L’ASSOCIAZIONISMO DEI MIGRANTI NELL’AREA METROPOLITANA DI ROMA

L’ASSOCIAZIONISMO DEI MIGRANTI NELL’AREA METROPOLITANA DI ROMA

26/11/2018 0 Di Redazione

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Pre­sen­ta­te il 23 novem­bre l’indagine e le pro­po­ste del­le asso­cia­zio­ni a isti­tu­zio­ni e Ter­zo Set­to­re

È sta­ta pre­sen­ta­ta il 23 novem­bre — in occa­sio­ne dell’iniziativa “Vie­ni a cono­scer­ci” orga­niz­za­ta da CESV-Cen­tro di Ser­vi­zio per il Volon­ta­ria­to del Lazio, insie­me a una rete di 20 asso­cia­zio­ni di migran­ti e ad altre asso­cia­zio­ni del ter­ri­to­rio in col­la­bo­ra­zio­ne con la Regio­ne Lazio — l’indagine L’associazionismo dei migran­ti nell’area metro­po­li­ta­na di Roma, rea­liz­za­ta all’interno del pro­get­to Ipo­cad (finan­zia­to dal pro­gram­ma dell’UE FAMI – Fon­do Asi­lo e Migra­zio­ne e Inte­gra­zio­ne) che ha come capo­fi­la la Regio­ne Lazio.

LE ASSOCIAZIONI. La ricer­ca ha map­pa­to 197 real­tà non pro­fit, in gran par­te loca­liz­za­te a Roma (solo il 12% ha sede nell’area metro­po­li­ta­na). Rispet­to ai cen­si­men­ti pre­ce­den­ti, risul­ta­no irre­pe­ri­bi­li 141 asso­cia­zio­ni: il 15% ha un’esperienza più che ven­ten­na­le, il 50% esi­ste da alme­no 10 anni, un 14%  è inve­ce nato più di recen­te. Dati, que­sti, che ritrag­go­no una real­tà dina­mi­ca — nel­la qua­le alle asso­cia­zio­ni ormai sto­ri­che se ne affian­ca­no ogni anno di nuo­ve — ma anche fra­gi­le, carat­te­riz­za­ta da una mor­ta­li­tà alta e dal­la fati­ca a cre­sce­re e a diven­ta­re sog­get­ti real­men­te rap­pre­sen­ta­ti­vi ed in gra­do di gesti­re inter­ven­ti di media e gran­de dimen­sio­ne.

Le real­tà cen­si­te sono soprat­tut­to orga­niz­za­zio­ni di volon­ta­ria­to (40%). Al secon­do e ter­zo posto ci sono le asso­cia­zio­ni cul­tu­ra­li (26% ) e quel­le di pro­mo­zio­ne socia­le (20%). Sono sta­te rile­va­te anche  6 asso­cia­zio­ni di secon­do livel­lo. Si trat­ta in gene­re di asso­cia­zio­ni pic­co­le, per il  94% com­po­ste da migran­ti di pri­ma gene­ra­zio­ne, anche se ce ne sono 11 com­po­ste da secon­de gene­ra­zio­ni. Ben il 40% è iscrit­to ad uno o più di uno dei regi­stri pub­bli­ci regio­na­li e nazio­na­li (in que­sto, le asso­cia­zio­ni sono soste­nu­te dai Cen­tri di Ser­vi­zio per il Volon­ta­ria­to del Lazio).

LE MOTIVAZIONI per cui l’associazionismo dei migran­ti nasce e ope­ra sono ricon­du­ci­bi­li a 3 macro-obiet­ti­vi: pro­muo­ve­re l’inclusione socia­le dei migran­ti; pro­muo­ve­re l’intercultura e la cono­scen­za reci­pro­ca tra socie­tà di acco­glien­za e comu­ni­tà immi­gra­te; pro­muo­ve­re la coo­pe­ra­zio­ne inter­na­zio­na­le e lo svi­lup­po dei pae­si di ori­gi­ne. Quin­di han­no fina­li­tà orien­ta­te sia ver­so l’interno del­le comu­ni­tà (come il mutuo aiu­to e il raf­for­za­men­to dei lega­mi comu­ni­ta­ri), sia ver­so l’esterno (come l’integrazione e il dia­lo­go inter­cul­tu­ra­le). Mino­ri­ta­ria, ma qua­li­ta­ti­va­men­te signi­fi­ca­ti­va, è la fina­li­tà del­la par­te­ci­pa­zio­ne poli­ti­ca, lega­ta alle asso­cia­zio­ni di secon­de gene­ra­zio­ni, che si bat­to­no per il rico­no­sci­men­to del­la cit­ta­di­nan­za ai figli degli immi­gra­ti.

GLI AMBITI DI INTERVENTO prin­ci­pa­li sono la pro­mo­zio­ne dei dirit­ti e del­la cit­ta­di­nan­za (61% degli enti map­pa­ti) e la tute­la lega­le e assi­sten­za nel­le pra­ti­che ammi­ni­stra­ti­ve (32%). Nel­la pra­ti­ca quo­ti­dia­na, que­sto  si tra­du­ce in nume­ro­se atti­vi­tà — cam­pa­gne di comu­ni­ca­zio­ne, spor­tel­li di segre­ta­ria­to socia­le, accom­pa­gna­men­to e inter­me­dia­zio­ne con i ser­vi­zi, ser­vi­zio lega­le — rivol­te nel­la mag­gior par­te dei casi alle per­so­ne stra­nie­re in gene­ra­le. A vol­te sono inve­ce tara­te sul­le esi­gen­ze di tar­get più spe­ci­fi­ci come don­ne migran­ti, secon­de gene­ra­zio­ni, per­so­ne tran­ses­sua­li.

I PUNTI DI FORZA. Le asso­cia­zio­ni di migran­ti a Roma sono un impor­tan­te stru­men­to di par­te­ci­pa­zio­ne e dia­lo­go, che met­te in cam­po una ric­chis­si­ma offer­ta di atti­vi­tà socia­li e cul­tu­ra­li a bene­fi­cio non solo dei migran­ti, ma di tut­ta la cit­ta­di­nan­za. Una pre­sen­za posi­ti­va non solo per ciò che fa, ma anche per l’immagine che tra­smet­te: quel­la di un feno­me­no migra­to­rio che met­te a dispo­si­zio­ne del ter­ri­to­rio ener­gie e capa­ci­tà e pro­du­ce capi­ta­le socia­le. La ricer­ca svol­ta a Roma ne met­te in luce le poten­zia­li­tà, ma anche le fra­gi­li­tà, sul­le qua­li biso­gne­reb­be inter­ve­ni­re per soste­ner­le.

I PUNTI DI DEBOLEZZA. Uno dei pun­ti debo­li riguar­da cer­ta­men­te le risor­se, sia eco­no­mi­che che uma­ne: è dif­fi­ci­le repe­ri­re sedi a prez­zi acces­si­bi­li, coin­vol­ge­re pro­fes­sio­na­li­tà di alto pro­fi­lo (fa ecce­zio­ne la figu­ra del media­to­re lin­gui­sti­co-cul­tu­ra­le che è pre­sen­te in mol­te real­tà), fare rac­col­ta fon­di. In gene­re non par­te­ci­pa­no a ban­di e avvi­si pub­bli­ci, anche per­ché non pen­sa­no di ave­re pos­si­bi­li­tà di vit­to­ria, anche se alcu­ne fan­no ecce­zio­ne, rife­ren­do buo­ne capa­ci­tà di pro­get­ta­zio­ne.

Altro pun­to debo­le è il rap­por­to con isti­tu­zio­ni e Pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne, le cui logi­che e il cui lin­guag­gio sono dif­fi­cil­men­te com­pren­si­bi­li, così come le pro­ce­du­re.

Dal­la ricer­ca emer­go­no anche, con evi­den­za, i biso­gni for­ma­ti­vi, soprat­tut­to rispet­to a: pro­get­ta­zio­ne e gestio­ne dei pro­get­ti, ammi­ni­stra­zio­ne e gestio­ne eco­no­mi­ca; comu­ni­ca­zio­ne ester­na, pro­mo­zio­ne e fun­drai­sing; aspet­ti giu­ri­di­ci; gestio­ne orga­niz­za­ti­va.

LE PROPOSTE. Duran­te il semi­na­rio che si è svol­to nell’ambito dell’iniziativa di oggi, le asso­cia­zio­ni han­no pre­sen­ta­to quat­tro pro­po­ste alle isti­tu­zio­ni e al Ter­zo set­to­re, per un lavo­ro comu­ne che aiu­ti l’associazionismo a cre­sce­re.

La pri­ma riguar­da il pro­ble­ma del­le sedi, che limi­ta for­te­men­te la capa­ci­tà del­le asso­cia­zio­ni di migran­ti di offri­re al ter­ri­to­rio atti­vi­tà socia­li, cul­tu­ra­li, spor­ti­ve.  La pro­po­sta è che le isti­tu­zio­ni indi­vi­dui­no una o più sedi da desti­na­re a “casa del­le asso­cia­zio­ni”.  Tra l’altro, con­di­vi­de­re una stes­sa sede per­met­te­reb­be la nasci­ta di reti e siner­gie ope­ra­ti­ve.

La secon­da pro­po­sta riguar­da l’accesso ai finan­zia­men­ti attra­ver­so ban­di e avvi­si pub­bli­ci, che in gene­re pre­ve­do­no requi­si­ti di acces­so che fini­sco­no per esclu­de­re gli enti di pic­co­la dimen­sio­ne e/o di recen­te costi­tu­zio­ne (soli­di­tà di bilan­cio, capa­ci­tà di cofi­nan­zia­re l’intervento, otte­ni­men­to del­le fide­jus­sio­ni bancarie/assicurative). La pro­po­sta è di costrui­re ban­di e avvi­si pub­bli­ci (alme­no sul tema immi­gra­zio­ne) pre­mian­do le pro­po­ste di pro­get­to che abbia­no tra i part­ner asso­cia­zio­ni di migran­ti. 

La ter­za  riguar­da i par­te­na­ria­ti stra­te­gi­ci con le real­tà del ter­zo set­to­re. Un aiu­to potreb­be veni­re attra­ver­so l’impegno di real­tà di ter­zo set­to­re più strut­tu­ra­te di accom­pa­gna­re la for­ma­zio­ne d’aula con for­me di tuto­rag­gio e accom­pa­gna­men­to, pos­si­bi­le gra­zie alla costru­zio­ne di par­te­na­ria­ti stra­te­gi­ci.

La quar­ta riguar­da la par­te­ci­pa­zio­ne ai pro­ces­si di costru­zio­ne del­le poli­ti­che pub­bli­che: le asso­cia­zio­ni di migran­ti riven­di­ca­no un’esperienza diret­ta e signi­fi­ca­ti­va sui temi dell’inclusione socia­le e dell’intercultura. La pro­po­sta è di pro­muo­ve­re spa­zi in cui pos­sa­no esse­re con­sul­ta­te o  par­te­ci­pa­re ai pro­ces­si di co-pro­gram­ma­zio­ne sui temi lega­ti alle migra­zio­ni.

La ricer­ca è sta­ta svol­ta tra luglio 2017 e mar­zo 2018 da un grup­po di ricer­ca­to­ri di  CESV–Centro Ser­vi­zi per il  Volon­ta­ria­to del Lazio, CEMEA del Mez­zo­gior­no, Asso­mol­da­ve, Coo­pe­ra­ti­va Folias, Asso­cia­zio­ne Tusco­la­na Soli­da­rie­tà. Han­no inol­tre for­ni­to il loro sup­por­to scien­ti­fi­co ricer­ca­to­ri dell’Università di Tor Ver­ga­ta e di Stu­dio Come.

LE ASSOCIAZIONI PARTNER. Asso­mol­da­ve, Asso­cia­zio­ne Pon­te Inter­na­zio­na­le, Asso­cia­zio­ne dei Togo­le­si del Lazio, CEMEA del Mez­zo­gior­no, Cam­rol, CESV, Don­ne a colo­ri, Euro­paeus, FILAAC, Fole­ja, Il Mon­do Blu, Inno­va, La Casa Boli­via­na, Le Ron­di­ni, Movi­men­to degli Afri­ca­ni, New Begin­ning, NCC-CCN, OMCVI, Obser­vo onlus, Taban­ka Onlus, Ucrai­na CreAt­ti­va.

LE ASSOCIAZIONI DEI MIGRANTI A ROMA: UNA REALTÀ DA VALORIZZARE

Sono molte, si basano sul volontariato, fanno tante cose, creano dialogo e positività. Una ricerca ce le racconta

Nell’area metro­po­li­ta­na di Roma l’ asso­cia­zio­ni­smo dei migran­ti rap­pre­sen­ta una real­tà dina­mi­ca, in gra­do di gio­ca­re un ruo­lo posi­ti­vo nei pro­ces­si di inclu­sio­ne e di pro­mo­zio­ne del dia­lo­go tra comu­ni­tà stra­nie­re e popo­la­zio­ne ita­lia­na. La dina­mi­ci­tà si vede dal fat­to che, alle asso­cia­zio­ni di migran­ti ormai sto­ri­che, se aggiun­go­no di nuo­ve ogni anno. Il ruo­lo posi­ti­vo è inve­ce rap­pre­sen­ta­to dal­la ric­chis­si­ma offer­ta di atti­vi­tà socia­li e cul­tu­ra­li, che van­no a bene­fi­cio non solo dei migran­ti, ma dell’intera cit­ta­di­nan­za. Inol­tre, l’associazionismo dei migran­ti può ave­re un impat­to costrut­ti­vo non solo per quel­lo che fa, ma anche per la posi­ti­va imma­gi­ne che tra­smet­te: quel­la di un feno­me­no migra­to­rio che met­te fat­ti­va­men­te a dispo­si­zio­ne del ter­ri­to­rio ener­gie e capa­ci­tà.

Que­sto non esclu­de che esi­sta­no anche ele­men­ti di fra­gi­li­tà: spes­so le asso­cia­zio­ni han­no vita bre­ve, altre vol­te con­ti­nua­no ad ope­ra­re, ma non cre­sco­no e sten­ta­no a fare quel sal­to neces­sa­rio a dive­ni­re sog­get­ti più rap­pre­sen­ta­ti­vi ed in gra­do di gesti­re inter­ven­ti di media e gran­de dimen­sio­ne.

Il qua­dro del­la situa­zio­ne è sta­to rico­strui­to dal­la ricer­ca “L’ asso­cia­zio­ni­smo dei migran­ti nell’area metro­po­li­ta­na di Roma”, nell’ambito del pro­get­to Ipo­cad (finan­zia­to dal pro­gram­ma dell’UE FAMI – Fon­do Asi­lo e Migra­zio­ne e Inte­gra­zio­ne), che vede come capo­fi­la la Regio­ne Lazio. Il lavo­ro di ricer­ca è sta­to svol­to tra luglio 2017 e mar­zo 2018 da un grup­po di ricer­ca­to­ri di  CESV – Cen­tro Ser­vi­zi al Volon­ta­ria­to del Lazio, CEMEA del Mez­zo­gior­no, Asso­mol­da­ve, Coo­pe­ra­ti­va Folias, Asso­cia­zio­ne Tusco­la­na Soli­da­rie­tà. Han­no inol­tre for­ni­to il loro sup­por­to scien­ti­fi­co ricer­ca­to­ri senior dell’Università di Tor Ver­ga­ta e di Stu­dio Come.

L’indagine ha pre­so in con­si­de­ra­zio­ne tut­te le real­tà del Ter­zo set­to­re (orga­niz­za­zio­ni di volon­ta­ria­to, pro­mo­zio­ne socia­le, ecce­te­ra), com­pre­se le coo­pe­ra­ti­ve, con sede lega­le nel ter­ri­to­rio metro­po­li­ta­no di Roma, che aves­se­ro una mag­gio­ran­za di soci di cit­ta­di­nan­za diver­sa da quel­la ita­lia­na o una mag­gio­ran­za del con­si­glio diret­ti­vo (o orga­ni assi­mi­la­bi­li) for­ma­to da per­so­ne di cit­ta­di­nan­za diver­sa da quel­la ita­lia­na.

associazionismo dei migranti
Le tipo­lo­gie del­le asso­cia­zio­ni dei migran­ti

LA MAPPA. La ricer­ca ha map­pa­to 197 real­tà pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio. Rispet­to a cen­si­men­ti pre­ce­den­ti, risul­ta­no ave­re ces­sa­to la pro­prio atti­vi­tà o comun­que risul­ta­no irre­pe­ri­bi­li altre  141 asso­cia­zio­ni (il 39% di quel­le cono­sciu­te): un dato che sta sen­za dub­bio a testi­mo­nia­re un’alta mor­ta­li­tà dell’ asso­cia­zio­ni­smo dei migran­ti.

L’88% del­le asso­cia­zio­ni ha sede lega­le in uno dei Muni­ci­pi di Roma: rima­ne comun­que un 12% di asso­cia­zio­ni con sede lega­le negli altri comu­ni dell’area metro­po­li­ta­na.

Si trat­ta pre­va­len­te­men­te di orga­niz­za­zio­ni di volon­ta­ria­to (40%). Al secon­do e ter­zo posto vi sono le asso­cia­zio­ni cul­tu­ra­li (26% ) e quel­le di pro­mo­zio­ne socia­le (20%). Sono sta­te rile­va­te anche  6 asso­cia­zio­ni di 2° livel­lo, che rag­grup­pa­no diver­se altre asso­cia­zio­ni pre­sen­ti su tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le.

Il 15% del­le asso­cia­zio­ni ha ormai un’esperienza più che ven­ten­na­le, il 50% esi­ste da alme­no 10 anni. Un 14%  è sta­to inve­ce costi­tui­to rela­ti­va­men­te di recen­te: segno, come dice­va­mo, di una discre­ta vita­li­tà.

Si trat­ta in gene­re di asso­cia­zio­ni pic­co­le, per il  94% com­po­sta da migran­ti di pri­ma gene­ra­zio­ne, anche se ce ne sono 11 com­po­ste da secon­de gene­ra­zio­ni: un feno­me­no, que­sto, sicu­ra­men­te desti­na­to a cre­sce­re. Ben il 40% è iscrit­to ad uno o più di uno dei regi­stri pub­bli­ci regio­na­li e nazio­na­li (in que­sto, le asso­cia­zio­ni sono soste­nu­te dai Cen­tri di Ser­vi­zio per il Volon­ta­ria­to del Lazio).

associazionismo dei migranti
Le mis­sion del­le orga­niz­za­zio­ni dei migran­ti

LA MISSION. Le asso­cia­zio­ni si dan­no sia fina­li­tà orien­ta­te all’interno del­le comu­ni­tà migran­ti (come il mutuo aiu­to e il raf­for­za­men­to dei lega­mi comu­ni­ta­ri), sia fina­li­tà orien­ta­te all’esterno del­le comu­ni­tà stes­se (come l’integrazione e il dia­lo­go inter­cul­tu­ra­le).

Mino­ri­ta­ria, ma qua­li­ta­ti­va­men­te signi­fi­ca­ti­va, è la fina­li­tà del­la par­te­ci­pa­zio­ne poli­ti­ca, lle­ga­ta alle asso­cia­zio­ni di secon­de gene­ra­zio­ni, che si bat­to­no per il rico­no­sci­men­to del­la cit­ta­di­nan­za ai figli degli immi­gra­ti.

Gli ambi­ti di inter­ven­to prin­ci­pa­li sono comun­que la pro­mo­zio­ne dei dirit­ti e del­la cit­ta­di­nan­za (atti­vi­tà svol­te dal 61% degli enti map­pa­ti) e la tute­la lega­le e assi­sten­za nel­le pra­ti­che ammi­ni­stra­ti­ve (32%). Nel­la pra­ti­ca quo­ti­dia­na, que­sto  si tra­du­ce in mol­te­pli­ci atti­vi­tà come cam­pa­gne di comu­ni­ca­zio­ne sui dirit­ti, spor­tel­li di segre­ta­ria­to socia­le, accom­pa­gna­men­to e inter­me­dia­zio­ne con i ser­vi­zi, ser­vi­zio lega­le. Que­ste atti­vi­tà sono rivol­te nel­la mag­gior par­te a stra­nie­ri in gene­ra­le, ma a vol­te sono inve­ce tara­te sul­le esi­gen­ze di tar­get più spe­ci­fi­ci come don­ne migran­ti, secon­de gene­ra­zio­ni, per­so­ne tran­ses­sua­li, e così via.

Sin­te­ti­ca­men­te, si può dire che le moti­va­zio­ni per le qua­li l’ asso­cia­zio­ni­smo dei migran­ti nasce e ope­ra sono gene­ral­men­te ricon­du­ci­bi­li a 3 macro-obiet­ti­vi:

  • pro­muo­ve­re l’inclusione socia­le dei migran­ti;
  • pro­muo­ve­re l’intercultura e la cono­scen­za reci­pro­ca tra socie­tà di acco­glien­za e comu­ni­tà immi­gra­te;
  • pro­muo­ve­re la coo­pe­ra­zio­ne inter­na­zio­na­le e lo svi­lup­po dei pae­si di ori­gi­ne.
associazionismo dei migranti
Le atti­vi­tà pre­va­len­ti

ATTIVITÀ E SERVIZI. L’attività più dif­fu­sa è sicu­ra­men­te quel­la dell’orientamento ed accom­pa­gna­men­to ai ser­vi­zi. Si trat­ta anzi­tut­to di infor­ma­re le per­so­ne migran­ti sul­le risor­se del ter­ri­to­rio – pub­bli­che e dell’associazionismo – a cui è pos­si­bi­le acce­de­re per otte­ne­re pre­sta­zio­ni uti­li all’inclusione: ser­vi­zi socia­li, sani­ta­ri, per­cor­si for­ma­ti­vi, uffi­ci per l’impiego, ecce­te­ra. Spes­so le asso­cia­zio­ni non si limi­ta­no alla sola fun­zio­ne infor­ma­ti­va, ma svol­go­no un lavo­ro di accom­pa­gna­men­to, inter­me­dia­zio­ne, com­pi­la­zio­ne di doman­de: un vero e pro­prio inter­ven­to di segre­ta­ria­to socia­le.

Alcu­ne asso­cia­zio­ni sono impe­gna­te nell’orien­ta­men­to al lavo­ro (ce n’è una che si è foca­liz­za­ta sull’orientamento dei migran­ti rispet­to alla crea­zio­ne di pic­co­le impre­se e un’altra che svol­ge atti­vi­tà di intrat­te­ni­men­to dei bam­bi­ni in ora­rio post sco­la­sti­co, per faci­li­ta­re le mam­me che lavo­ra­no). Alcu­ne sono anche impe­gna­te nell’insegnamento del­la lin­gua ita­lia­na ai migran­ti. Ce n’è per­fi­no una che si occu­pa di rim­pa­trio assi­sti­to di migran­ti che vivo­no in con­di­zio­ni di estre­ma mar­gi­na­li­tà.

Un altro gros­so polo di atti­vi­tà è quel­lo che riguar­da l’intercultura e la valo­riz­za­zio­ne del­le cul­tu­re di ori­gi­ne dei migran­ti. Si trat­ta a ben vede­re di un set­to­re all’interno del qua­le rien­tra­no atti­vi­tà anche mol­to diver­se tra loro, che valo­riz­za­no le cul­tu­re di ori­gi­ne come mez­zo per pro­muo­ve­re il dia­lo­go e occa­sio­ni di con­fron­to.

Ci sono poi atti­vi­tà che sem­bra­no guar­da­re mag­gior­men­te all’interno del­le comu­ni­tà di migran­ti; in que­sti casi la fina­li­tà è quel­la di pre­ser­va­re le tra­di­zio­ni e tene­re vivi i lega­mi comu­ni­ta­ri. Non si trat­ta neces­sa­ria­men­te di atti­vi­tà in con­tra­sto con quel­le su cui abbia­mo già posto l’attenzione, ma piut­to­sto di due esi­gen­ze che coe­si­sto­no.

Una par­ti­co­la­re atten­zio­ne è riser­va­ta alla con­ser­va­zio­ne del­la cul­tu­ra di ori­gi­ne da par­te del­le secon­de gene­ra­zio­ni: nume­ro­se asso­cia­zio­ni orga­niz­za­no cor­si di lin­gua e cul­tu­ra di ori­gi­ne, che si ten­go­no dopo l’orario sco­la­sti­co o nel fine set­ti­ma­na.

Il ter­zo e ulti­mo polo di atti­vi­tà, nel­le qua­li sono impe­gna­te le asso­cia­zio­ni, è quel­lo che riguar­da la coo­pe­ra­zio­ne inter­na­zio­na­le e dun­que l’aiuto allo svi­lup­po dei Pae­si di ori­gi­ne dei migran­ti. Que­ste atti­vi­tà si inten­si­fi­ca­no in coin­ci­den­za di guer­re e cala­mi­tà che coin­vol­go­no i pae­si di ori­gi­ne, ma non si esau­ri­sco­no in que­ste situa­zio­ni.

associazionismo dei migranti
Le fon­ti di finan­zia­men­to pre­va­len­ti

LE RISORSE. Le risor­se – sia le risor­se uma­ne che soprat­tut­to  quel­le eco­no­mi­che – sono for­se il pro­ble­ma mag­gio­re, e una del­le cau­se di fra­gi­li­tà dell’ asso­cia­zio­ni­smo dei migran­ti. Il pri­mo pro­ble­ma riguar­da la dif­fi­col­tà di repe­ri­re sedi a prez­zi acces­si­bi­li, il secon­do la dif­fi­col­tà di coin­vol­ge­re pro­fes­sio­na­li­tà di alto pro­fi­lo (fa ecce­zio­ne la figu­ra del media­to­re lin­gui­sti­co-cul­tu­ra­le che è pre­sen­te in mol­te real­tà), il ter­zo è la rac­col­ta fon­di.

Il prin­ci­pa­le cana­le di rac­col­ta fon­di per le asso­cia­zio­ni dei migran­ti sem­bra esse­re quel­lo del­le sot­to­scri­zio­ni tra i soci, che può assi­cu­ra­re il mini­mo indi­spen­sa­bi­le per por­ta­re avan­ti le atti­vi­tà, ma non per­met­te cer­to la rac­col­ta di som­me impor­tan­ti.

Alcu­ne asso­cia­zio­ni più intra­pren­den­ti rie­sco­no tut­ta­via ad assi­cu­rar­si dona­zio­ni da sog­get­ti pri­va­ti, spes­so da impren­di­to­ri od orga­niz­za­zio­ni lega­te a quel­la spe­ci­fi­ca comu­ni­tà.

Per buo­na par­te del­le asso­cia­zio­ni è com­pli­ca­to fare fund rai­sing oltre la ristret­ta cer­chia dei soci e del­la comu­ni­tà di appar­te­nen­za, tut­ta­via alcu­ne stan­no spe­ri­men­tan­do pic­co­le cam­pa­gne. In gene­ra­le si trat­ta di orga­niz­za­re inter­ven­ti sul ter­ri­to­rio per la rac­col­ta di fon­di lega­ti a una par­ti­co­la­re cau­sa. Nes­su­na asso­cia­zio­ne ha rife­ri­to inve­ce di aver por­ta­to avan­ti espe­rien­ze di cro­w­d­fun­ding on line.

L’ Àas­so­cia­zio­ni­smo dei migran­ti in gene­re non par­te­ci­pa a ban­di e avvi­si pub­bli­ci, anche per­ché non pen­sa di ave­re rea­li chan­ce di vit­to­ria, ma ce ne sono alcu­ne che fan­no ecce­zio­ne, e che rife­ri­sco­no di ave­re una buo­na capa­ci­tà di pro­get­ta­zio­ne.

La caren­za di fon­di si riper­cuo­te ovvia­men­te sul­la pos­si­bi­li­tà di retri­bui­re per­so­na­le. Le asso­cia­zio­ni di migran­ti si carat­te­riz­za­no pres­so­ché uni­ver­sal­men­te come enti basa­ti sul volon­ta­ria­to.

Il report com­ple­to del­la ricer­ca “L’ asso­cia­zio­ni­smo dei migran­ti nell’area metro­po­li­ta­na di Roma” si tro­va qui: report ricer­ca Roma 1

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