Marino, bombardamenti 2 febbraio. Il Sindaco esorta al senso di comunità

Marino, bombardamenti 2 febbraio. Il Sindaco esorta al senso di comunità

03/02/2017 0 Di Redazione

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Mari­no. Nel ricor­da­re i mor­ti del Bom­bar­da­men­to del ’44 il Sin­da­co esor­ta al sen­so di comu­ni­tà.

“I mor­ti non han­no colo­re, ma il colo­re che dia­mo ai nostri gior­ni e quel­lo che dare­mo al doma­ni dipen­de da noi: Sia­mo noi i pit­to­ri del nostro doma­ni!”.

            Si è tenu­ta oggi 2 feb­bra­io 2017 la Ceri­mo­nia di Com­me­mo­ra­zio­ne pro­mos­sa dal Comu­ne di Mari­no per ricor­da­re il 73° anni­ver­sa­rio del Bom­bar­da­men­to del ’44 subi­to dal­la cit­tà.

                       Pre­ce­du­ti dal Con­cer­to Filar­mo­ni­co “Ugo­li­ni” diret­to da M° Cari­ne Scu­ra han­no sfi­la­to in cor­teo per il cen­tro sto­ri­co di Mari­no, oltre alle auto­ri­tà civi­li,  mili­ta­ri e reli­gio­se, le For­ze dell’Ordine, i rap­pre­sen­tan­ti del­le Asso­cia­zio­ni com­bat­ten­ti­sti­che e d’arma, dell’Associazione Nazio­na­le Cara­bi­nie­ri in con­ge­do, del­le Guar­die Zoo­fi­le e del Cen­tro Anzia­ni di Mari­no oltre a cir­ca 160 stu­den­ti del­le scuo­le di ogni ordi­ne e gra­do del ter­ri­to­rio.

            Que­ste le scuo­le par­te­ci­pan­ti: scuo­la ele­men­ta­re S. Per­ti­ni e Isti­tu­to pari­ta­rio Mae­stre Pie Vene­ri­ni di Mari­no cen­tro, ele­men­ta­re Anna Frank di Frat­toc­chie, medie P. Levi di Frat­toc­chie, Vival­di di S. Maria del­le Mole  e Unga­ret­ti di Mari­no cen­tro  e Liceo Arti­sti­co per le Supe­rio­ri.

            L’intervento cen­tra­le del­la Ceri­mo­nia, chiu­sa dal­la pre­ghie­ra in suf­fra­gio dei cadu­ti reci­ta­ta da Mons. Pie­tro Mas­sa­ri, è sta­to quel­lo del Sin­da­co Car­lo Coliz­za.

            Segui­to con par­ti­co­la­re atten­zio­ne dai ragaz­zi pre­sen­ti, con i qua­li si è fer­ma­to a par­la­re anche al ter­mi­ne, il Sin­da­co più che sul­le ragio­ni del­la mor­te ha con­cen­tra­to la sua rifles­sio­ne sul dopo, su come la comu­ni­tà si sia stret­ta e abbia rea­gi­to ad una situa­zio­ne asso­lu­ta­men­te deva­stan­te e tri­ste.

“C’è sta­to un momen­to impor­tan­te nel­la sto­ria di que­sto pae­se – ha det­to Coliz­za – di que­sta comu­ni­tà in cui degli uomi­ni, gui­da­ti da Zac­ca­ria Negro­ni, han­no ini­zia­to un per­cor­so di rico­stru­zio­ne che non era solo rico­stru­zio­ne mate­ria­le. Si può rico­strui­re un edi­fi­cio, si può riti­ra­re su, si può fare anche più bel­lo, ma quel­li che sono i lega­mi di una comu­ni­tà li costrui­sci con la soli­da­rie­tà.  Ini­ziò così un gran­de lavo­ro socia­le, lavo­ro socia­le che vide coin­vol­to anche chi por­ta­va il mio nome e che ora non c’è più. Il pen­sie­ro va a que­sti uomi­ni, capa­ci nel­la distru­zio­ne, nel dolo­re, nel­le divi­sio­ni, nel­le distan­ze, di imma­gi­na­re di vive­re con sen­so vero del van­ge­lo, per­ché lì ci si cre­de­va vera­men­te, alla poli­ti­ca come vero ser­vi­zio”.

            ”In quel caso – ha det­to anco­ra il Sin­da­co — una comu­ni­tà inte­ra ave­va biso­gno l’uno dell’altro e lì c’è sta­ta la vera cri­stia­ni­tà poli­ti­ca, socia­le, al di là del­le divi­sio­ni, al di là  del­le ideo­lo­gie si è rico­strui­to insie­me, e si è rico­strui­ta una socie­tà, una comu­ni­tà, con un trat­to di soli­da­rie­tà impor­tan­te, fon­da­men­ta­le. Ecco è pro­prio nel ricor­do di chi, dopo le lacri­me ha sapu­to infon­de­re il sor­ri­so, la con­di­vi­sio­ne, il calo­re, l’umanità, la fra­tel­lan­za che sareb­be bene vive­re que­sta gior­na­ta, non dimen­ti­ca­re le feri­te del pae­se, non dimen­ti­ca­re i mor­ti”.

Il pri­mo cit­ta­di­no ha fat­to un appel­lo acco­ra­to ai ragaz­zi: “Non ci scor­dia­mo di esse­re comu­ni­tà, non ci scor­dia­mo che con­di­vi­dia­mo un luo­go, con­di­vi­dia­mo una sto­ria, con­di­vi­dia­mo del­le ori­gi­ni, ma con­di­vi­dia­mo anche gli inte­res­si che ci por­ta­no avan­ti. E que­sto è lo spi­ri­to che dovrem­mo ricor­da­re, per­ché i mor­ti non han­no colo­re, ma il colo­re che dia­mo ai nostri gior­ni e quel­lo che dare­mo al doma­ni dipen­de da noi, sia­mo noi i pit­to­ri del nostro doma­ni”.

Inces­san­te l’invito a sta­re insie­me come comu­ni­tà “Fac­cia­mo­lo que­sto sfor­zo e non ci sarà un doma­ni con una cata­stro­fe ma ci sarà un doma­ni con una socie­tà che miglio­ra  e che soprat­tut­to miglio­ra nel rispet­to”.

In chiu­su­ra il Sin­da­co ha reso ono­re ai cadu­ti: “al dolo­re di chi non c’è più, ono­re a chi ha dedi­ca­to la sua vita a rico­strui­re ciò che abbia­mo; ono­re alla memo­ria e ono­re allo stu­dio, alla let­tu­ra, allo stu­dio anche di quel­lo che riguar­da que­sto pae­se. Que­sto pae­se ha una sto­ria impor­tan­te. Cer­chia­mo di ripren­der­ci quell’orgoglio del­le nostre tra­di­zio­ni e del­le nostre ori­gi­ni. Sicu­ra­men­te vedre­mo il doma­ni in manie­ra diver­sa. Que­sto è sì un gior­no di ricor­do del dolo­re ma soprat­tut­to di nasci­ta del­la spe­ran­za”.

 

Mari­no, 2 feb­bra­io 2017

 

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