I REATI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

I REATI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

14/03/2020 0 Di Marco Montini

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Le erra­te infor­ma­zio­ni che cir­co­la­no in que­sti gior­ni ci impon­go­no di fare chia­rez­za sul­le respon­sa­bi­li­tà pena­li deri­van­ti dal­la vio­la­zio­ne del­le pre­scri­zio­ni recen­te­men­te impo­ste dal­la Pre­si­den­za del Con­si­glio dei Mini­stri al fine del con­te­ni­men­to del con­ta­gio del Covid-19.
Con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to alle limi­ta­zio­ni allo spo­sta­men­to del­le per­so­ne fisi­che all’interno di tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le (c.d zona ros­sa), è pre­vi­sta la respon­sa­bi­li­tà del tra­sgres­so­re ex art. 650 cod.pen.; tale norma,rubricata “inos­ser­van­za dei prov­ve­di­men­ti dell’Autorità”,prevede,sempre che il fat­to non costi­tui­sca un più gra­ve reato,l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a due­cen­to­sei euro.
Qua­lo­ra nell’autocertificazione — atte­stan­te che lo spo­sta­men­to avvie­ne per com­pro­va­te esi­gen­ze lavorative,situazioni di necessità,motivi di salu­te o,infine, rien­tro nel pro­prio domicilio,abitazione o resi­den­za – si dichai­ri il fal­so, risul­te­rà inte­gra­to anche il rea­to di cui all’art 483 cod.pen. (fal­si­tà ideo­lo­gi­ca com­mes­sa dal pri­va­to in atto pub­bli­co) che puni­sce, con la pena fino a due anni di reclu­sio­ne, la fal­sa atte­sta­zio­ne a un pub­bli­co uffi­cia­le dei fat­ti dei qua­li l’atto è desti­na­to a pro­va­re la veri­tà.
Da uno a cin­que anni di reclu­sio­ne ‚inve­ce, è la pena pre­vi­sta nel caso di col­po­sa dif­fu­sio­ne dell’epidemia ex art.452 cod.pen.
Ben più gra­ve è la respon­sa­bi­li­tà di colo­ro che volon­ta­ria­men­te con­ta­gi­no altre per­so­ne: oltre al caso limi­te dell’art 438 cod.pen.,che puni­sce con l’ergastolo chiun­que cagio­na una epi­de­mia median­te la dif­fu­sio­ne di ger­mi patogeni,possono esse­re con­te­sta­ti i rea­ti di cui all’art 575 cod.pen (omi­ci­dio volon­ta­rio) e all’art. 582 cod. pen. (lesio­ni per­so­na­li) rispet­ti­va­men­te nel caso di mor­te o di malat­tia dei sog­get­ti attin­ti dal mor­bo.

Vale­rio de Gio­ia e Pier­gior­gio Assum­ma

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