Marino: lo scambio di mail tra Santarelli e Civita sull’illegalità della lottizzazione del Divino Amore

Marino: lo scambio di mail tra Santarelli e Civita sull’illegalità della lottizzazione del Divino Amore

03/06/2016 0 Di Redazione

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Giulio Santarelli

Giu­lio San­ta­rel­li

DIVINO AMORE, SANTARELLI DIMOSTRA A CIVITA LA TOTALE ILLEGALITA’ DELLA LOTTIZZAZIONE, NE CHIEDE LA REVOCA IMMEDIATA E L’ESCLUSIONE DI QUALSIASI IPOTESI DI RINEGOZIAZIONE

Scam­bio di mail tra il can­di­da­to sin­da­co di Mari­no del Psi e l’assessore regio­na­le  
San­ta­rel­li con e mail dell’11 mag­gio scor­so ave­va chie­sto all’assessore Civi­ta noti­zie sul­la esi­sten­za o meno del pare­re una­ni­me del­la con­fe­ren­za dei ser­vi­zi di cui all’art. 34 del­la leg­ge 267/2000, pare­re neces­sa­rio per cer­ti­fi­ca­re la legit­ti­mi­tà e fat­ti­bi­li­tà del­la lot­tiz­za­zio­ne di via del Divi­no Amo­re e di quel­le di Mugil­la e di via Maz­za­ma­gna per com­ples­si­vi 1,5 milio­ni di metri cubi e 15mila abi­tan­ti.
L’assessore Civi­ta con una mail del 31 mag­gio ha invia­to a San­ta­rel­li la nota sot­to­scrit­ta dagli archi­tet­ti Per­go­li­ni e Cari­ni sen­za alcu­na sua valu­ta­zio­ne.
Gli archi­tet­ti, nel­la nota in que­stio­ne, si sono dif­fu­si uni­ca­men­te a con­si­de­ra­re le nor­ma­ti­ve del­le leg­gi regio­na­li 36/87 e 22/97 sul­la appli­ca­zio­ne dei pro­gram­mi inte­gra­ti di inter­ven­to sen­za dire una paro­la sul­le ragio­ni per cui né al Comu­ne né alla Regio­ne è sta­ta con­vo­ca­ta la con­fe­ren­za dei ser­vi­zi per il pre­scrit­to pare­re una­ni­me di cui all’art. 34 del­la 267/2000, così come richie­sto dal­la socie­tà Eco­vil­la­ge, la cui man­ca­ta con­vo­ca­zio­ne è ser­vi­ta ad evi­ta­re il pare­re nega­ti­vo del­la stes­sa, dal momen­to che a dire di no sareb­be­ro sta­ti l’Anas, il Cotral, il Comu­ne di Roma, la Sovrin­ten­den­za Archeo­lo­gi­ca del Lazio e soprat­tut­to l’Acea che in una nota scrit­ta ave­va dichia­ra­to la impos­si­bi­li­tà a for­ni­re l’acqua anche per il divie­to di per­fo­ra­re poz­zi impo­sto da una deli­be­ra del­la giun­ta regio­na­le del ‘99 a pro­te­zio­ne del­le fal­de idri­che dei laghi di Alba­no e di Nemi.
San­ta­rel­li ha riba­di­to a Civi­ta che le nor­ma­ti­ve del­le due leg­gi regio­na­li, richia­ma­te dagli archi­tet­ti, si appli­ca­no ai pro­get­ti inte­gra­ti di inter­ven­to legit­ti­mi e con­for­mi al Pia­no Rego­la­to­re e alle pre­scri­zio­ni degli stru­men­ti urba­ni­sti­ci di area vasta come i Ptpg in vigo­re nel­la pro­vin­cia di Roma dal 2010 e che i comu­ni era­no obbli­ga­ti a rece­pi­re nei pro­pri Pia­ni rego­la­to­ri e che in difet­to era obbli­go del­la Regio­ne ad invia­re un com­mis­sa­rio ad acta per deli­be­ra­re in pro­po­si­to e mai appro­va­re pro­get­ti edi­fi­ca­to­ri.
San­ta­rel­li ha anche ricor­da­to che nel caso spe­ci­fi­co dei Master­Plan era impe­di­to dal­la L.R. 72/75 che fis­sa il tet­to mas­si­mo di incre­men­to abi­ta­ti­vo nel­la misu­ra del 30% degli abi­tan­ti resi­den­ti; tet­to che come affer­ma­to nel­la sen­ten­za del Tar 873/2002 di annul­la­men­to del Prg di Mari­no era moti­va­ta dall’accertamento di un incre­men­to abi­ta­ti­vo pari al 64%. Moti­vo per cui in pre­ce­den­za la Regio­ne, per la vio­la­zio­ne di que­sta leg­ge, con pare­re del comi­ta­to tec­ni­co con­tro­fir­ma­to dall’assessore all’Urbanistica, Dio­ni­si, ave­va boc­cia­to il Prg di Aric­cia.
San­ta­rel­li ha anche rile­va­to che nel­la nota dei due archi­tet­ti non si fa cen­no alcu­no alla man­ca­ta con­fe­ren­za dei ser­vi­zi e al fat­to che quel­la diste­sa di aree ogget­to del­la lot­tiz­za­zio­ne non ha biso­gno di alcu­na riqua­li­fi­ca­zio­ne urba­ni­sti­ca di cui alla L.R. 22/97 pro­prio per­ché pri­va di abi­ta­zio­ni ad esclu­sio­ne di qual­che casa­le al ser­vi­zio del­le per­ti­nen­ze agri­co­le.
Anche la deli­be­ra n. 36 del pia­no di zona di via Maz­za­ma­gna per 2080 abi­tan­ti rica­de negli stes­si moti­vi di ille­git­ti­mi­tà e di con­tra­sto con i vin­co­li del Ptpg e con la leg­ge Buca­los­si n 10/77 che impo­ne ai comu­ni di desti­na­re una per­cen­tua­le che varia dal 40 al 70% dell’incremento abi­ta­ti­vo all’edilizia eco­no­mi­ca popo­la­re, come pre­scrit­to nel­la deli­be­ra di appro­va­zio­ne del Prg di Mari­no, e non in aggiun­ta.
Inol­tre, aven­do l’organo tec­ni­co del­la Regio­ne rile­va­to, con­tra­ria­men­te a quan­to cer­ti­fi­ca­to dall’organo tec­ni­co del Comu­ne di Mari­no che il pro­get­to in que­stio­ne non era sog­get­to a Valu­ta­zio­ne Ambien­ta­le Stra­te­gi­ca (VAS) non avreb­be dovu­to rice­ve­re il pare­re favo­re­vo­le per l’approvazione ma ave­va l’obbligo di resti­tui­re gli atti al Comu­ne per­ché prov­ve­des­se a richie­de­re alla Cit­tà Metro­po­li­ta­na la VAS. Moti­vo per cui la Cit­tà Metro­po­li­ta­na ha chie­sto l’annullamento del Pia­no con appo­si­to ricor­so al Tar.
In con­clu­sio­ne San­ta­rel­li ha ricor­da­to a Civi­ta che l’Italia sta attra­ver­san­do un perio­do cri­ti­co e a quo­ti­dia­ni fat­ti di cor­ru­zio­ne che por­ta­no agli arre­sti di ammi­ni­stra­to­ri comu­na­li e regio­na­li e che deter­mi­na­no un pro­gres­si­vo allon­ta­na­men­to dei cit­ta­di­ni dal­la poli­ti­ca. Obbli­go dei gover­ni e in par­ti­co­la­re del cen­tro­si­ni­stra è quel­lo di allon­ta­na­re qual­sia­si dub­bio sul rispet­to del­le leg­gi. Per­ciò, essen­do pro­va­to dal­le mie valu­ta­zio­ni che sia il Comu­ne di Mari­no che la Regio­ne Lazio han­no appro­va­to prov­ve­di­men­ti in vio­la­zio­ne del­le leg­gi e del Ptpg non può esser­ci alcun ten­ta­ti­vo di depi­stag­gio che indu­ca a rite­ne­re legit­ti­mo ciò che legit­ti­mo non è e per­tan­to obbli­go del­la giun­ta regio­na­le del Lazio è di revo­ca­re sen­za esi­ta­zio­ne il Master­Plan e le rela­ti­ve lot­tiz­za­zio­ni in varian­te al Prg che, dimo­stra­ta­ne la ille­ga­li­tà, non costi­tui­sco­no nes­sun dirit­to acqui­si­to e quin­di nep­pu­re tito­lo per chie­de­re al Comu­ne risar­ci­men­ti. Sem­mai l’apertura da par­te del­la Cor­te dei Con­ti di un fasci­co­lo a cari­co degli ammi­ni­stra­to­ri comu­na­li per dan­no era­ria­le dimo­stra che è l’Amministrazione comu­na­le aver subi­to un pos­si­bi­le dan­no era­ria­le di cui dovran­no rispon­de­re gli ammi­ni­stra­to­ri che esclu­de qual­sia­si ipo­te­si di risar­ci­men­to dan­ni die­tro cui si nascon­de la giu­sti­fi­ca­zio­ne del can­di­da­to Pd che di fat­to non par­la più di revo­ca da quan­do è can­di­da­ta sin­da­co.

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