LAZIO, NORMATIVA SU AMMINISTRAZIONE CONDIVISA BENI COMUNI E’ LEGGE

LAZIO, NORMATIVA SU AMMINISTRAZIONE CONDIVISA BENI COMUNI E’ LEGGE

13/06/2019 0 Di Redazione

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Il testo approvato oggi si propone di incentivare le forme di collaborazione tra “cittadini attivi” e amministrazioni nella gestione di beni materiali e immateriali di interesse collettivo 

Appro­va­ta oggi a mag­gio­ran­za (26 favo­re­vo­li e 6 aste­nu­ti) dall’Aula del Con­si­glio regio­na­le la pro­po­sta di leg­ge n. 128 dell’8 mar­zo 2019, “Pro­mo­zio­ne dell’amministrazione con­di­vi­sa dei beni comu­ni”. I beni comu­ni, come reci­ta l’articolo 2, com­ma 1, pun­to c) di que­sta leg­ge, riscrit­to oggi da un emen­da­men­to di Mar­ta Leo­no­ri, pri­ma fir­ma­ta­ria del­la pro­po­sta, sono “i beni, mate­ria­li e imma­te­ria­li, fun­zio­na­li al benes­se­re indi­vi­dua­le e col­let­ti­vo e agli inte­res­si del­le gene­ra­zio­ni futu­re e per i qua­li le ammi­ni­stra­zio­ni e i cit­ta­di­ni si atti­va­no, ai sen­si dell’articolo 118 com­ma 4 del­la Costi­tu­zio­ne per garan­tir­ne la frui­zio­ne col­let­ti­va e con­di­vi­de­re la respon­sa­bi­li­tà del­la cura, rige­ne­ra­zio­ne e gestio­ne in for­ma con­di­vi­sa degli stes­si”.

Il testo si com­po­ne di tre­di­ci arti­co­li. Il pri­mo defi­ni­sce l’oggetto e le fina­li­tà del­la leg­ge, men­tre il ter­zo l’ambito di appli­ca­zio­ne. Il quar­to arti­co­lo pre­ve­de la for­ma­zio­ne dei dipen­den­ti pub­bli­ci e il quin­to dispo­ne l’informatizzazione dei dati nell’amministrazione dei beni con­di­vi­si. Il sesto arti­co­lo riguar­da il rego­la­men­to sull’amministrazione con­di­vi­sa, che la Giun­ta regio­na­le dovrà adot­ta­re entro 120 gior­ni dall’approvazione del­la leg­ge, e le linee gui­da per l’adozione dei rego­la­men­ti degli enti loca­li. Que­sto arti­co­lo inol­tre disci­pli­na il pat­to di col­la­bo­ra­zio­ne tra ammi­ni­stra­zio­ni e cit­ta­di­ni atti­vi.

L’articolo 7 pre­ve­de l’elenco regio­na­le tele­ma­ti­co dei rego­la­men­ti degli enti loca­li dell’amministrazione con­di­vi­sa, isti­tui­to pres­so l’assessorato regio­na­le com­pe­ten­te in mate­ria di beni loca­li. L’attribuzione di van­tag­gi eco­no­mi­ci e altre for­me di soste­gno nell’ambito del pat­to di col­la­bo­ra­zio­ne sono con­te­nu­ti dell’articolo 8, men­tre il 9 trat­ta dei con­tri­bu­ti regio­na­li, con­ces­si annual­men­te ai cit­ta­di­ni atti­vi e agli enti loca­li per ambi­ti e tipo­lo­gie di ini­zia­ti­ve indi­vi­dua­te con deli­be­ra di Giun­ta. Intro­dot­to, con un emen­da­men­to del Movi­men­to 5 stel­le sube­men­da­to dall’assessore, un arti­co­lo 9 bis che inse­ri­sce in que­sta nor­ma­ti­va la cosid­det­ta clau­so­la valu­ta­ti­va, secon­do la qua­le il Con­si­glio regio­na­le eser­ci­ta il moni­to­rag­gio sul­la pre­sen­te leg­ge e ne valu­ta gli effet­ti.

“Abro­ga­zio­ni e dispo­si­zio­ni tran­si­to­rie” è il nuo­vo tito­lo dell’articolo 10, come modi­fi­ca­to da un emen­da­men­to del M5s, men­tre l’articolo 11 è la nor­ma finan­zia­ria, che pre­ve­de un fon­do di par­te cor­ren­te e uno in con­to capi­ta­le di 30 mila e 70 mila euro per il 2019, men­tre per gli anni seguen­ti gli impor­ti sono di cen­to­mi­la euro l’anno per ogni fon­do, sia per il 2020 che per il 2021.

La nor­ma­ti­va rap­pre­sen­ta, ha det­to nel­la sua rela­zio­ne Leo­no­ri, il pri­mo caso in Ita­lia di leg­ge di que­sto tipo, poi­ché fino­ra solo alcu­ne ammi­ni­stra­zio­ni loca­li, per pri­ma Bolo­gna, si era­no con­cen­tra­te su que­sto tema. Manu­ten­zio­ne del­le aree ver­di, gestio­ne di spa­zi e di beni imma­te­ria­li sono le mate­rie su cui si voglio­no coin­vol­ge­re i “cit­ta­di­ni atti­vi” nel­la col­la­bo­ra­zio­ne con le ammi­ni­stra­zio­ni. Stru­men­to prin­ci­pa­le è il “pat­to di col­la­bo­ra­zio­ne”, sul­la base dell’articolo 118 del­la Costi­tu­zio­ne, con il prin­ci­pio da esso san­ci­to di sus­si­dia­rie­tà oriz­zon­ta­le; ma anche la for­ma­zio­ne del per­so­na­le degli enti loca­li è impor­tan­te. Nel Lazio inve­ce, ha det­to anco­ra Leo­no­ri, esi­ste già un esem­pio di rego­la­men­to con­di­vi­so da tre comu­ni, quel­li del lago di Brac­cia­no. Leo­no­ri ha poi sot­to­li­nea­to il pre­zio­so con­tri­bu­to del lavo­ro svol­to in pri­ma com­mis­sio­ne, rin­gra­zian­do il pre­si­den­te Rodol­fo Lena, l’ufficio legi­sla­ti­vo e l’assessore Ales­san­dra Tron­ca­rel­li. “Finan­zia­men­ti sal­va­ti, anzi poten­zia­ti” per la manu­ten­zio­ne del ver­de, ha ricor­da­to infi­ne Leo­no­ri.

Nel cor­so del dibat­ti­to sono inter­ve­nu­te anche le due con­si­glie­re cui si deve la mag­gior par­te degli emen­da­men­ti appro­va­ti, Valen­ti­na Cor­ra­do del M5s e Mar­ta Bona­fo­ni (Lista Zin­ga­ret­ti). La pri­ma ha par­la­to di sal­va­guar­dia del ter­ri­to­rio come vero bene comu­ne, ma anche di “cri­ti­ci­tà defi­ni­to­rie”, che pos­so­no riper­cuo­ter­si sul buon fun­zio­na­men­to del­la nor­ma­ti­va. Un pas­so da fare a suo avvi­so sareb­be l’inserimento del­la tute­la dei beni comu­ni nel­lo sta­tu­to regio­na­le e impor­tan­te sareb­be anche inclu­de­re tra i beni comu­ni quel­li con­fi­sca­ti alle mafie. Per Cor­ra­do, infi­ne, fon­da­men­ta­le impor­tan­za ha la clau­so­la valu­ta­ti­va aggiun­ta al testo. “Inau­gu­ra­zio­ne di un filo­ne di pen­sie­ro” è inve­ce per Bona­fo­ni que­sta leg­ge che, “nel sol­co del lasci­to di Ste­fa­no Rodo­tà”, crea qua­si “una ter­za via tra pub­bli­co e pri­va­to”. “Rige­ne­ra­zio­ne urba­na” nel­le gran­di cit­tà è quel­la che pro­muo­ve que­sta leg­ge in cui “valo­re socia­le e isti­tu­zio­na­le van­no di pari pas­so”, ha con­clu­so Bona­fo­ni.

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