MARCO MANZO6 dicembre 2018 – 16 dicembre 2018Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, Roma Dal 6…
MARCELLO MARIANI IL TEMPO DELL’ANGELO, 1956–2014 dal 2 ottobre al Vittoriano
19/09/2018Questo articolo è stato letto 3559 volte!
IL TEMPO DELL’ANGELO, 1956–2014
Con un reportage di Gianni Berengo Gardin
2 ottobre — 4 novembre 2018
Complesso del Vittoriano — Ala Brasini, Roma
Apre al pubblico il 2 ottobre negli spazi dell’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano la personale dedicata all’artista aquilano Marcello Mariani, scomparso l’anno scorso all’età di 79 anni.
L’esposizione, promossa dalla Regione Abruzzo e curata dal critico e storico dell’arte Gabriele Simongini,ripercorre — fino al 4 novembre — quasi 60 anni di carriera di Mariani, un lungo tempo durante il quale l’artista si è imposto in ambito internazionale per la costante riflessione sull’eredità della pittura informale, evoluta poi in un linguaggio libero da qualsiasi definizione precostituita.
La sua formazione era stata influenzata, per certi aspetti, dall’esempio e dall’opera di artisti come Licini, Fontana, Burri, Beuys e Rauschenberg che lo indussero a sviluppare una visione sempre più poetica, intensa ed anarchica del mondo. «La pittura come territorio magico in cui ricomporre le fratture, le divisioni, le separazioni, come rito di passaggio dal visibile all’invisibile — dice il curatore Simongini - come lavorio inesausto di purificazione interiore in contatto con i sommovimenti segreti del mondo».
Di particolare intensità sono le opere che Mariani creò dopo la terribile esperienza del terremoto che nel 2009 distrusse L’Aquila: «Senza dubbio, nella vita e nel lavoro di Mariani, si può parlare di una fase pre-terremoto e di una successiva, tragica e difficile - continua Simongini — Dopo aver perso studio e abitazione, lo si vedeva camminare in silenzio nella periferia dell’Aquila deturpata, lungo strade deserte di quartieri evacuati. E all’improvviso capitava di vederlo chinarsi per raccogliere polvere e frammenti di cemento, pezzi di intonaco frantumato. Li usava per creare nuove e bellissime opere astratte in cui c’è, anche fisicamente, tutta quell’apocalisse».
Ad accompagnare le grandi tele dell’artista, in mostra saranno esposte anche le fotografie di Gianni Berengo Gardin con uno speciale reportage sull’amico di sempre Marcello Mariani.
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