‘Ci chiamarono tutti Alda’: l’Officina dell’Arte e dei Mestieri di Cori e Giulianello presenta il suo nuovo spettacolo teatrale

‘Ci chiamarono tutti Alda’: l’Officina dell’Arte e dei Mestieri di Cori e Giulianello presenta il suo nuovo spettacolo teatrale

17/07/2016 0 Di Marco Castaldi

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Due gli appun­ta­men­ti: gio­ve­dì 21 e vener­dì 22 Luglio, alle ore 21:30, al giar­di­no del Museo del­la Cit­tà e del Ter­ri­to­rio di Cori. Il mono­lo­go è scrit­to da Fabio Appe­ti­to e mes­so in sce­na da Gia­da Vil­la­no­va e Loret­ta Del­la Vec­chia, con la regia di Tito Vit­to­ri.

Gio­ve­dì 21 e vener­dì 22 Luglio, alle ore 21:30, pres­so il giar­di­no del Museo del­la Cit­tà e del Ter­ri­to­rio di Cori, l’Officina dell’Arte e dei Mestie­ri pre­sen­te­rà il suo nuo­vo spet­ta­co­lo tea­tra­le ‘Ci chia­ma­ro­no tut­ti Alda’. con Gia­da Vil­la­no­va e Loret­ta Del­la Vec­chia, e la regia di Tito Vit­to­ri. ‘Ci chia­ma­ro­no tut­ti Alda’ è un mono­lo­go tea­tra­le scrit­to da Fabio Appe­ti­to. Lo scrit­to­re, dopo una tesi su Alda Meri­ni, in cui ha inda­ga­to non solo l’esperienza mani­co­mia­le del­la poe­tes­sa ma anche, gra­zie alla fami­glia Pier­ri, le vicen­de che ruo­ta­no attor­no al mano­scrit­to ‘Dia­rio di una diver­sa’, ha ten­ta­to di trac­cia­re un con­tor­no vivi­do di uno dei momen­ti più dolo­ro­si del­la poe­tes­sa dei Navi­gli.

‘Ci chia­ma­ro­no tut­ti Alda’ è un testo che pri­ma di tut­to rimet­te al cen­tro la poe­sia. La poe­sia scrit­ta ma anche quel­la vis­su­ta, scon­ta­ta, mal­trat­ta­ta, tedia­ta. La pro­ta­go­ni­sta non è Alda Meri­ni, o non sol­tan­to: pro­ta­go­ni­ste sono tut­te le don­ne. Tut­te colo­ro che han­no subi­to un abu­so, una vio­len­za, una scon­fit­ta, un dolo­re. Eppu­re, gli aspet­ti nar­ra­ti e bio­gra­fi­ci pre­sen­ti nel testo, per chi cono­sce la poe­tes­sa, coin­ci­do­no qua­si per­fet­ta­men­te con la sua vita. La voce dun­que è quel­la di milio­ni di voci. Quell’esperienza di milio­ni di espe­rien­ze. Poi­ché la sof­fe­ren­za, così come la gio­ia, sono ugua­li dap­per­tut­to e per ognu­no. Far­si chia­ma­re tut­ti con lo stes­so nome, far­si chia­ma­re tut­ti ‘Alda’ non è sol­tan­to un invi­to, è un moni­to, poi­ché sol­tan­to moren­do più vol­te, si può ten­ta­re di vive­re più vol­te. E for­se dovrem­mo pren­de­re esem­pio dai poe­ti.

Mar­co Castal­di

Addet­to Stam­pa & OLMR

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