Legambiente presenta il primo rapporto sulla mobilità a emissioni zero in italia

Legambiente presenta il primo rapporto sulla mobilità a emissioni zero in italia

16/04/2019 0 Di Redazione

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Le città elettriche

Legambiente presenta il primo rapporto sulla mobilità a emissioni zero in italia realizzato in collaborazione con MotusE

Ecco la nuova mobilità urbana: elettrica, connessa, condivisa, multimodale

Crescono gli spostamenti a zero emissioni (elettrici, bici, piedi): a Milano raggiungono il 52% 

La mappatura dell’offerta di mobilità non inquinante: sotto analisi 104 capoluoghi di provincia

Crescono le infrastrutture destinate alla ricarica dei veicoli elettrici: sono 5507 in tutta Italia le colonnine per le auto e 2684 per le due ruote 

Legambiente: “L’uscita dalla mobilità inquinante è già in atto, ma servono politiche nazionali e di sistema, a partire dall’abbandono delle fonti fossili, per ridurre l’inquinamento e rendere più vivibili le nostre città”

C’è una mobi­li­tà che cam­bia da nord a sud dell’Italia: una mobi­li­tà a emis­sio­ni zero, capa­ce di ridur­re lo smog e affron­ta­re la sfi­da impo­sta dai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci. Sem­pre più per­so­ne deci­do­no di spo­star­si in cit­tà con mez­zi non inqui­nan­ti: in bici­clet­ta o e‑bike, con i mez­zi pub­bli­ci a tra­zio­ne elet­tri­ca, com­pre­si i tre­ni urba­ni o anche a pie­di: nel caso di Mila­no que­sti spo­sta­men­ti rap­pre­sen­ta­no ormai più del 50% del tota­le.

È quan­to emer­ge dal rap­por­to Le cit­tà elet­tri­che  il pri­mo rap­por­to sul­la mobi­li­tà a emis­sio­ni zero in ita­lia, rea­liz­za­to da Legam­bien­te in col­la­bo­ra­zio­ne con Motu­sE (asso­cia­zio­ne per la mobi­li­tà elet­tri­ca) e pre­sen­ta­to que­sta mat­ti­na a Expo­Mo­ve, la fie­ra sul­la mobi­li­tà elet­tri­ca e soste­ni­bi­le in cor­so alla For­tez­za da Bas­so di Firen­ze, nell’ambito del con­ve­gno Mobi­li­tà elet­tri­ca nei comu­ni ita­lia­ni, rea­liz­za­to insie­me a Anci e Rai Pub­bli­ca Uti­li­tà.

Il rap­por­to ana­liz­za i dati dei 104 capo­luo­ghi ita­lia­ni attra­ver­so diver­si indi­ca­to­ri: dal­la dispo­ni­bi­li­tà di mez­zi elet­tri­ci, all’inquinamento, al tas­so di moto­riz­za­zio­ne, alla pre­sen­za di piste cicla­bi­li, al modal share, rea­liz­zan­do una pri­ma map­pa­tu­ra sull’offerta di mobi­li­tà a zero emis­sio­ni su tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le.  Il tas­so di moto­riz­za­zio­ne cala in qua­si tut­te le cit­tà d’Italia e non è un caso se il capo­luo­go lom­bar­do in vent’anni ha per­so ben 100mila auto e gua­da­gna­to altret­tan­ti abi­tan­ti, gra­zie a ad ambi­zio­se poli­ti­che loca­li e agli stru­men­ti che ne con­se­guo­no, tra tut­ti l’attivazione dell’Area B (low emis­sion zone) dopo il suc­ces­so dell’Area C (Con­ge­stion).

Sicu­ra­men­te a far­la da padro­na in Ita­lia è anco­ra una mobi­li­tà inqui­na­ta, con­ge­stio­na­ta, poco soste­ni­bi­le, ma c’è una rivo­lu­zio­ne ormai in atto e con una cre­sci­ta espo­nen­zia­le. Le gran­di cit­tà ita­lia­ne, sep­pur con per­cen­tua­li mol­to diver­se e anco­ra lon­ta­ne da Mila­no, rie­sco­no in ogni caso a com­bi­na­re siste­mi per con­sen­ti­re spo­sta­men­ti non inqui­nan­ti ai pro­pri cit­ta­di­ni. Lo stu­dio di Legam­bien­te rie­sce così a sti­ma­re e defi­ni­re l’accessibilità, da par­te dei cit­ta­di­ni a que­sti ser­vi­zi, come la quo­ta degli spo­sta­men­ti con il mez­zo pub­bli­co o con ser­vi­zi di sha­ring mobi­li­ty. A Bolo­gna ad esem­pio l’accessibilità rag­giun­ge il 40% e gli spo­sta­men­ti a zero emis­sio­ni (elet­tri­ci, bici, a pie­di) rap­pre­sen­ta­no il 39%. A Tori­no a fron­te di un’accessibilità (Tpl + bici +sha­ring) del 27% gli spo­sta­men­ti zero emis­sio­ni sono il 40%; a Napo­li i nume­ri evi­den­zia­no un 50% di movi­men­ti che già avven­go­no con mez­zi non inqui­nan­ti con un’accessibilità pari al 34%. Anco­ra, a Geno­va il 39% degli spo­sta­men­ti è zero emis­sio­ni (acces­si­bi­li­tà 36%); a Firen­ze il 17% (acces­si­bi­li­tà 26%) e a Roma il 20% (acces­si­bi­li­tà 27%).

«La sfi­da del cli­ma è la più urgen­te, glo­ba­le e dif­fi­ci­le che abbia­mo davan­ti per sal­va­re il Pia­ne­ta – sot­to­li­nea Edoar­do Zan­chi­ni, vice­pre­si­den­te nazio­na­le di Legam­bien­te –. Ma rap­pre­sen­ta anche un’occasione uni­ca per costrui­re con­cre­ta­men­te una mobi­li­tà a emis­sio­ni zero, attra­ver­so poli­ti­che capa­ci di riu­sci­re a far cre­sce­re gli spo­sta­men­ti in bici, a pie­di, il tra­spor­to pub­bli­co e la mobi­li­tà elet­tri­ca. Dob­bia­mo con­vin­cer­ci del fat­to che usci­re dall’inquinamento che con­trad­di­stin­gue i nostri cen­tri urba­ni è pos­si­bi­le e al con­tem­po pos­sia­mo riap­pro­priar­ci di piaz­ze e stra­de, ren­den­do più vivi­bi­li e sicu­re le nostre cit­tà. Le sto­rie e i nume­ri che rac­con­tia­mo nel nostro rap­por­to ci dico­no che sono tan­ti i segna­li posi­ti­vi, con una dispo­ni­bi­li­tà cre­scen­te dei cit­ta­di­ni a spo­star­si con mez­zi non inqui­nan­ti. Per dare il via a que­sta rivo­lu­zio­ne, però, ser­vo­no scel­te corag­gio­se e di siste­ma, poli­ti­che nazio­na­le che fino ad oggi sono man­ca­te per­ché non si può lascia­re tut­to alla buo­na volon­tà dei sin­da­ci. Occor­re dirot­ta­re le risor­se eco­no­mi­che, desti­na­te ieri come oggi a stra­de e auto­stra­de, ver­so gli inve­sti­men­ti per le aree urba­ne, per rilan­cia­re la ‘cura del fer­ro’ del tra­spor­to pub­bli­co e poten­zia­re il tra­spor­to fer­ro­via­rio per offri­re un’alternativa ai pen­do­la­ri».

«Lo stu­dio pre­sen­ta­to oggi – spie­ga Andrea Pog­gio, respon­sa­bi­le Mobi­li­tà Soste­ni­bi­le di Legam­bien­te che ha cura­to il rap­por­to – non va let­to come una clas­si­fi­ca, piut­to­sto come l’inizio di una nuo­va rivo­lu­zio­ne nel­la mobi­li­tà urba­na. Le novi­tà sono alme­no tre: nel­le cit­tà ci si muo­ve sem­pre di più, più ci si muo­ve meno si usa l’auto di pro­prie­tà e, infi­ne, ci si muo­ve sem­pre più smart, con­nes­si e mul­ti­mo­da­li. Si usa­no moda­li­tà e mez­zi diver­si anche per com­pie­re lo stes­so viag­gio. La mobi­li­tà a zero emis­sio­ni, se deman­da­ta alla sola mobi­li­tà pri­va­ta, con i pochi model­li pro­po­sti di auto e moto elet­tri­che, tut­ti anco­ra piut­to­sto cari o poco com­pe­ti­ti­vi, non ha i nume­ri oggi nep­pu­re per far­si vede­re. La vera dif­fe­ren­za la fa ovvia­men­te anco­ra il mez­zo pub­bli­co, ma sareb­be un erro­re se si con­si­de­ras­se suf­fi­cien­te. Il mez­zo pub­bli­co elet­tri­co fa la dif­fe­ren­za soprat­tut­to se in cit­tà si va in bici­clet­ta e ci sono ser­vi­zi di sha­ring mobi­li­ty. Insie­me sono vin­cen­ti. Insie­me sono in gra­do di ricon­dur­re alla mino­ran­za gli spo­sta­men­ti con il moto­re a com­bu­stio­ne pri­va­to».

Una rivo­lu­zio­ne, quel­la del­la mobi­li­tà elet­tri­ca, rap­pre­sen­ta­ta anche dal­la cre­sci­ta espo­nen­zia­le del­le infra­strut­tu­re dedi­ca­te alla rica­ri­ca. Dal­lo scor­so anno ad oggi – secon­do l’elaborazione di Legam­bien­te su dati EvWay a gen­na­io 2019 — si è pas­sa­ti da 2.368 a 5.507 pre­se dispo­ni­bi­li omo­lo­ga­te per auto­mo­bi­li e rica­ri­che velo­ci (> 11 kW) in tut­ta Ita­lia e da 1.885 a 2.684 pre­se di rica­ri­ca per due ruo­te e rica­ri­che len­te (< 11 kW). I nume­ri, però, ci dico­no che c’è un’I­ta­lia che viag­gia a due velo­ci­tà anche su que­sto fron­te. In Lom­bar­dia è pre­sen­te il mag­gior nume­ro di pre­se per auto­mo­bi­li: ben 1134, più che rad­dop­pia­te rispet­to allo scor­so anno (era­no 519); men­tre sono 499 quel­le per le due ruo­te. In Tren­ti­no-Alto Adi­ge tro­via­mo 709 rica­ri­che per auto (era­no 354 nel 2018) e 200 per le due ruo­te. La Tosca­na si piaz­za al pri­mo posto per le infra­strut­tu­re dedi­ca­te alle due ruo­te con ben 699 pre­se (sono 524 quel­le per le auto). Anche in Vene­to si è assi­sti­ta a una cre­sci­ta espo­nen­zia­le del­le infra­strut­tu­re per auto­mo­bi­li e rica­ri­che velo­ci pas­sa­te in un anno da 144 a 528. Basi­li­ca­ta e Moli­se, inve­ce, chiu­do­no la clas­si­fi­ca: per la pri­ma regio­ne appe­na 27 pre­se per auto e 7 per le due ruo­te, men­tre nel­l’al­tra 8 e 5.

Legam­bien­te ricor­da che gli stes­si pia­ni del traf­fi­co del­le cit­tà sono oggi con­di­zio­na­ti, per leg­ge, ai pia­ni di mobi­li­tà soste­ni­bi­le (PUMS). Ed è nel­la defi­ni­zio­ne di que­sti pia­ni, di tran­si­zio­ne alla mobi­li­tà a Zero Emis­sio­ni, che pas­sa il cam­bia­men­to del­le nostre cit­tà. Per il PUMS di Mila­no, ad esem­pio, «lo spa­zio pub­bli­co è bene comu­ne», non par­cheg­gio di mez­zi pri­va­ti quin­di, ma ad uso dei cit­ta­di­ni. Così come avvie­ne anche in Euro­pa: Pari­gi ha deci­so di dimez­za­re lo spa­zio desti­na­to a par­cheg­gi e car­reg­gia­te.

Il rap­por­to, con­tie­ne anche 12 elet­tro­sto­rie, rac­con­ti di buo­ne pra­ti­che già atti­va­te nel ter­ri­to­rio ita­lia­no. Si par­te da Mila­no dove entro i pros­si­mi anni il tra­spor­to pub­bli­co loca­le, sarà pre­sto elet­tri­co, rin­no­va­bi­le e effi­cien­te. Già oggi l’offerta di tra­spor­to pub­bli­co nel­la cit­tà metro­po­li­ta­na di Mila­no è poten­te, sia per enti­tà (650 milio­ni di pas­seg­ge­ri all’an­no), sia per il pre­do­mi­nio del­la tra­zio­ne elet­tri­ca, il 74% del­l’of­fer­ta, con 960 vet­tu­re metro­po­li­ta­ne, 535 tram e filo­bus in ser­vi­zio, 30 auto­bus elet­tri­ci e idro­ge­no. Entro il 2030 sarà com­ple­ta­ta que­sta tran­si­zio­ne. Anco­ra, l’esperienza del Cam­pus di Savo­na, dell’Università degli stu­di di Geno­va, tra­sfor­ma­to in una pic­co­la smart city dove oltre a una micro­re­te ener­ge­ti­ca intel­li­gen­te sono sta­te, tra le altre cose, instal­la­te anche 4 colon­ni­ne di rica­ri­ca per vei­co­li elet­tri­ci per pro­muo­ve­re una mobi­li­tà a zero emi­sio­ni. O come a Firen­ze dove il Comu­ne ha spe­ri­men­ta­to l’alleanza per flot­te di taxi elet­tri­che e a Ostu­ni (BR) dove si dimo­stra che anche spo­star­si per turi­smo può esse­re soste­ni­bi­le e a zero emis­sio­ni.

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