Lazio, Frosinone. Il PCI denuncia la drammaticità della situazione occupazionale

Lazio, Frosinone. Il PCI denuncia la drammaticità della situazione occupazionale

22/05/2019 0 Di Maurizio Aversa

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Il segre­ta­rio del PCI del Lazio, Ore­ste Del­la Posta


Lazio, Fro­si­no­ne. Il PCI denun­cia la dram­ma­ti­ci­tà del­la situa­zio­ne occu­pa­zio­na­le. Gover­no e siste­ma impre­se gli impu­ta­ti: man­ca­no inter­ven­ti e pro­gram­ma­zio­ne. I DATI SUL LAVORO NEL LAZIO E NELLA PROVINCIA DI FROSINONE

E’ oltre­mo­do dram­ma­ti­ca la real­tà occu­pa­zio­na­le nel Lazio, ancor più nel fru­si­na­te. Mez­zo milio­ne di disoc­cu­pa­ti su una popo­la­zio­ne di cin­que milio­ni di abi­tan­ti, inclu­si anzia­ni e bam­bi­ni, rischia di esse­re un tun­nel sen­za luce. Per que­sto, il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no ha stu­dia­to le car­te e i dati – quel­li non taroc­ca­ti per i TG a reti uni­fi­ca­te – ed il segre­ta­rio del Lazio, Ore­ste Del­la Posta ha avu­to modo di com­men­ta­re e denun­cia­re. “La rete Eures e la Uil del Lazio han­no ela­bo­ra­to alcu­ni dati sull’occupazione, giun­gen­do a del­le con­clu­sio­ni tutt’altro che con­for­tan­ti: si sti­ma­no oltre cin­que­cen­to­mi­la disoc­cu­pa­ti nel­la regio­ne Lazio, il che equi­va­le ad un aumen­to del­la disoc­cu­pa­zio­ne. – così ini­zia il segre­ta­rio comu­ni­sta — I set­to­ri che han­no fat­to regi­stra­re una dimi­nu­zio­ne degli occu­pa­ti sono il ter­zia­rio (-0,3% nell’ultimo anno) ed il lavo­ro auto­no­mo, che nell’ultimo quin­quen­nio è cala­to nel Lazio del 7,4%, più del dop­pio del­la media ita­lia­na. Pur essen­do sta­to intro­dot­to il red­di­to di cit­ta­di­nan­za, per via di alcu­ne com­pli­ca­zio­ni buro­cra­ti­che, anco­ra non sono sta­ti atti­va­ti i lavo­ri social­men­te uti­li che spet­te­reb­be­ro ai tito­la­ri di red­di­to. Se tut­to va bene, dovreb­be­ro par­ti­re a set­tem­bre. Le fasce di età mag­gior­men­te pena­liz­za­te sono i gio­va­ni di età com­pre­sa tra i ven­ti­cin­que ed i tren­ta­quat­tro anni e gli adul­ti che sono tra i qua­ran­ta­cin­que ed i cin­quan­ta­quat­tro anni. Vi sono segna­li posi­ti­vi inve­ce per quan­to riguar­da l’occupazione fem­mi­ni­le, che è cre­sciu­ta del­lo 0,2%, dell’industria (+2,8%) e dell’edilizia (+2,2%).” Ma non è tut­to, Ore­ste Del­la Posta sco­pre un velo che cer­ca di acco­mu­na­re il Lazio alle eco­no­mie for­ti nel Pae­se, pur­trop­po non è così. “Volen­do foca­liz­za­re l’attenzione in modo esclu­si­vo sul­la pro­vin­cia di Fro­si­no­ne, i dati non sono affat­to inco­rag­gian­ti. – con­ti­nua Del­la Posta — Nell’ultimo anno si sono per­si quat­tro­mi­la posti di lavo­ro, cosa che con­fer­ma come il ter­ri­to­rio sia più vici­no alle carat­te­ri­sti­che del Sud che del Cen­tro-Nord. Inol­tre, la mag­gior par­te dei posti di lavo­ro crea­ta negli ulti­mi anni, frut­to del­la dere­go­la­men­ta­zio­ne attua­ta nel­le ulti­me rifor­me, sono di poche ore, a chia­ma­ta, a tem­po deter­mi­na­to e pro­du­co­no buste paga da fame. I set­to­ri trai­no del­la pro­vin­cia di Fro­si­no­ne sono due: quel­lo far­ma­ceu­ti­co e quel­lo metal­mec­ca­ni­co. Per quan­to riguar­da il pri­mo, offre risvol­ti occu­pa­zio­na­li bas­si, per­ché essen­do ad alta inci­den­za tec­no­lo­gi­ca richie­de poca mano­do­pe­ra. A ciò si aggiun­ga che in futu­ro, a cau­sa del­la robo­tiz­za­zio­ne, infor­ma­tiz­za­zio­ne e digi­ta­liz­za­zio­ne saran­no espul­si sem­pre più lavo­ra­to­ri dal ciclo pro­dut­ti­vo. Per quan­to riguar­da inve­ce il set­to­re metal­mec­ca­ni­co del Cas­si­na­te, la reces­sio­ne si è fat­ta sen­ti­re. Da gen­na­io ad apri­le di quest’anno, Alfa Romeo ha ven­du­to sul mer­ca­to ita­lia­no 9.493 uni­tà con­tro le 18.000 dell’anno pre­ce­den­te. In ter­mi­ni per­cen­tua­li, c’è sta­to un calo pari al ‑49,6%. Inol­tre sta dimi­nuen­do il nume­ro dei dipen­den­ti atti­vi: pochi anni fa la fab­bri­ca supe­ra­va le 5.000 uni­tà e fino al 2018 era sopra le 4.000, ora con l’ondata di pen­sio­na­men­ti dovu­ti anche a “quo­ta cen­to” sono cala­ti a 3.850, sen­za che ci sia­no sta­te altre assun­zio­ni. – per que­sto, il segre­ta­rio del PCI del Lazio con­clu­de con una denun­cia con­tro Gover­no e impren­di­to­ri — Le pre­vi­sio­ni sono nere, per­ché fino­ra ci sono sta­ti cin­quan­ta­cin­que gior­ni di cas­sa inte­gra­zio­ne, ma que­sta sarà desti­na­ta ad aumen­ta­re per tut­to il 2019. Per que­sto moti­vo, le sigle sin­da­ca­li Cgil, Cisl e Uil han­no deci­so di unir­si per una gior­na­ta di scio­pe­ro pre­vi­sto per il 14 giu­gno pros­si­mo, affin­chè il gover­no ed il siste­ma del­le impre­se chia­ri­sca cosa inten­de fare, in ter­mi­ni di pia­ni per lo svi­lup­po indu­stria­le, sul ter­ri­to­rio.”.

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