Diego De Silva a “Velletri Libris”

Diego De Silva a “Velletri Libris”

26/06/2018 0 Di Redazione

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Musica e letteratura, due mondi che comunicano: Diego De Silva a “Velletri Libris” abbina note e umorismo con “Superficie”

di Roc­co Del­la Cor­te

Ter­zo appun­ta­men­to di suc­ces­so per la ras­se­gna inter­na­zio­na­le di let­te­ra­tu­ra “Vel­le­tri Libris”, idea­ta e rea­liz­za­ta dal­la Mon­da­do­ri Book­sto­re Vel­le­tri-Laria­no in col­la­bo­ra­zio­ne con la Fon­da­zio­ne di Par­te­ci­pa­zio­ne Arte e Cul­tu­ra Cit­tà di Vel­le­tri. Nel­la splen­di­da loca­tion del Chio­stro del­la Casa del­le Cul­tu­re è arri­va­to Die­go De Sil­va, gra­di­to ritor­no dopo l’apprezzata pre­sen­ta­zio­ne del­lo scor­so anno in occa­sio­ne del­la festa di chiu­su­ra. L’irriverente e tra­vol­gen­te scrit­to­re par­te­no­peo, tut­ta­via, ha pro­po­sto alle oltre due­cen­to per­so­ne pre­sen­ti un for­mat mol­to diver­so dal­la cano­ni­ca pre­sen­ta­zio­ne. Insie­me ad Aldo Vigo­ri­to (con­trab­bas­so) e Ste­fa­no Giu­lia­no (sax), musi­ci­sti di gran­de qua­li­tà, ha dato vita ad un vero e pro­prio spet­ta­co­lo umo­ri­sti­co, con mol­te del­le mas­si­me afo­ri­sti­che con­te­nu­te nel suo ulti­mo libro, Super­fi­cie (Einau­di). Dal­le fra­si fat­te ai luo­ghi comu­ni, pas­san­do per le pub­bli­ci­tà: De Sil­va ha ope­ra­to, nel­le sue let­tu­re infra­mez­za­te dal­la musi­ca, un rove­scia­men­to tota­le dell’ovvio, susci­tan­do il riso degli spet­ta­to­ri. Nel lavo­ra­re sul­le con­trad­di­zio­ni di alcu­ne situa­zio­ni, sugli aned­do­ti, sen­za tra­scu­ra­re la vena seria (l’autore, infat­ti, in meri­to alla strin­ge attua­li­tà ha riba­di­to la neces­si­tà di riaf­fer­ma­re un prin­ci­pio di com­pe­ten­za in tut­ti i cam­pi a comin­cia­re da quel­lo poli­ti­co). In aper­tu­ra, pre­sen­ta­to da Ezio Tami­lia, De Sil­va ha riser­va­to un elo­gio impor­tan­te a Vel­le­tri: “Que­sta cit­tà, gra­zie al lavo­ro cer­to­si­no di chi si impe­gna in que­sta ras­se­gna, cre­do che al momen­to abbia la lea­der­ship per ciò che con­cer­ne gli even­ti let­te­ra­ri”. Un com­pli­men­to lusin­ghie­ro per “Vel­le­tri Libris”, che ha fat­to il paio con il cen­no al con­cit­ta­di­no veli­ter­no Achil­le Cam­pa­ni­le, “un genio dall’intelletto supe­rio­re insie­me ad Ennio Fla­ia­no”. Musi­ca e risa­te, per­ché le ‘fred­du­re’ pro­po­ste da De Sil­va, che han­no toc­ca­to vera­men­te tut­ti gli argo­men­ti dal­la poli­ti­ca al ses­so, dal­la quo­ti­dia­ni­tà al lavo­ro, si sono rive­la­te vere per il pub­bli­co, capa­ce di rico­no­scer­si in quei tan­ti luo­ghi comu­ni che ci per­va­do­no gior­no dopo gior­no. Al ter­mi­ne del­la pre­sen­ta­zio­ne spa­zio alla let­te­ra­tu­ra più clas­si­ca: “Il fat­to di aver scrit­to mol­ti roman­zi” – ha det­to lo scrit­to­re napo­le­ta­no – “mi con­sen­te sia di diver­tir­mi che di impe­gnar­mi in una nar­ra­ti­va meno comi­ca”, dichia­ra­zio­ne che ha fat­to da pro­lo­go alla let­tu­ra di pas­si scel­ti di alcu­ni dei pre­ce­den­ti libri. Sera­ta esi­la­ran­te e all’insegna del gio­co e del­le sue sfu­ma­tu­re, con un’atmosfera ami­che­vo­le e un rap­por­to con­fi­den­zia­le subi­to instau­ra­to­si tra pla­tea e ‘atto­ri’. Subi­to dopo il fir­ma-copie, De Sil­va ha rila­scia­to una bre­ve inter­vi­sta in esclu­si­va per “Vel­le­tri Libris”.

Super­fi­cie, un tito­lo abba­stan­za vago. Può spie­gar­ci per­ché pro­prio que­sta scel­ta, anche in vir­tù del­la tipo­lo­gia di libro?

Super­fi­cie per­ché la mia impres­sio­ne è che il lin­guag­gio, soprat­tut­to quel­lo pub­bli­co, con­tem­po­ra­neo sia mol­to schiac­cia­to, riman­ga ad un livel­lo mol­to super­fi­cia­le. Ci stia­mo abi­tuan­do a scen­de­re sem­pre più rara­men­te in pro­fon­di­tà e a par­la­re solo per sen­ti­to dire, per luo­ghi comu­ni, e vie­ne meno l’importante com­po­nen­te del­la rifles­sio­ne.

Lei ha cita­to, soprat­tut­to nel­le sue rifles­sio­ni più umo­ri­sti­che, Ennio Fla­ia­no e Achil­le Cam­pa­ni­le. A suo avvi­so il rove­scia­men­to come tec­ni­ca let­te­ra­ria come vie­ne con­ce­pi­to dal pub­bli­co di oggi, in vir­tù anche del­la ‘super­fi­cia­li­tà’?

Io sono con­vin­to che simi­li inge­gni riu­sci­reb­be­ro comun­que a comu­ni­ca­re per­ché l’acutezza del loro sguar­do e il ribal­ta­men­to del­la fra­se fat­ta ci resti­tui­sco­no la con­sa­pe­vo­lez­za di come stan­no le cose. È come se ci con­si­glias­se­ro, ci apris­se­ro gli occhi e ci dices­se­ro che non sia­mo stu­pi­di.

Ha det­to che sera­te con pre­sen­ta­zio­ni come quel­la di sta­se­ra, in con­nu­bio fra let­te­ra­tu­ra e musi­ca, le piac­cio­no par­ti­co­lar­men­te. C’è in gene­ra­le una par­te­ci­pa­zio­ne che fa ben spe­ra­re per il mon­do del­la cul­tu­ra?

Sì, tan­tis­si­ma. C’è una gran­de doman­da di cul­tu­ra che deve esse­re inter­cet­ta­ta in manie­ra ben orga­niz­za­ta. Oggi si richie­do­no una pro­fes­sio­na­li­tà e un’organizzazione più alte del­la media. Pen­so che sera­te come sta­se­ra, in que­sta ras­se­gna, dica­no tut­to. C’è un livel­lo di orga­niz­za­zio­ne dif­fi­ci­le da tro­va­re, così come le tan­te intel­li­gen­ze mes­se in cam­po. Biso­gna saper arri­va­re al pub­bli­co, come acca­de qui, allar­ga­re gli oriz­zon­ti. La doman­da c’è, occor­re sol­tan­to cat­tu­rar­la, ma lo si fa sola­men­te se si pro­po­ne la qua­li­tà.

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