L’‘Anima’ di Ilaria di Roberto al Museo della Città e del Territorio di Cori

L’‘Anima’ di Ilaria di Roberto al Museo della Città e del Territorio di Cori

29/03/2017 0 Di Marco Castaldi

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Saba­to 1° Apri­le, alle ore 16:00, la sala con­fe­ren­ze dell’Istituto Cul­tu­ra­le ospi­te­rà la gio­va­ne scrit­tri­ce core­se con la sua ope­ra pri­ma, l’autobiografia in ver­si che rac­con­ta come ci si può rial­za­re dal­le dure pro­ve che la vita ci chia­ma a supe­ra­re.

Saba­to 1° Apri­le, alle ore 16:00, la sala con­fe­ren­ze del Museo del­la Cit­tà e del Ter­ri­to­rio di Cori ospi­te­rà Ila­ria Di Rober­to con la sua ope­ra pri­ma ‘Ani­ma’, data alle stam­pe dal­la casa edi­tri­ce scoz­ze­se Black Wolf Edi­tion and Publi­shing LTD, abi­tua­ta a pen­sa­re ‘out of the box’ e a rea­liz­za­re pro­get­ti non ste­reo­ti­pa­ti, inve­sten­do nel­la crea­ti­vi­tà e nel talen­to emer­gen­te di voci fuo­ri dal coro. E la gio­va­ne scrit­tri­ce core­se non sta delu­den­do le aspet­ta­ti­ve ripo­ste oltre­ma­ni­ca nel­la sua auto­bio­gra­fia in ver­si che rac­con­ta la sinu­soi­de dei suoi pri­mi 27 anni di vita.

Dopo un’infanzia sere­na, che la vede­va già leg­ge­re e scri­ve­re a soli 3 anni sot­to la gui­da atten­ta del­la mam­ma, ha dovu­to affron­ta­re dure pro­ve, come l’abbandono del padre e l’anoressia, risor­gen­do infi­ne come l’araba feni­ce. Le sue 35 poe­sie sono altret­tan­ti fio­ri di loto, che cre­sco­no tan­to più bel­li quan­to più brut­to è il loro habi­tat natu­ra­le. Sono il sim­bo­lo di una rina­sci­ta uma­na, che affon­da le sue radi­ci nel fan­go, da cui ha tro­va­to nutri­men­to il dolo­re, che pian pia­no si è tra­sfor­ma­to in corag­gio e spe­ran­za, gra­zie alla com­pren­sio­ne del­le pro­prie sof­fe­ren­ze e alla for­za di sra­di­car­si da quel­le palu­di che risuc­chia­no anche l’anima.

Se ne par­le­rà insie­me al gior­na­li­sta Emi­lio Maglia­no, che spie­ga – la poe­sia di Ilaria è un volo di gab­bia­no tra i maro­si del­l’a­ni­ma e della natu­ra. Di gab­bia­no per­ché libe­ro nel­la metri­ca, che l’en­tu­sia­smo e la gio­va­ne età le consen­te, ma soprat­tut­to per­ché scru­ta la super­fi­cie del­le cose che ci appa­io­no, rie­sce ad offri­re una pano­ra­mi­ca di sen­ti­men­ti, memo­ria, spe­ran­ze, di ele­men­ti natu­ra­li, per poi lan­ciarsi giù, nel­le pro­fon­di­tà del­l’a­ni­ma, nel­l’es­sen­za, oltre le appa­ren­ze, sen­za teme­re di fis­sa­re l’a­bis­so del­la pro­pria ani­ma e di quel­la altrui, con­sa­pe­vo­le del peri­colo avver­ti­to da Nie­tzsche  che ‘se fissi l’a­bis­so, l’a­bis­so fis­sa te’.

Del resto – pro­se­gue Maglia­no — la poe­sia, è una sfi­da, in tut­ti i sen­si. Lo è sem­pre sta­ta rispet­to alla let­te­ra­tu­ra e alla nar­ra­ti­va in gene­re. In modo par­ti­colare lo è in que­sti tem­pi tec­no­lo­gi­ci, così diver­si dai ver­si, così lon­ta­ni dal­la rifles­sio­ne len­ta e inten­sa su ciò che sia­mo e sul sen­so del­la vita. Un’e­po­ca nel­la qua­le le ulti­me genera­zio­ni sem­bra­no non por­si più doman­de. La poe­ti­ca di Ila­ria, che nasce e si nutre in un con­te­sto core­se ric­co di ini­zia­ti­ve cul­tu­ra­li, che vedo­no tan­ti gio­va­ni pro­ta­go­ni­sti, ha alcu­ne sfi­de in più.

Qua­li? — Le tema­ti­che, nel­le qua­li si intra­vede inte­res­se per la spi­ri­tua­li­tà, un rap­por­to inti­mo e fecon­do con la natu­ra, ai limi­ti di una voca­zio­ne cel­ti­ca, non pri­vo di fascinazio­ne, che tra­spa­re qua e là, ver­so le cul­tu­re paga­ne ed eso­te­ri­che. Ma c’è una sfi­da ulte­rio­re: la scel­ta di una ragaz­za di rivol­ger­si alla poe­sia come forma di libe­ra­zio­ne e di liber­tà. Liber­tà di espri­mer­si e libe­ra­zio­ne dal­le ‘pro­fon­di­tà del­le deva­sta­zio­ni mora­li’. La poe­sia aiu­ta Ila­ria a risa­li­re, ad usci­re dal­la sab­bie mobi­li, sino a diven­ta­re un pun­to di luce e poi una fon­te di ener­gia.”

Mar­co Castal­di

Addet­to Stam­pa & OLMR

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