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Albano, poesia, magia, ironia: Cristicchi illumina di emozioni l’anfiteatro
28/07/2019Questo articolo è stato letto 2101 volte!
Concerto di Simone Cristicchi ad Albano laziale: oltre mille persone acclamano l’artista castellano d’adozione: “Che bello suonare qui dove vivo e scrivo”
di Daniele Priori
Da Biagio Antonacci a Sergio Endrigo.
Simone Cristicchi è tutto in questo variegato, eclettico e profondamente artistico moto di generosità verso la musica e i suoi autori tra i quali, con ironia e grazia, si dipana la carriera del cantautore, rapper, poeta, artista totale tra i protagonisti di maggior rilievo del bel cartellone di eventi di Anfiteatro estate, rassegna che da otto anni accende di musica e teatro la suggestiva area archeologica a monte del centro storico di Albano Laziale, trasformandola in una arena all’aperto di livello nazionale per la qualità delle proposte.
Così Abbi cura di me tour, lo spettacolo che ha preso le mosse dalla suggestiva partecipazione di Simone Cristicchi al Festival di Sanremo 2019, in giro per l’Italia da maggio, ieri ha avuto modo di risuonare nel cuore dei Castelli Romani, terra d’elezione per lui, “il luogo dove vivo e dove scrivo” ha detto Simone dal palco che per una sera ha trasformato il capelluto artista al pari di un vero profeta in patria, acclamato dagli oltre mille spettatori che hanno assistito ora commossi, ora divertiti a due ore di spettacolo dall’intensità rara.
Cristicchi, vero one man show, apre declamando versi, poi intona come un aedo dell’amore, della felicità e dell’umiltà “La cosa più bella del mondo” meraviglia di un uomo a confronto con la vita che diventa paternità.
Simone canta e recita. I bravissimi musicisti che lo accompagnano alternano arrangiamenti dallo swing al walzer fino al sirtaki che magicamente colorano e legano le hit più famose: da Vorrei cantare come Biagio a fino a Studentessa universitaria.
Lo spettacolo arriva al climax quando Simone conduce idealmente il pubblico a Trieste e ancora di più in Istria, dove con grande delicatezza e maestria da artista e uomo veramente libero, riesce a unire nella narrazione la tragedia umana profondamente personale della bellissima Laura Antonelli, nata a Pola, e quasi invocata da Simone nel brano Laura alle storie degli esuli istriano-dalmata raccontate all’interno del discusso spettacolo Magazzino 18 nel quale con coraggio Cristicchi fa dire loro: “Ci chiamavano fascisti, eravamo solo italiani”.
Per arrivare così in conclusione a un vero cortocircuito di note e emozioni.
Il concerto finisce, infatti, sulle montagne russe con il trittico sanremese: Ti regalerò una rosa, introdotta dalla parafrasi poetica di un’altra storia vera, quella di Antonio, omonimo del protagonista del brano vincitore del Festival 2006, vessato fino alla morte, avvenuta a primavera di quest’anno, dal branco di adolescenti di Manduria, in Puglia. Per poi ballare, tutti in piedi, sulle note di Meno male! irriverente omaggio alla modella Carla Bruni ai tempi del matrimonio con l’allora presidente francese Sarkozy, fino a chiudere il cerchio di magia e poesia sulle note del brano che ha dato il titolo all’intero, indimenticabile spettacolo Abbi cura di me.
E c’è davvero da sperare che i Castelli Romani ricordino più spesso di annoverare tra i propri cittadini artisti del calibro di Cristicchi. Dei quali avere cura per illuminare più spesso il territorio, proprio come ha saputo fare Albano in una magnifica e memorabile serata di fine luglio 2019.