“Apprendiamo dalla stampa che il Campidoglio starebbe seriamente ragionando sulla revoca immediata della Convenzione, che…
Roma, 24 giugno: CORSO POLONIA 2017. 15° Festival della Cultura Polacca
23/06/2017Questo articolo è stato letto 3328 volte!
2017 — Anno del Fiume Vistola
CORSO POLONIA 2017
15° Festival della Cultura Polacca a Roma
Sabato 24 giugno, dalle ore 11.00
GIALLO SULLA VISTOLA
maratona di film
Istituto Polacco
Via Vittoria Colonna, 1 — Roma
Ingresso libero
Un’intera giornata in compagnia del cinema polacco, con tre pellicole in cui alcune delle più belle città sulla Vistola faranno da sfondo a tre avvincenti storie all’insegna del thriller. Colazione al cinema alle ore 11.00 col film L’implicazione del regista Jacek Bromski (2011), dove Cracovia è la scena di un misterioso omicidio sul quale indagano il cinico commissario Smolar e la tenace procuratrice Szacka. Alle 15.00 segue Nel silenzio della notte, thriller psicologico del 1978 di Tadeusz Chmielewski, in cui una tranquilla cittadina della Polonia degli anni venti (le immagini all’aperto sono girate a Bydgoszcz e Toruń) viene sconvolta da una serie di delitti che hanno per vittime dei bambini. Alle 18.00, per finire, 11 minuti (2015), l’ultimo pluripremiato film del veterano del cinema polacco Jerzy Skolimowski: tra i grattacieli di una rovente Varsavia i destini di alcuni personaggi si incrociano in un attimo che cambierà le sorti di ognuno di loro.
Programma:
ore 11.00
/ colazione al cinema /
L’implicazione (Uwiklanie, PL 2011),
Jacek Bromski
15.00
/ pomeriggio al cinema /
Nel silenzio della notte (Wsrod nocnej ciszy, PL 1978),
Tadeusz Chmielewski
18.00
/ apericinema /
11 minuti (11 minut, PL 2015),
Jerzy Skolimowski
Proiezioni in v. or. con sott. it.
I FILM
L’implicazione
Titolo originale: Uwiklanie
Regia: Jacek Bromski
Regia e sceneggiatura: Jacek Bromski e Juliusz Machulski
Fotografia: Marcin Koszalka
Montaggio: Krzysztof Szpetmanski
Scenografia: Ryszard Melliwa
Musica: Ludek Drizhal
Suono: Jan Freda
Produzione, anno: Studio Filmowe Zebra, 2011
Durata: 123’
Interpreti: Maja Ostaszewska, Marek Bukowski
In un castello immerso nel verde nei dintorni di Cracovia lo psicoterapeuta Cezary Rudzki conduce una terapia di gruppo. Al mattino uno dei pazienti viene ritrovato in una pozza di sangue con un coltello conficcato in pieno volto… Il regista Jacek Bromski costruisce con sapienza un intrigo pieno di suspense.
Jacek Bromski (1946) ha studiato letteratura all’Università di Varsavia e pittura presso la Facoltà di Belle Arti di Varsavia. È noto in Polonia soprattutto come regista di commedie di successo, come Sztuka kochania (L’arte di amare, 1989), Kuchnia polska (Cucina polacca, 1991), U Pana Boga za piecem (In una botte di ferro, 1998). Dal 1996 ricopre il ruolo di presidente dell’Associazione dei Registi Polacchi. Dal 2007 è presidente del World Cinema Alliance (Alliance Mondiale du Cinema). È membro dell’European Film Academy. Negli anni 2005–2008 e dal 2014 è presidente del Consiglio Polacco dell’Istituto Polacco di Arte Cinematografica.
Nel silenzio della notte
Titolo originale: Wsrod nocnej ciszy
Regia e sceneggiatura: Tadeusz Chmielewski -
Fotografia: Jerzy Stawicki
Montaggio: Maria Orlowska
Scenografia: Teresa Smus-Barska
Musica: Jerzy Matuszkiewicz
Suono: Jerzy Szawlowski
Produzione, anno: Zespół Filmowy X, 1978
Durata: 116’
Interpreti: Tomasz Zaliwski, Piotr Lysak, Henryk Bista, Miroslaw Konarowski, Jerzy Bonczak
Anni Venti. Gli abitanti di una tranquilla cittadina vengono sconvolti da una serie di terribili omicidi che hanno per vittime dei bambini fra gli otto e i dieci anni. L’arma del delitto è sempre la stessa, una pistola. Il biglietto da visita dell’assassino un piccolo giocattolo su cui è riprodotta l’immagine di un gatto nero. Il commissario Teofil Herman, al quale vengono affidate le indagini, si trova ben presto in una situazione complicata: gli abitanti della cittadina, in preda al panico, si abbandonano all’irrazionalità; la stampa non perde occasione per sfruttare con cinismo l’ansia collettiva, mentre i politici trovano nella serie di omicidi un buon modo per distrarre l’opinione pubblica dagli scioperi in corso… A tutto ciò si aggiunge per il commissario il difficile rapporto col figlio quindicenne Wiktor, vittima a sua volta di un’educazione paterna troppo severa.
Tadeusz Chmielewski (1927–2016) regista e produttore, membro dell’Accademia Polacca del Cinema. Laureatosi alla Scuola di Lodz nel 1954, è stato quasi esclusivamente un regista di commedie leggere. Può sorprendere dunque scoprire in lui l’autore di uno dei thriller più interessanti del cinema polacco degli anni Settanta. A colpire maggiormente sono in questo film l’umorismo nero, l’approfondimento psicologico nella rappresentazione della società e del rapporto padre-figlio, la maestria con cui viene creata un’atmosfera inquietante, la cura per la scenografia.
11 minuti
Titolo originale: 11 minut
Regia e sceneggiatura: Jerzy Skolimowski
Fotografia: Mikołaj Łebkowski
Montaggio: Agnieszka Glińska
Scenografia: Joanna Kaczyńska, Wojciech Żogała
Musica: Paweł Mykietyn
Suono: Radosław Ochnio
Produzione, anno: Skopia Film, Element Pictures, 2015
Durata: 79’
Interpreti: Richard Dormer, Paulina Chapko, Wojciech Mecwaldowski, Andrzej Chyra, Dawid Ogrodnik
Un marito geloso fuori controllo, la sua sensuale moglie attrice, un losco regista di Hollywood, uno spericolato corriere di droga, una giovane donna disorientata, un ex galeotto venditore di hot dog, uno studente implicato in una misteriosa missione, un lavavetri di grattacieli che si prende una pausa illegale, un anziano disegnatore di ritratti, un convulso team di paramedici e un gruppo di giovani suore. Un incrocio di contemporaneità urbane le cui vite e i cui amori si intersecano. Vivono in un mondo insicuro dove in ogni momento tutto può accadere. Un’inattesa catena di eventi può suggellare molti destini in appena 11 minuti. Camminiamo su uno strato di ghiaccio sottile. Camminiamo sul’orlo dell’abisso. A ogni angolo è in agguato l’imprevisto, l’inimmaginabile. Il futuro è solo nella nostra immaginazione. Niente è certo: il prossimo giorno, la prossima ora, persino il prossimo minuto. Ogni cosa potrebbe finire repentinamente, nel modo più inatteso.
Leone d’Oro alla carriera al festival di Venezia 2016 a Jerzy Skolimowski che, secondo la dichiarazione del Direttore Alberto Barbera espressa nella motivazione, è tra i cineasti più rappresentativi del cinema moderno nato in seno alla Nouvelle Vague degli anni Sessanta e, insieme con Roman Polański, è il regista che ha maggiormente contribuito al rinnovamento del cinema polacco di quel periodo. Lo stesso Polański (che lo volle accanto come sceneggiatore nel suo film d’esordio Il coltello nell’acqua), ebbe a predire: “Skolimowski sovrasterà la sua generazione con tutta la testa e le spalle”. In realtà, la carriera del “boxeur poeta” (secondo la definizione datane da Andrzej Munk, il “padre” cinematografico di Skolimowski), durata ben oltre cinquant’anni con diciassette lungometraggi realizzati, è stata tutt’altro che facile, segnata da continui dislocamenti – dalla Polonia al Belgio, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, prima del definitivo ritorno in patria avvenuto meno di dieci anni fa – che ne hanno contrassegnato l’opera: apolide in apparenza, perché assoggettata a strategie produttive eterogenee ed apparentemente diseguali, in realtà personalissima e originale in ciascuna delle opere in cui si è concretizzata. La trilogia realizzata in Polonia ai suoi esordi, Rysopis — Segni particolari nessuno (1964), Walkover (1965) e Barriera (1966), fu per i Paesi dell’Est ciò che i primi film di Godard sono stati per il cinema occidentale, mentre i capolavori successivi – Il vergine (1967, Orso d’oro a Berlino), La ragazza del bagno pubblico (1970), L’australiano (1978, Grand Prix a Cannes), Mani in alto! (1981), Moonlighting (1982, migliore sceneggiatura a Cannes) – sono tra i film più rappresentativi di un cinema moderno, libero e innovatore, radicalmente anticonformista e audace. I film più recenti realizzati dopo il ritorno in patria – Quattro notti con Anna (2008), Essential Killing (2010, Premio Speciale della Giuria a Venezia) e 11 minuti (2015, in concorso a Venezia) – manifestano infine un’inesauribile e sorprendente capacità di rinnovamento, che lo collocano di diritto tra gli autori più combattivi e originali del cinema contemporaneo.
Come attore, Skolimowski è apparso ne La promessa dell’assassino, Prima che sia notte, Mars Attacks e The Avengers. È anche un pittore provetto, che ha partecipato alla Biennale di Venezia e ha esposto in Europa e negli Stati Uniti.
Corso Polonia, in programma dall’8 al 24 giugno in diverse location della Capitale, è un’iniziativa realizzata dall’Istituto Polacco di Roma in collaborazione con l’Ente Nazionale Polacco per il Turismo.
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