Puglia, Nardò, Emiliano inaugura l’ospedale di comunità

02/03/2019 0 Di Redazione

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Puglia, Nardò. Emiliano sull’ospedale: “Una struttura di lungodegenza a servizio del territorio”.

 

“Quan­do qual­che chiac­chie­ro­ne dice che noi chiu­dia­mo gli ospe­da­li, sap­pia che in real­tà nes­sun ospe­da­le è sta­to chiu­so: alcu­ni li stia­mo con­ver­ten­do per dare miglio­ri ser­vi­zi ai cit­ta­di­ni. Stia­mo rea­liz­zan­do in Puglia ospe­da­li sem­pre più spe­cia­liz­za­ti e strut­tu­re ter­ri­to­ria­li poten­zia­te”.

Lo ha dichia­ra­to il Pre­si­den­te del­la Regio­ne Puglia Miche­le Emi­lia­no a mar­gi­ne del taglio del nastro dell’Ospedale di Comu­ni­tà di Nar­dò: un nuo­vo impor­tan­te ser­vi­zio a dispo­si­zio­ne del­la popo­la­zio­ne (qua­si 94mila per­so­ne) dei sei comu­ni che fan­no rife­ri­men­to al Distret­to Socio Sani­ta­rio di Nar­dò.

Alle ceri­mo­nia di quest’oggi sono inter­ve­nu­ti il Pre­si­den­te del­la Regio­ne Puglia, il sin­da­co di Nar­dò, Pip­pi Mel­lo­ne, il vesco­vo del­la Dio­ce­si di Nar­dò-Gal­li­po­li, mons. Fer­nan­do Filo­gra­na, il Diret­to­re Ammi­ni­stra­ti­vo facen­te fun­zio­ne del Diret­to­re Gene­ra­le ASL Lec­ce, Anto­nio Pasto­re, il Diret­to­re Sani­ta­rio Rodol­fo Rol­lo e il Diret­to­re del Distret­to Socio Sani­ta­rio, Oron­zo Bor­gia.

“Uno dei modi — ha pro­se­gui­to il Pre­si­den­te Emi­lia­no- di con­ver­ti­re un ospe­da­le inu­ti­le o peri­co­lo­so e che costa trop­po per la comu­ni­tà, è quel­lo di tra­sfor­mar­lo in un ospe­da­le di comu­ni­tà. Signi­fi­ca, per esem­pio, che anzi­ché tene­re in casa per­so­ne mol­to anzia­ne o con malat­tie cro­ni­che e pos­si­bi­le ospi­tar­le qui con i medi­ci di fami­glia che le seguo­no e soprat­tut­to con un appa­ra­to di custo­dia, di sicu­rez­za, che è in gra­do di sol­le­va­re le fami­glie dal peso del­la gestio­ne di que­ste situa­zio­ni mol­to com­pli­ca­te. L’ospedale di comu­ni­tà è una strut­tu­ra aper­ta 24 ore su 24 e dota­ta di pun­to di pri­mo soc­cor­so, di radio­lo­gia di car­dio­lo­gia e di tut­ti i ser­vi­zi medi­ci uti­li. Non è un vero e pro­prio spe­da­le che, evi­den­te­men­te, ha spe­cia­liz­za­zio­ni per gesti­re le acu­zie. Que­sto è un modo diver­so per gesti­re le stes­se strut­tu­re, uti­liz­zan­do meglio il dena­ro del con­tri­buen­te e dan­do un ser­vi­zio miglio­re”. 

“Noi — ha con­clu­so Emi­lia­no- stia­mo divi­den­do le strut­tu­re tra quel­le per acu­zie e quel­le per lun­go degen­za e cro­ni­ci­tà. Peral­tro, lo fac­cia­mo non per­ché ce lo sia­mo inven­ta­to in Puglia, ma per­ché c’è una leg­ge nazio­na­le che né la Lega, né il PD né il Movi­men­to 5 Stel­le con­te­sta­no”.

Con i suoi 15 posti let­to atti­va­ti, l’Ospedale di Comu­ni­tà (tec­ni­ca­men­te: Uni­tà di Degen­za Ter­ri­to­ria­le) è il nuo­vo vol­to dell’assistenza sani­ta­ria del ter­ri­to­rio, poi­ché va ad arric­chi­re l’offerta del PTA che, a val­le del pro­ces­so di ricon­ver­sio­ne, rap­pre­sen­ta la secon­da gam­ba del nuo­vo model­lo sani­ta­rio regio­na­le imper­nia­to su Ospe­da­li sem­pre più spe­cia­liz­za­ti e strut­tu­re ter­ri­to­ria­li poten­zia­te. Un esem­pio tan­gi­bi­le di quel­la Sani­tà di pros­si­mi­tà su cui la Regio­ne Puglia e la Dire­zio­ne Stra­te­gi­ca del­la ASL Lec­ce stan­no pro­fon­den­do uno sfor­zo note­vo­le in ter­mi­ni di rior­ga­niz­za­zio­ne e inve­sten­do cospi­cue risor­se uma­ne, strut­tu­ra­li e stru­men­ta­li in gra­do di rispon­de­re effi­ca­ce­men­te al biso­gno di salu­te del­la popo­la­zio­ne.

La strut­tu­ra di Nar­dò, rica­va­ta negli spa­zi dell’ex Ospe­da­le e dota­ta di tut­ti i com­fort e i requi­si­ti orga­niz­za­ti­vi, ha supe­ra­to recen­te­men­te il vaglio dell’accreditamento isti­tu­zio­na­le del­la Regio­ne Puglia ed è la pri­ma strut­tu­ra del gene­re atti­va­ta nel­la ASL Lec­ce. Car­te in rego­la, dun­que, per dive­ni­re uno degli anel­li di con­giun­zio­ne tra la sani­tà ospe­da­lie­ra e quel­la ter­ri­to­ria­le, giac­ché in esso sarà pos­si­bi­le assi­ste­re i pazien­ti che, pur non neces­si­tan­do di rico­ve­ro, non pos­so­no esse­re segui­ti ade­gua­ta­men­te a domi­ci­lio. Dal pun­to di vista stra­te­gi­co, inol­tre, l’Ospedale di Comu­ni­tà (respon­sa­bi­le sani­ta­ria Maria Lui­gia Ful­gi­do) potrà offri­re pre­sta­zio­ni mol­to uti­li per allen­ta­re la pres­sio­ne su Pron­to Soc­cor­so e repar­ti ospe­da­lie­ri, in par­ti­co­la­re quel­li più espo­sti ai pic­chi d’affluenza cau­sa­ti da pato­lo­gie sta­gio­na­li.

Nuo­va anche la “filo­so­fia” assi­sten­zia­le che sta alla base dell’Ospedale di Comu­ni­tà, dove ope­re­rà un vero e pro­prio team assi­sten­zia­le for­ma­to da medi­ci di fami­glia, spe­cia­li­sti ter­ri­to­ria­li e infer­mie­ri. Si trat­te­rà, in defi­ni­ti­va, di atti­va­re un rico­ve­ro bre­ve (fino a 20 gior­ni) rivol­to a pazien­ti che, a segui­to di un epi­so­dio acu­to o per la ria­cu­tiz­za­zio­ne di pato­lo­gie cro­ni­che, neces­si­ta­no di inter­ven­ti sani­ta­ri a bas­sa inten­si­tà cli­ni­ca poten­zial­men­te ero­ga­bi­li a domi­ci­lio, ma che ven­go­no rico­ve­ra­ti in tali strut­tu­re in man­can­za di ido­nei­tà del domi­ci­lio stes­so (ido­nei­tà strut­tu­ra­le e/o fami­lia­re), o in quan­to neces­si­ta­no di assistenza/sorveglianza sani­ta­ria infer­mie­ri­sti­ca con­ti­nua­ti­va, anche not­tur­na, non ero­ga­bi­le a domi­ci­lio per moti­vi di natu­ra cli­ni­ca o socia­le, ovve­ro di assi­sten­za spe­cia­li­sti­ca su spe­ci­fi­ca neces­si­tà.

Un lavo­ro di squa­dra in cui gio­che­ran­no un ruo­lo da pro­ta­go­ni­sti i medi­ci di fami­glia — ed è una novi­tà rile­van­te -, i qua­li oltre ad esse­re il rife­ri­men­to prin­ci­pa­le per l’accesso, potran­no segui­re i pro­pri pazien­ti come se fos­se­ro a casa loro, aven­do però a dispo­si­zio­ne una strut­tu­ra deci­sa­men­te più con­so­na, dove sarà pos­si­bi­le effet­tua­re in tem­po rea­le visi­te spe­cia­li­sti­che ed esa­mi dia­gno­sti­ci e si potrà con­ta­re anche sull’intervento dei medi­ci di Guar­dia Medi­ca o del Ser­vi­zio Distret­tua­le di Con­ti­nui­tà Assi­sten­zia­le, non­ché sul­la pre­sen­za con­ti­nua­ti­va di infer­mie­ri sul­le 24 ore, 7 gior­ni la set­ti­ma­na, coa­diu­va­ti dagli Ope­ra­to­ri Socio Sani­ta­rio (OSS). Nell’Ospedale di Comu­ni­tà, insom­ma, sarà più sem­pli­ce cen­tra­re l’obiettivo del recu­pe­ro fun­zio­na­le, con la fina­li­tà di ripor­ta­re il pazien­te al pro­prio domi­ci­lio o in strut­tu­re ter­ri­to­ria­li cer­can­do di evi­ta­re un nuo­vo rico­ve­ro a bre­ve distan­za di tem­po.

L’attività del PTA di Nar­dò non si tra­du­ce sol­tan­to nell’Ospedale di Comu­ni­tà, fre­sco di aper­tu­ra, per­ché da tem­po vie­ne assi­cu­ra­to un cospi­cuo pac­chet­to di pre­sta­zio­ni attra­ver­so gli ambu­la­to­ri spe­cia­li­sti­ci: Car­dio­lo­gia, Chi­rur­gia pla­sti­ca, Der­ma­to­lo­gia, Ema­to­lo­gia, Endo­cri­no­lo­gia, Fisia­tria, Geria­tria, Neu­ro­lo­gia, Ocu­li­sti­ca, Odon­to­ia­tria, Onco­lo­gia, Orto­pe­dia, Oste­tri­cia e Gine­co­lo­gia, Neu­ro­lo­gia, Oto­ri­no­la­rin­go­ia­tria, Pneu­mo­lo­gia, Reu­ma­to­lo­gia, Tera­pia Antal­gi­ca, Uro­lo­gia. Peral­tro è pre­vi­sta l’attivazione degli ambu­la­to­ri di Chi­rur­gia Vasco­la­re e Gene­ti­ca Medi­ca oltre al Cen­tro per la Nutri­zio­ne Arti­fi­cia­le Domi­ci­lia­re (NAD).

In ter­mi­ni di ser­vi­zi si segna­la­no, poi, quel­li dedi­ca­ti all’Accesso uni­co alle cure, dal CUP alla Por­ta Uni­ca di Acces­so (per le cure domi­ci­lia­ri), ma anche le atti­vi­tà di Day Ser­vi­ce medi­ci (dia­be­to­lo­gia e iper­ten­sio­ne) e chi­rur­gi­che (inter­ven­ti per tun­nel car­pa­le, ernie ingui­na­li, cata­rat­ta) che qua­li­fi­ca­no par­ti­co­lar­men­te il PTA, assie­me al Cen­tro Pre­lie­vi, alla Dia­gno­sti­ca per imma­gi­ni e al Cen­tro Seno­lo­gi­co. E infi­ne, oltre ai ser­vi­zi stan­dard come il 118 e la Guar­dia Medi­ca, nel PTA sono pre­sen­ti gli ambu­la­to­ri del­le cro­ni­ci­tà: Cen­tro per i Distur­bi Cogni­ti­vi e Demen­ze (CDCD) e Cen­tro Anti­dia­be­ti­co.

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