Marino, Leandri: a proposito di Scuolabus… In questi giorni mi è capitato di ascoltare molteplici…
Marino, Leandri (UCS): Prioritario è togliere l’acqua pubblica ad ACEA SPA
23/05/2016Questo articolo è stato letto 3412 volte!
Marino, Leandri (UCS): Prioritario è togliere l’acqua pubblica ad ACEA SPA
Togliere l’acqua ad ACEA Spa deve essere una priorità oltre che una azione sociale. Non è retorica non è propaganda, non deve essere neanche uno slogan con cui fare campagna elettorale, ma la situazione è insostenibile da sempre. I problemi sono tanti; l’inadempienza, la lentezza degli interventi, la mancanza di un ufficio sul territorio, le opere incompiute, quelle mai collaudate, per non parlare della dispersione idrica per mancanza di manutenzione degli impianti, un vero danno ecologico.
I “Privati” secondo il Governo Italiano, dal 2006 non investono un Euro e non solo a Marino, ma in tutta Italia, garantendo il servizio ai cittadini solamente con investimenti per il 90% pubblici, questo la dice lunga sulla importanza del servizio idrico, un vero business per le lobbies gestire un servizio fondamentale alla vita.
Personalmente ho avuto a che fare con ACEA Spa in diverse occasioni, chi abita nel centro storico sa quali siano i disagi con il Servizio Idrico, e non metto in discussione tutte quelle imprese cui ACEA da in appalto gli interventi di riparazione, discuto la capacità della stessa azienda a gestire un servizio di primaria necessità. Non pensate che i romani siano felici della gestione ACEA, anche per loro sta diventando urticante avere a che fare con una azienda che non sa garantire la fruibilità del servizio ai cittadini. Per quanto ci riguarda non possiamo continuare a far gestire un servizio cui i marinesi pagano l’imposta al comune di Roma, per non avere indietro ciò che si aspettano.
Se analizziamo come è stato regalato dal centrodestra ad ACEA Spa il Servizio Idrico Integrato, si può contestare la mancata assenza di una gara con evidenza pubblica, art. 113 D.lgs.267/2000 del TUEL, lo stesso articolo, (che dal 2011 ad oggi ha subito diverse modifiche), nei suoi commi prevede che si possono conferire la proprietà delle reti, degli impianti, e delle altre dotazioni patrimoniali a società a capitale interamente pubblico che è incedibile. ACEA Spa ha partecipazioni del 49% private.
Per non parlare dell’esito referendario del 2011 mai recepito dalle grandi Città italiane, tranne quello di Napoli che con Acqua Bene Comune, oltre ad abbassare i costi di gestione ha avuto anche netti risparmi tracciando il percorso per altri Comuni delle provincie di Imperia, Varese, città come Pistoia Pescara per i quali il ritorno alla gestione pubblica del Servizio Idrico è un Diritto Umano di primaria necessità. Ovviamente non è cosi per i vari Governi succedutisi , i quali hanno lavorato contro l’esito referendario già dal giorno dopo con vari esperimenti di manovre per sovvertire la volontà popolare. Berlusconi, “Manovra di ferragosto” 2011, Monti, “ Salva Italia” 2012, bloccate dalla Corte dei conti e dal Consiglio di Stato fino allo “Sblocca Italia” di Renzi 2014, dove è previsto il Gestore unico obbligatorio per ogni Ambito Territoriale, facendo contente quelle “multi utility” competitive nei confronti delle grandi aziende europee. Una storia infinita sulla quale possiamo mettere la parola fine almeno nel nostro paese, avviando le consultazioni per ribadire un nostro diritto ed una necessità. Acqua pubblica ed a basso costo, magari blocchiamo anche la speculazione edilizia al Divino Amore.!?
Fabrizio Leandri
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