“Il ragazzo dai pantaloni rosa”: la lotta al bullismo e al cyberbullismo arriva a teatro

“Il ragazzo dai pantaloni rosa”: la lotta al bullismo e al cyberbullismo arriva a teatro

28/01/2020 0 Di Simone Bartoli

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Cine­ma tea­tro Don Bosco di Roma, vener­dì 24 gen­na­io, una fol­la di stu­den­ti ed inse­gnan­ti di 17 scuo­le roma­ne medie e supe­rio­ri per assi­ste­re alla pri­ma tap­pa nel­la capi­ta­le del­lo spet­ta­co­lo mul­ti­me­dia­le Il ragaz­zo dai pan­ta­lo­ni rosa, pro­dot­to da Bewow Edu, in tour in Ita­lia.

Fin qui nul­la di nuo­vo, se non fos­se che lo spet­ta­co­lo por­ta in sce­na per i ragaz­zi un tema mol­to deli­ca­to e pro­ble­ma­ti­co da affron­ta­re come quel­lo del bul­li­smo e del cyber­bul­li­smo, e lo fa in un modo inno­va­ti­vo, mul­ti­me­dia­le, per di più uti­liz­zan­do una lin­gua stra­nie­ra (lo spa­gno­lo) e con un mix di ingre­dien­ti tale da cat­tu­ra­re for­te­men­te l’attenzione del pub­bli­co, e ren­de­re la nar­ra­zio­ne avvin­cen­te.

Lo show, per la regia di Mar­co Car­luc­ci, affi­da la nar­ra­zio­ne al pro­fes­sor Jago, l’attore ita­lo-argen­ti­no Vin­cent Calo­ge­ro, che inte­ra­gi­sce con gli stu­den­ti per un’ora e mez­zo coin­vol­gen­do­li, men­tre in sce­na scor­ro­no imma­gi­ni e video ispi­ra­ti a fat­ti real­men­te acca­du­ti, con l’utilizzo di totem led, video­map­ping, instal­la­zio­ni mul­ti­me­dia­li, app inte­rat­ti­ve e son­dag­gi estem­po­ra­nei.

La tra­ma si arti­co­la in 6 vicen­de, ispi­ra­te a sto­rie vere e scel­te come sim­bo­lo del­la lot­ta al bul­li­smo. Si rac­con­ta di “Andrea — il ragaz­zo dai pan­ta­lo­ni rosa” (che dà il tito­lo all’opera), un quin­di­cen­ne stra­va­gan­te che pas­sa mol­to tem­po su inter­net, anche ama­to dal­le ragaz­ze, ma bul­liz­za­to dai suoi com­pa­gni. Infat­ti, dopo che la madre ha sba­glia­to il can­deg­gio, “tin­gen­do” di rosa i suoi pan­ta­lo­ni, Andrea deci­de di indos­sar­li comun­que, e da allo­ra i suoi coe­ta­nei lo met­to­no alla ber­li­na con insul­ti, scher­zi e deri­sio­ni inneg­gian­ti ad una pre­sun­ta omo­ses­sua­li­tà. Così Andrea, tor­na­to a casa, si toglie la vita strin­gen­do­si una sciar­pa attor­no al col­lo. La sto­ria vie­ne rac­con­ta­ta dagli atto­ri in un sus­se­guir­si di atmo­sfe­re sug­ge­sti­ve e sur­rea­li, accom­pa­gna­te da una colon­na sono­ra coin­vol­gen­te, crean­do una empa­tia col pub­bli­co che lan­cia imme­dia­ta­men­te mes­sag­gi di for­te impat­to quan­to di rin­no­va­ta ener­gia per supe­ra­re i momen­ti dif­fi­ci­li.

Si par­la poi di “Etto­re – un tipo alla moda”, un ragaz­zo di peri­fe­ria di 15 anni, scher­ni­to per­ché, non aven­do sol­di per com­pra­re i vesti­ti fir­ma­ti, un gior­no indos­sa un paio di scar­pe grif­fa­te ma fal­se. E poi si affron­ta la vicen­da di “Costan­za – il sogno del­la you­tu­ber”, una ragaz­za diver­sa­men­te abi­le di 17 anni, che vuo­le fare la you­tu­ber, e che spin­ta dai com­pa­gni a fare dei video per poi pren­der­la in giro, rie­sce a ribal­ta­re la situa­zio­ne e a far espor­re i bul­li sul­la gogna onli­ne.

“Nico­le – la prin­ci­pes­sa del­le paro­le” è inve­ce la sto­ria di una ragaz­za bel­lis­si­ma, anche scrit­tri­ce, ber­sa­glia­ta di insul­ti sul web dai suoi coe­ta­nei in for­ma ano­ni­ma, fino a che un gior­no le com­pa­gne di clas­se, invi­dio­se, la fan­no vio­len­ta­re dai com­pa­gni.

“Simo­na – fischiet­to rosa” è inve­ce una ragaz­za di 17 anni, arbi­tro di cal­cio, abi­tua­ta alle ingiu­rie del pub­bli­co, ma un gior­no minac­cia­ta pesan­te­men­te duran­te una par­ti­ta tan­to da dover lascia­re la sua pas­sio­ne.

“Toby – bal­le­ri­no con le ciam­bel­le”, ragaz­zo sovrap­pe­so di 16 anni, ha inve­ce un talen­to nasco­sto, che riu­sci­rà a fare emer­ge­re ribel­lan­do­si ai bul­li: è un feno­me­no del­la brea­k­dan­ce.

Lo spet­ta­co­lo è sta­to con­clu­so dal­la per­for­man­ce del rap­per Sub­ze, auto­re del­la can­zo­ne “Stop bul­ly­ing”, inno musi­ca­le di un pro­get­to didat­ti­co che va oltre la per­for­man­ce tea­tra­le, ma rap­pre­sen­ta un’occasione uni­ca per far riflet­te­re gio­va­ni e adul­ti, e la testi­mo­nian­za che la tec­no­lo­gia, se usa­ta con­sa­pe­vol­men­te, può aiu­ta­re a vei­co­la­re valo­ri sani e vir­tuo­si come la coo­pe­ra­zio­ne e la fidu­cia nel per­se­gui­men­to dei pro­pri sogni.

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