Marino, Aversa critico con i 5 stelle: non c’è più la politica!

Marino, Aversa critico con i 5 stelle: non c’è più la politica!

11/07/2016 2 Di Redazione

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Maurizio Aversa

Mau­ri­zio Aver­sa

Mari­no. Con­si­glio comu­na­le di inse­dia­men­to. Arri­va­no i cin­que­stel­le e non c’è più la poli­ti­ca. E’ una buo­na cosa? Ci sem­bra pro­prio di no!

Nota di Mau­ri­zio Aver­sa, segre­ta­rio PCI Mari­no

Se. Ma con i “se” non si va da nes­su­na par­te cer­ta. Come è vero che con i “se” non si rap­pre­sen­ta la socie­tà rea­le per quel­la che è se non illu­stran­do­la, descri­ven­do­la, inter­pre­tan­do­la.

In base a cosa? Ad una scel­ta sul­la situa­zio­ne macro­sco­pi­ca che è di fron­te a tut­ti: non sia­mo tut­ti ugua­li; social­men­te non abbia­mo tut­ti lo stes­so peso, valen­za, digni­tà; cul­tu­ral­men­te non abbia­mo tut­ti le stes­se oppor­tu­ni­tà per via del­le dise­gua­glian­ze socia­li; eco­no­mi­ca­men­te non abbia­mo tut­ti lo stes­so ruo­lo, c’è chi sfrut­ta e chi è sfrut­ta­to.

C’entra tut­to que­sto con il Con­si­glio comu­na­le di Mari­no? Ecco­me se c’entra. Pren­dia­mo ad esem­pio il sun­to del sun­to del pen­sie­ro di Gram­sci cir­ca il ruo­lo del­la poli­ti­ca e dei par­ti­ti e com­pren­dia­mo così che lo sta­to di cose dise­gua­li (social­men­te, cul­tu­ral­men­te, eco­no­mi­ca­men­te) si pos­so­no muta­re solo con la poli­ti­ca e i par­ti­ti.

Pen­sie­ro di Gram­sci: “ Il momen­to del­la for­za appar­tie­ne alla socie­tà poli­ti­ca, men­tre quel­lo del con­sen­so appar­tie­ne alla socie­tà civi­le; gli intel­let­tua­li sono quel­li che han­no il com­pi­to di otte­ne­re il con­sen­so, men­tre la clas­se poli­ti­ca è costi­tui­ta da quel­li che si ser­vo­no del­la for­za per rag­giun­ge­re quel che non é otte­ni­bi­le con il con­sen­so. Que­st’ul­ti­ma ha, dun­que, biso­gno di intel­let­tua­li al suo ser­vi­zio, anche se que­sti pre­ten­do­no o si illu­do­no di esse­re indi­pen­den­ti. Negli Sta­ti moder­ni sta ai par­ti­ti, che Gram­sci para­go­na al prin­ci­pe di Machia­vel­li, l’or­ga­niz­za­zio­ne, all’in­ter­no del­la socie­tà civi­le, del­le for­ze neces­sa­rie per con­qui­sta­re lo Sta­to, ma a tale sco­po occor­re pri­ma otte­ne­re l’e­ge­mo­nia nel­la socie­tà civi­le: di qui l’im­por­tan­za degli intel­let­tua­li orga­ni­ci alla clas­se, di cui il par­ti­to rap­pre­sen­ta la pun­ta avan­za­ta.”.

Cro­na­ca del Con­si­glio comu­na­le: si devo­no eleg­ge­re alcu­ne respon­sa­bi­li­tà isti­tu­zio­na­li (Pre­si­den­te del Con­si­glio comu­na­le, vice­pre­si­den­te del­lo stes­so, capi­grup­po), pre­sen­ta­re la Giun­ta, com­pie­re il giu­ra­men­to del Sin­da­co, pre­sen­ta­re le note di pro­gram­ma.

Come è sta­to fat­to tut­to que­sto? Con suf­fi­cien­za e sen­za poli­ti­ca.

Subi­to rac­con­tia­mo, a mar­gi­ne, del­la testi­mo­nian­za di un ex del­lo staff di Palaz­zo Colon­na che ripor­ta sui social che un neo­con­si­glie­re cin­que­stel­le, incon­tran­do­lo a Con­si­glio ter­mi­na­to gli sot­to­li­nea come abbia­no fat­to un minu­to di silen­zio per gli assas­si­na­ti di Dac­ca. Due con­si­de­ra­zio­ni: 1. La tra­ge­dia cul­tu­ra­le sareb­be sta­to non far­lo, cosa sot­to­li­nea­re allo­ra? 2. Pro­prio quel tipo di tra­ge­dia, la vicen­da ter­ro­ri­smo con­nes­sa ogget­ti­va­men­te all’espansionismo inter­na­zio­na­le in atto da decen­ni da USA-NATO ed ora UE, avreb­be impo­sto per rispet­to alle vite spez­za­te non il ricor­do labi­le di un effet­to emo­ti­vo del minu­to, ma la vera sot­to­li­nea­tu­ra dell’accadimento non evi­ta­bi­le per­ché ricer­ca­to da que­sto tipo di poli­ti­ca impe­ria­li­sta inter­na­zio­na­le!

Gli adem­pi­men­ti con­si­lia­ri si sono svol­ti secon­do i nume­ri del­la mag­gio­ran­za e del­le mino­ran­ze. Il giu­ra­men­to, sul­la Costi­tu­zio­ne, è sta­to quan­to di più aset­ti­co si fos­se mai visto e sen­ti­to a Palaz­zo Colon­na. La pre­sen­ta­zio­ne del­la Giun­ta, avve­nu­ta solo a richie­sta di un con­si­glie­re inter­ve­nu­to, è sta­ta fat­ta come quan­do a tavo­la si giu­sti­fi­ca­no le pre­sen­ze di com­men­sa­li non cono­sciu­ti a tut­ti: let­te­ral­men­te, indi­can­do col dito, il Sin­da­co ha det­to di ogni asses­so­re pre­sen­te, sen­za pro­nun­ciar­ne nep­pu­re il nome, (que­sto) lavo­ri pub­bli­ci, (que­sto) bilan­cio, ecc.. Non solo, ma evi­den­te­men­te per autoas­sol­ver­si ha tira­to fuo­ri una giu­sti­fi­ca­zio­ne che nep­pu­re alla boc­cio­fi­la (altro che rispet­to del­le isti­tu­zio­ni!). Dice il Sin­da­co: comun­que sono già noti gli asses­so­ri e gli asses­so­ra­ti, per­ché il M5S li ha annun­cia­ti in piaz­za, e per­fi­no scrit­ti su un volan­ti­no. Ma scher­zia­mo? Allo­ra che si ten­go­no a fare i Con­si­gli comu­na­li? Basta che la pros­si­ma vol­ta, ven­ga­no ema­na­ti dei “Comu­ni­ca­ti ed edit­ti” a cura di qual­che “Agen­zia Ste­fa­ni” e stia­mo a posto!

Infi­ne, e qui la cosa è vera­men­te gra­ve, e nes­su­na ubria­ca­tu­ra di popo­lo pre­sen­te la può can­cel­la­re, alla pre­sen­ta­zio­ne del­le note di pro­gram­ma, il Sin­da­co ha sosti­tui­to, alcu­ni ricor­di per­so­na­li incen­tra­ti sul valo­re del­la fami­glia e sul rispet­to di tut­ti i cit­ta­di­ni e del­le oppo­si­zio­ni, quin­di non le prio­ri­tà di pro­gram­ma su cui inter­ve­ni­re.

(E’ rias­sun­to vero: non ha det­to nul­la di più!).

Come com­men­ta­re? Non si trat­ta solo di “pegno” paga­to al novi­zia­to. Né solo di gaf­fes che dura­no un atti­mo. Si trat­ta di cono­sce­re ruo­lo, fun­zio­ni, e dina­mi­che del­le isti­tu­zio­ni ini­zian­do a rispet­tar­le.

Il capo­grup­po M5S ha det­to noi non sia­mo pro­fes­sio­ni­sti del­la poli­ti­ca quin­di sia­mo cit­ta­di­ni pre­sta­ti alle isti­tu­zio­ni. Che vuol dire? Che pos­so­no fare tut­te le cor­bel­le­rie che cre­do­no? Chi lo spie­ghe­rà ai cit­ta­di­ni se, non assu­men­do­si l’onere, oltre che l’onore, del far fun­zio­na­re bene le rego­le e le stes­se isti­tu­zio­ni poi le deci­sio­ni che assu­mo­no sono nul­le? Lo sa il capo­grup­po che è gra­zie all’intervento cor­ret­ti­vo del capo­grup­po del cen­tro­si­ni­stra che alcu­ne deli­be­ra­zio­ni (le pri­me assun­te in con­si­glio comu­na­le) ora sono cor­ret­ta­men­te adot­ta­te altri­men­ti sareb­be­ro sta­te nul­le? Per­den­do tem­po, sol­di, effi­ca­cia, rispo­ste per i cit­ta­di­ni.

Pres­so­chè nul­lo, il con­tri­bu­to di tra­spa­ren­za pro­gram­ma­ti­ca da par­te del Sin­da­co. Come si può pen­sa­re che il con­te­nu­to è quel­lo elet­to­ra­le pun­to e basta! Cer­to che è quel­lo, ma, poi­ché è com­po­sto di tan­ti pro­ble­mi, sia in emer­gen­za che di inter­ven­to pro­gram­ma­to­rio (con sca­den­ze, con step, con pri­mi atti, etc.) per­ché il Sin­da­co – sep­pu­re in festa – non ha espres­so al pub­bli­co e ai cit­ta­di­ni tut­ti (inclu­si quel­li del­la diret­ta strea­ming, un po’ brut­ti­na per il tipo di ripre­se, ma cer­ta­men­te una novi­tà posi­ti­va) su qua­li prio­ri­tà vuo­le pun­ta­re?

Anche per que­sto, ad esem­pio, il PCI di Mari­no ha richie­sto un incon­tro uffi­cia­le col pri­mo cit­ta­di­no.

E tor­nia­mo al pun­to di par­ten­za, Gram­sci, la poli­ti­ca e l’assenza di poli­ti­ca in que­sto Con­si­glio comu­na­le. Se – e que­sto non è un se ipo­te­ti­co futu­ri­bi­le, ma una con­di­zio­ne di scel­ta sog­get­ti­va -; se il pros­si­mo Con­si­glio comu­na­le, o comun­que la pre­sen­za con atti ed indi­riz­zi del­la ammi­ni­stra­zio­ne Coliz­za, appro­de­ran­no alla poli­ti­ca, si potrà allo­ra osser­va­re che saran­no indi­ca­te ana­li­si, pro­po­ste e scel­te che moti­va­no come per­se­gui­re il bene pub­bli­co. E que­sta è poli­ti­ca. Se, per erro­re o per pre­giu­di­zio anti­po­li­ti­ca gril­li­no, que­sto non sarà, assi­ste­re­mo ad una Ammi­ni­stra­zio­ne Coliz­za che si mostre­rà come aset­ti­ca, simil-buro­cra­ti­ca, sen­za pathos, sen­za idea­li con­di­vi­si che non i pro­pri “pri­va­ti” di ognu­no. Insom­ma, altro che comu­ni­tà dichia­ra­ta! Sarà una comu­ni­tà di set­ta. Ma noi auspi­chia­mo che così non sia.

Quin­di, sen­za cro­ci­fig­ge­re nes­su­no, ma sen­za tace­re dei gra­vi erro­ri, anche fon­da­men­ta­li, già mostra­ti, segui­re­mo, e offri­re­mo il nostro con­tri­bu­to, così come già fat­to isti­tu­zio­nal­men­te da Eleo­no­ra Di Giu­lio in Con­si­glio comu­na­le; ma anche poli­ti­ca­men­te e social­men­te come PCI.

Per­ché, in asso­lu­to, non aver pre­so di pet­to, poli­ti­ca­men­te, il dopo voto, ha por­ta­to come erro­re gra­ve (dop­pia­men­te gra­ve per il M5S, visto il loro indi­riz­zo ini­zia­le di movi­men­to, in real­tà in segui­to semi-abban­do­na­to) uno sgar­bo, una ingiu­sti­zia cul­tu­ra­le e poli­ti­ca, nei con­fron­ti di quei qua­si metà cit­ta­di­ni elet­to­ri, lascia­ti là come sco­ria inu­ti­le. Inve­ce è vero il con­tra­rio: il nostro agi­re, di par­ti­ti e di isti­tu­zio­ni, deve sen­tir­si ina­de­gua­to, deve sen­tir­si auto­cri­ti­ca­men­te impe­gna­to, affin­chè dimi­nui­sca la fuga dal voto, dal­la poli­ti­ca. Non il con­tra­rio. Mai più sen­za poli­ti­ca in Con­si­glio comu­na­le: un auspi­cio e un dove­re. A comin­cia­re dal Sin­da­co.

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