chiesto di svolgere un confronto pubblico, libero, plurale e democratico, in cui inserire l’attenzione per il tema della cittadinanza da cancellare; l’attenzione per il riconoscimento e risarcimento morale alle vittime; l’attenzione per la condanna della dozzinale affermazione dell’europarlamento (del resto sconfessata nei giorni successivi dal PD e dalla parte sinistra del Parlamento europeo) di equiparazione nazismo-comunismo. Tutto ciò come si è concretizzato? Per autonoma scelta politica che non ha coinvolto, anzi, ha escluso il PCI, si è dato vita ad un documento sul ritiro della cittadinanza e il riconoscimento ad un altro punto. Si è sorvolato sull’equiparazione come cosa non interessante. Si è sorvolato sulla richiesta di pubblico confronto. Risultato? Litigi. Consiglio comunale spaccato e con la scelta di aver salvato la cittadinanza a Mussolini. Maggioranza spaccata, con consiglieri M5S che hanno firmato la mozione dell’ANPI, consiglieri M5S che si sono resi irreperibili e M5S che ha fatto bocciare la mozione.
Sindaco, Giunta e maggioranza ininfluenti, inutili, incapaci di rappresentare le richieste già garantite a parole sull’antifascismo! Questi sono i risultati della mancata ricerca di unità come invocata dal PCI, questi sono i risultati della debolezza ideologica ed ideale sui temi dell’antifascismo. Questi sono i risultati della grande inutile forza di un Movimento che non è in grado di rappresentare la città nel suo insieme: soprattutto nella sua parte maggioritaria e migliore. Quella democratica, antifascista, che il rispetto per la resistenza e per i frutti, la Costituzione, che sono stati trasformati nella Repubblica italiana, li ha da sempre nel DNA: è una presenza composita, plurale, sana della nostra società. Noi comunisti ne siamo parte, non esclusivi rappresentanti. Ma certamente quella parte diventa debolissima e non raggiunge obbiettivi concreti se la parte che il Partito Comunista Italiano rappresenta viene esclusa. Un appello: Rimbocchiamoci le maniche. Torniamo ad esercitare la pratica unitaria. Torniamo a riproporre in altro modo i giusti obbiettivi già indicati al Comune di Marino. Il PCI è disponibile. Partendo dalle prese di posizione di ANPI, PD, UCS dopo il consiglio comunale, è ancora possibile cancellare vergogne e aprire riconoscimenti. Ripetiamo: il PCI è disponibile.
(Documento politico della Segreteria del PCI “E. Berlinguer” di Marino)
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