MARINO. A BIBLIOPOP STREPITOSO SUCCESSO MOSTRA ZAMBUTO. E LA VIA FRANCIGENA ORA PASSA DA BIBLIOPOP.

MARINO. A BIBLIOPOP STREPITOSO SUCCESSO MOSTRA ZAMBUTO. E LA VIA FRANCIGENA ORA PASSA DA BIBLIOPOP.

16/12/2018 0 Di Maurizio Aversa

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E’ afo­no, in que­sta sua gior­na­ta di pic­co­lo trion­fo per­so­na­le – di cri­ti­ca e di pub­bli­co li pre­sen­te – il mae­stro Ste­fa­no Zam­bu­to. Ma, nono­stan­te la sot­ti­le voce roca che lo costrin­ge a dei lapi­da­ri “gra­zie” o a sus­sur­ra­re all’orecchio di chi comun­que vuol chie­der­gli una paro­la, ha fat­to in modo che emer­ges­se il pro­prio mes­sag­gio. Innan­zi­tut­to con l’originalità e la gran­dez­za del­le intui­zio­ni foto­gra­fi­che pro­po­ste; eppoi con un pic­co­lo accor­gi­men­to, com­pli­ce Mau­ri­zio Aver­sa che ha ripor­ta­to fedel­men­te qual­che suo pen­sie­ro. Indi­ca Zam­bu­to, che “ è fin trop­po evi­den­te che ognu­no di noi, in ogni aspet­to del­la pro­pria vita, per scel­ta, per con­ve­nien­ze, per vil­tà o per timo­re reve­ren­zia­le, adot­ta su di se del­le masche­re. E que­sta per­so­na­le rap­pre­sen­ta­zio­ne foto­gra­fi­ca sfi­da un po’ ognu­no a fare i con­ti con qua­le tipo di masche­ra in que­sto momen­to o riflet­ten­do a pro­prie situa­zio­ni, si è sen­ti­ta a pro­prio agio o rap­pre­sen­ta­to.”. Non a caso, poco dopo le 15.00, l’ora fis­sa­ta per la inau­gu­ra­zio­ne, la pri­ma cosa che si pre­oc­cu­pa di fare il mae­stro, è met­te­re in evi­den­za la fra­se di Wil­liam Sha­ke­spea­re che ha adot­ta­to per pre­sen­ta­re il pro­prio lavo­ro arti­sti­co: “Nascon­di ciò che sono e aiu­ta­mi a tro­va­re la masche­ra adat­ta alle mie inten­zio­ni”. Una par­ti­co­la­ri­tà, sot­to­li­nea­ta dal­la for­te vena uma­na di Ste­fa­no Zam­bu­to è che ha volu­to dedi­ca­re il risul­ta­to di que­sto pro­get­to idea­to e rea­liz­za­to in Came­run, a Nadia Fou­man, una del­le gio­va­ni model­le che coi loro vol­ti “tra­sfi­gu­ra­ti” sono pro­ta­go­ni­sti degli scat­ti. Infat­ti, Nadia è pur­trop­po scom­par­sa a 29 anni e que­sta, dopo il 2016, è la pri­ma occa­sio­ne che il pro­get­to vie­ne pre­sen­ta­to. Zam­bu­to coglie anche l’occasione per rin­gra­zia­re Acab/BibliPop che che ha avu­to la sen­si­bi­li­tà di acco­glie­re 12 anni di lavo­ro pro­fes­sio­na­le in Afri­ca. Rin­gran­zian­do altre­sì, i pro­ta­go­ni­sti: Nadia, Bren­da, Oli­ve, Ange-Satur­ne, Dago­bert, Elvi­re e Arnold, il cui sor­ri­so tra­vol­gen­te chiu­de la sequen­za degli scat­ti. La mostra è visi­ta­bi­le fino a saba­to 22 dicem­bre, con gli ora­ri col­le­ga­ti alla aper­tu­ra del­la Biblio­Pop, mat­ti­na e pome­rig­gio. A segui­re, quin­di sen­za “fer­mo-imma­gi­ne”, il pome­rig­gio di saba­to 15 dicem­bre, è con­ti­nua­to con l’altro appun­ta­men­to paral­le­lo e con­tem­po­ra­neo: la cono­scen­za del Grup­po dei Dodi­ci. Grup­po che ora, così come altre ric­che, vive, posi­ti­ve e pro­po­si­ti­ve asso­cia­zio­ni del ter­ri­to­rio han­no scel­to Biblio­Pop per pro­por­si alla cit­tà. In par­ti­co­la­re il Grup­po dei Dodi­ci, che ori­gi­na da una idea di Alber­to Alber­ti e che a Mari­no cono­scia­mo per l’attività sen­za sosta di Gian­car­lo For­te, è una asso­cia­zio­ne che invi­ta a coniu­ga­re la pas­sio­ne per il cam­mi­na­re, a quel­la per la cono­scen­za dei luo­ghi e del­la sto­ria, sen­za rinun­cia­re ad una dose di spi­ri­tua­li­tà in chi la vuo­le assu­me­re. “Sia­mo figli di tut­te le sto­rie che ci sono sta­te pri­ma di noi” ricor­da con una sot­to­li­nea­tu­ra di sem­pli­ce ed effi­ca­ce filo­so­fia uma­ni­sti­ca Alber­to Alber­ti nel­lo sco­pri­re la tar­ga che ora cam­peg­gia fuo­ri Biblio­Pop a testi­mo­nia­re che anche que­sto luo­go è un cen­tro di infor­ma­zio­ne con­cre­ta del Grup­po. Di più: ora, Biblio­Pop è inse­ri­ta – un po’ come ha suc­cin­ta­men­te ricor­da­to l’assessore Adol­fo Tam­ma­ro inter­ve­nu­to all’iniziativa – nel­la trat­ta dei Castel­li roma­ni che copre la via Fran­ci­ge­na del sud. E pro­prio que­sto per­cor­so, fat­to di imma­gi­ni spet­ta­co­la­ri (con ripre­se anche da dro­ne) è sta­to rac­con­ta­to nel fil­ma­to rea­liz­za­to dal Grup­po dei Dodi­ci in col­la­bo­ra­zio­ne con Blue Hun­ter. Una “cam­mi­na­ta” di oltre ottan­ta chi­lo­me­tri che toc­ca la pro­vin­cia di Lati­na (dai con­fi­ni con la Cam­pa­nia) pas­san­do per mol­tis­si­mi siti archeo­lo­gi­ci e castel­li e chie­se e luo­ghi sacri, tut­ti da voler visi­ta­re dopo aver­ne avu­to que­sto con­tat­to visi­vo e descrit­ti­vo. Dopo tan­to cam­mi­na­re si giun­ge a Roma, che era lo sco­po del per­cor­so dei vian­dan­ti del­la Fran­ci­ge­na, sco­pren­do che por­ta San Seba­stia­no, non è solo quel­la por­ta di ingres­so a Roma, ma una sor­ta di Daze­bao che nel tem­po ha rac­col­to mes­sag­gi di chi era giun­to o qua­si a desti­na­zio­ne. Uno dei graf­fi­ti trac­cia­ti sul­la pare­te di mar­mo del­la por­ta raf­fi­gu­ra l’arcangelo Miche­le che è pro­tet­to­re di chi si incam­mi­na­va e si incam­mi­na per que­sta via. Ed è la stes­sa effi­ge che vie­ne ritrat­ta ora nel­la tar­ga posta all’ingresso di Biblio­Pop. La con­clu­sio­ne del­la sera­ta, anche se il cam­mi­no è sta­to svol­to solo con le imma­gi­ni, è sta­to l’assaggio del­la “zup­pa del Pel­le­gri­no”: mine­stro­ne a pez­zi arric­chi­to di sca­glie di for­mag­gio e pez­zet­ti di pane tosta­to. Così, dopo cin­que gior­ni di mar­cia, giun­to a desti­na­zio­ne, Ansel­mo ha potu­to rifo­cil­lar­si.

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