BIMBI TRATTATI COME COSE INUTILI

BIMBI TRATTATI COME COSE INUTILI

12/01/2019 0 Di Redazione

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L’Opinione di Vincenzo Andraous

Anco­ra, anco­ra e anco­ra, in un asi­lo nido, in una scuo­la mater­na, in uno spa­zio dell’infanzia, anco­ra, anco­ra e anco­ra bot­te, per­cos­se, umi­lia­zio­ni, feri­te pro­fon­de, sui bim­bi, sui geni­to­ri, su una socie­tà allo sban­do, una col­let­ti­vi­tà ripe­tu­ta­men­te col­pi­ta alle spal­le, a tra­di­men­to.

Per­ché di un vero e pro­prio tra­di­men­to si trat­ta, dap­pri­ma cul­tu­ra­le, affet­ti­vo, comu­ni­ta­rio, nei riguar­di di crea­tu­re inno­cen­ti, indi­fe­se, incol­pe­vo­li.  Quan­do acca­do­no que­ste infa­mie così ben docu­men­ta­te dal­le imma­gi­ni del­le video came­re nasco­ste, non ci pos­so­no esse­re dub­bi sui cri­mi­ni com­mes­si, tan­to meno su chi li sta com­met­ten­do, e ancor di meno sull’onere del­la pro­va, per­ché incon­fu­ta­bi­le.

Trat­tan­do­si di rea­ti vera­men­te inde­gni, infar­ci­ti di una mise­ra­bi­li­tà dis-uma­na incon­ce­pi­bi­le, c’è da chie­der­si come sia pos­si­bi­le non usa­re lo stes­so metro di misu­ra in tema di giu­sti­zia, di giu­sta puni­zio­ne. Per un ladro di gal­li­ne, per qual­cu­no che ruba al super­mer­ca­to, in una casa, una mac­chi­na, e via dicen­do, il delin­quen­te in que­stio­ne lo si arre­sta, lo si tra­du­ce in car­ce­re, in atte­sa dell’eventuale dibat­ti­men­to.

Con una dif­fe­ren­za, che il ladro di cui sopra può acca­de­re che ven­ga rila­scia­to per­ché risul­ta­to inno­cen­te, estra­neo ai fat­ti, men­tre inve­ce chi alza le mani su un bam­bi­no, lo strat­to­na e ter­ro­riz­za, immor­ta­la­to dal­le video came­re, den­tro imma­gi­ni ine­qui­vo­ca­bi­li che non con­sen­to­no alcun gio­chi­no del­le par­ti, dun­que sen­za alcu­na pos­si­bi­li­tà di far­la fran­ca, di affer­ma­re che sta­va scher­zan­do, che si trat­ta di una esa­ge­ra­zio­ne, peg­gio, di una per­ce­zio­ne sba­glia­ta.

Ebbe­ne, que­sti edu­ca­to­ri così “pro­fes­sio­na­li” nel met­te­re in cam­po mal­trat­ta­men­ti, lesio­ni per­so­na­li e abu­so di trat­ta­men­ti scor­ret­ti, mai ven­go­no accom­pa­gna­ti in una cel­la, più sem­pli­ce­men­te allon­ta­na­ti e posti agli arre­sti domi­ci­lia­ri, mi doman­do per­ché?

Cosa c’è da tute­la­re, da tene­re in debi­ta con­si­de­ra­zio­ne, per fare o agi­re di rimes­sa nei con­fron­ti di que­ste per­so­ne che non meri­ta­no di vede­re nep­pu­re da lon­ta­no le  atte­nuan­ti pre­va­len­ti alle aggra­van­ti.

Allo­ra per­ché dopo tan­ta infa­mia, se ne dovreb­be­ro sta­re al como­do del pro­prio let­tuc­cio?

La digni­tà ha pre­so un’altra stra­da, que­ste don­ne, que­sti uomi­ni che dovreb­be­ro rap­pre­sen­ta­re l’educazione, esser i veri pro­ta­go­ni­sti  dell’importanza del­la gen­ti­lez­za, fau­to­ri del­la pazien­za, figli pre­di­let­ti del­la peda­go­gia del­la non­na, cioè del buon esem­pio, che signi­fi­ca sen­za ten­ten­na­men­ti gram­ma­ti­ca­li, ave­re pro­fon­do ribrez­zo di meto­di coer­ci­ti­vi o usa­re le mani come didat­ti­ca  edu­ca­ti­va.

Cre­do dav­ve­ro che la digni­tà sia anda­ta disper­sa come la con­sa­pe­vo­lez­za del  pro­prio valo­re che dovreb­be­ro custo­di­re sacral­men­te inve­ce di aggre­di­re  ver­bal­men­te e fisi­ca­men­te bam­bi­ni così pic­co­li.

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