Marino: nascita Lista Civica “Cittadini di Marino” A seguito dell’esperienza politica delle liste civiche “Bartoloni…
Editoriale. Marino: la realtà sotto il velo…
20/04/2016Questo articolo è stato letto 22334 volte!
di Francesca Marrucci
Marino, ridente cittadina dei Castelli Romani. All’apparenza. Perché qui da ridere c’è rimasto ben poco. Dopo anni di belle storie su quanto fosse bella Marino, su quanto Marino eccellesse non si capisce bene in cosa, nel 2015 le Forze dell’Ordine hanno cominciato a sollevare il velo di malaffare, omertà e complicità solidali che compongono il ‘sistema Marino’ ed è un vaso di Pandora che ogni paio di mesi sputa fuori qualche mostruosità.
Prima l’arresto del Sindaco, che ha riempito le cronache nazionali, poi la ‘cacciata’ dei profughi con le barricate: altro palcoscenico nazionale. Stamattina l’ultima, ma solo in ordine di tempo, a quanto pare, se è vero che le indagini continuano. L’arresto di due ex-assessori che di giunte di centrodestra se ne sono fatte, a cominciare dall’era Desideri, per continuare con Palozzi e Silvagni: Mauro Catenacci e Marco Ottaviani.
Dalla loro costante presenza sulla scena politica, è facilmente comprensibile, anche a chi è più digiuno delle vicende marinesi, che si tratti di ‘punte di diamante’ della coalizione di centrodestra e questo, unito al destino dell’ex-Sindaco, dà un quadro sconfortante, ma già noto ai più.
La ragione dell’arresto l’hanno spiegata stamattina i Carabinieri di Castel Gandolfo con un comunicato che ha seguito l’arresto all’alba anche di un noto commercialista di Marino, Marco Baldi, implicato in questa triste vicenda di tangenti e scambi elettorali.
Ora, in molti gridano allo scandalo e prevedono gravi ripercussioni sull’imminente tornata elettorale. I Carabinieri assicurano: non è finita qui.
Panorama desolante quello della bella cittadina dei Castelli Romani, caduta in un baratro di malaffare che, i risultati elettorali lo hanno dimostrato, è però largamente appoggiato dalla cittadinanza. Eh già, perché questi politici non ci sono arrivati per grazia divina a ricoprire i ruoli con i quali hanno fatto il bello e cattivo tempo a Marino negli ultimi anni, qualcuno li ha legittimati con il voto, anche indiretto. Se non si sono messi in lizza loro, avendo già concordato ruoli assessoriali, hanno comunque portato voti preziosi con le loro liste e quindi hanno avuto un ampio appoggio della popolazione.
Inutle girarci intorno. La bella cittadina, sollevato il velo, rivela il suo vero volto: lo ha rivelato all’indomani dell’arresto del Sindaco, quando la stragrande maggioranza dei cittadini gridava allo scandalo non per il reato, ma perché si era punito un benefattore del popolo che a tanta gente aveva trovato lavoro.
Lavoro. È questa la parola che fa la differenza. Il terribile e crudele ricatto sociale che fa reggere il sistema Marino da sempre. Non a caso tra le imputazioni di questi ultimi arresti ci sono liste di nomi da impiegare alla Lidl. Voti certi.
Quanti, tra i marinesi sono a busta paga dei politici? Quanti hanno lavoro grazie alla ‘benevola intermediazione’? Quanti si prestano volentieri, perché è più facile, perché funzionali al sistema e quanti invece rimangono schiacciati dagli ingranaggi di un sistema che ti riduce in poltiglia se non sei utile, se non ti adegui?
È tutto in questi dati il risultato elettorale di questi decenni. Per questo io non credo che scoperchiare il velo corrisponda ad una presa di coscienza dei marinesi. Credo solo che saranno ancora più impauriti di poter perdere il mondo che li ha garantiti finora e forse la paura li compatterà ancora di più. È triste ed è già successo.
È un sistema mafioso, sotto tanti punti di vista, lo dicevo tempo fa con un amico delle Forze dell’Ordine, e proprio per questo, qui, quelle che sono le consuete azioni-reazioni dell’opinione pubblica funzionano poco. Funzionano meno.
È che il sistema non fa comodo solo ai politici. Il sistema garantisce la maggioranza della popolazione. Se non si capisce questo, anche fare campagna elettorale ‘contro’ diventa una bella pantomima, scenografica, ma inefficace.
C’è bisogno di una rieducazione delle teste, delle abitudini, c’è bisogno di far capire che il lavoro è un diritto e non un favore. Che non si è più furbi perché si passa davanti a qualcuno grazie ad una conoscenza. Che le leggi vanno rispettate.
Personalmente, faccio questo discorso da anni, chi mi frequenta ne sarà anche stufo, lo capisco. Ma io continuo. Solo che quando senti risposte come: “Sì, ma in Italia funziona così, o ti adegui o muori di fame”, non so più che rispondere, perché le speranze e gli ideali che mi hanno motivato per una vita e che mi danno l’energia di costruire ogni giorno, si infrangono su una umile, ma terribilmente reale constatazione. E allora, lo confesso, la speranza che le cose cambino si indebolisce, perché mi accorgo che siamo davvero in pochi quelli a cui importa realmente che questo cambiamento avvenga.
E si sa, a quelli non funzionali al sistema, resta solo la rivoluzione.
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Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.
Bell’articolo, tutto giusto e condivisibile ma mi chiedo : come è possibile cambiare le cose ed invertire la rotta ? Votando coloro che ci hanno portato a queste condizioni, e che condividono da anni, sia a livello nazionale che locale questo “sistema” ?
A chi diamo fiducia, ai professionisti della politica, e che con la politica vivono e mangiano, lavorano e prosperano, oppure a cittadini normali, che non devono dire grazie a nessuno ed hanno le mani libere ?
I Marinesi dimostreranno, tra meno di due mesi, quale è il loro modo di pensare.