Farmaci immunoterapici, punto di svolta nella lotta ai tumori. Necessarie nuove regole per favorire accesso alle terapie

Farmaci immunoterapici, punto di svolta nella lotta ai tumori. Necessarie nuove regole per favorire accesso alle terapie

16/03/2016 0 Di Redazione

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fascicolosanitarioFar­ma­ci immu­no­te­ra­pi­ci, pun­to di svol­ta nel­la lot­ta ai tumo­ri. Neces­sa­rie nuo­ve rego­le per favo­ri­re acces­so alle tera­pie

L’immunoterapia, quar­to pila­stro nel­la lot­ta al can­cro. I far­ma­ci immu­no-onco­lo­gi­ci affian­ca­no le tra­di­zio­na­li tera­pie e con­tra­sta­no il tumo­re sti­mo­lan­do il siste­ma immu­ni­ta­rio.

Gli immu­no­te­ra­pi­ci riat­ti­va­no le dife­se immu­ni­ta­rie con­tro i tumo­ri e allun­ga­no la soprav­vi­ven­za, ma i tem­pi di acces­so ai cit­ta­di­ni sono lun­ghi e i costi ele­va­ti.

L’immuno-oncologia è una rivo­lu­zio­ne di por­ta­ta epo­ca­le con rica­du­te impor­tan­ti sul­la salu­te e sull’economia, ma biso­gna sem­pli­fi­ca­re il per­cor­so che ren­de que­sti far­ma­ci acces­si­bi­li e fare i con­ti con la soste­ni­bi­li­tà del siste­ma sani­ta­rio.

Al 2014 oltre 2,9 milio­ni d’italiani han­no avu­to una dia­gno­si di tumo­re nel cor­so del­la loro vita.

Col­pi­sco­no il tumo­re libe­ran­do i fre­ni che bloc­ca­no il siste­ma immu­ni­ta­rio; i loro mec­ca­ni­smi d’azione inno­va­ti­vi per­met­to­no mag­gio­ri oppor­tu­ni­tà di com­bi­na­zio­ni; han­no un pro­fi­lo di sicu­rez­za uni­co; pro­met­to­no miglio­ri risul­ta­ti a lun­go ter­mi­ne gra­zie alla “memo­ria immu­no­lo­gi­ca” e alla con­se­guen­te adat­ta­bi­li­tà del­la tera­pia. Sono i “prin­ci­pi atti­vi” dell’immunoterapia, con­si­de­ra­ta ormai il quar­to pila­stro nel trat­ta­men­to del can­cro insie­me a che­mio­te­ra­pia, chi­rur­gia e radio­te­ra­pia. Mole­co­le inno­va­ti­ve che stan­no dimo­stran­do di ave­re il poten­zia­le per miglio­ra­re la soprav­vi­ven­za a lun­go ter­mi­ne e l’esito cli­ni­co di diver­si tumo­ri mali­gni “dif­fi­ci­li” come il mela­no­ma e il tumo­re del pol­mo­ne.

Un obiet­ti­vo fon­da­men­ta­le alla luce del fat­to che, nono­stan­te i pro­gres­si degli ulti­mi decen­ni, la mor­ta­li­tà per tumo­re resta ele­va­ta: nel 2011 in Ita­lia si sono regi­stra­ti cir­ca 175.000 deces­si (qua­si 99.000 tra gli uomi­ni e qua­si 77.000 tra le don­ne), vale a dire cir­ca 3 ogni 1.000 per­so­ne. Il poten­zia­le di que­sti nuo­vi far­ma­ci si scon­tra però con l’annoso pro­ble­ma dell’accesso e del­la soste­ni­bi­li­tà per il Ser­vi­zio Sani­ta­rio.

Che l’immunoterapia rap­pre­sen­ti il futu­ro dell’oncologia sono con­vin­ti cli­ni­ci, ricer­ca­to­ri e azien­de che oggi incon­tra­no il mon­do dell’informazione nel Cor­so di For­ma­zio­ne Pro­fes­sio­na­le Immu­no­te­ra­pia: la nuo­va fron­tie­ra per la lot­ta ai tumo­ri, pro­mos­so dal Master di comu­ni­ca­zio­ne scien­ti­fi­ca del­la Sapien­za “La Scien­za nel­la Pra­ti­ca Gior­na­li­sti­ca”, con il sup­por­to di MSD Ita­lia.

Le pato­lo­gie tumo­ra­li nel nostro Pae­se, come in tut­ti i Pae­si indu­stria­liz­za­ti, sono ampia­men­te dif­fu­se e rap­pre­sen­ta­no una del­le prin­ci­pa­li cau­se di deces­so. I tumo­ri più fre­quen­ti, esclu­den­do le neo­pla­sie del­la pel­le, risul­ta­no esse­re quel­li del colon-ret­to, del­la mam­mel­la e del­la pro­sta­ta, segui­ti dal tumo­re del pol­mo­ne e del­la vesci­ca. «Al 2014 oltre 2,9 milio­ni d’italiani han­no avu­to una dia­gno­si di tumo­re nel cor­so del­la loro vita, con le don­ne che mostra­no una più alta pre­va­len­za (56%) rispet­to agli uomi­ni (44%)» affer­ma Wal­ter Ric­ciar­di, Pre­si­den­te dell’Istituto Supe­rio­re di Sani­tà. «Per quan­to riguar­da, inve­ce, l’incidenza, le più aggior­na­te sti­me dell’AIRTUM ripor­ta­no come ogni anno ven­ga­no dia­gno­sti­ca­ti cir­ca 1.000 tumo­ri al gior­no, con un tas­so annua­le di cir­ca 6 casi ogni 1.000 per­so­ne, mag­gio­re negli uomi­ni (6,9/1.000 abitanti/anno) che nel­le don­ne (5,4/1.000 abitanti/anno). Tut­ta­via, con­fron­tan­do i dati del 1996 con quel­li più recen­ti dispo­ni­bi­li del 2014, si nota un signi­fi­ca­ti­vo decre­men­to del­la mor­ta­li­tà, del 18% tra gli uomi­ni e del 10% tra le don­ne».

Il mela­no­ma è il tumo­re che ha per­mes­so di otte­ne­re la mag­gior par­te del­le cono­scen­ze attual­men­te dispo­ni­bi­li sull’immunoterapia. L’elemento chia­ve è sta­ta la sco­per­ta dei chec­k­point inhi­bi­tors, mole­co­le chia­ve coin­vol­te nei mec­ca­ni­smi che per­met­to­no al tumo­re di eva­de­re il con­trol­lo del siste­ma immu­ni­ta­rio. Que­ste mole­co­le pos­so­no diven­ta­re ber­sa­glio di anti­cor­pi mono­clo­na­li che ini­ben­do i chec­k­point riat­ti­va­no la rispo­sta immu­ni­ta­ria anti-tumo­ra­le.

Il 2011 segna il pun­to di par­ten­za dell’immunoterapia nel­la pra­ti­ca cli­ni­ca con l’approvazione del pri­mo anti­cor­po mono­clo­na­le (ipi­li­mu­mab) diret­to con­tro CTLA‑4 (cito­to­xic T‑lym­pho­cy­te-asso­cia­ted pro­tein 4). A distan­za di 4 anni sono sta­ti svi­lup­pa­ti altri 4 diver­si ini­bi­to­ri dei chec­k­point immu­ni­ta­ri, come pem­bro­li­zu­mab che sta dimo­stran­do un’ampia azio­ne in mol­te­pli­ci for­me di tumo­re e che in par­ti­co­la­re nel trat­ta­men­to del mela­no­ma, per il qua­le ha già rice­vu­to il via libe­ra in Euro­pa, è la pri­ma e uni­ca tera­pia anti-PD‑1 ad offri­re un bene­fi­cio – in ter­mi­ni di soprav­vi­ven­za – sta­ti­sti­ca­men­te supe­rio­re rispet­to alla che­mio­te­ra­pia e a ipi­li­mu­mab, l’at­tua­le stan­dard di cura per il mela­no­ma avan­za­to.

Uno dei pas­sag­gi più cri­ti­ci dell’immunoterapia, però, è la com­ples­si­tà dei pro­ces­si che por­ta­no le nuo­ve mole­co­le sul mer­ca­to anche a cau­sa del­la spe­ci­fi­ci­tà del mec­ca­ni­smo d’azione di que­sti far­ma­ci, che richie­de­reb­be un aggior­na­men­to dei cri­te­ri di valu­ta­zio­ne di effi­ca­cia e tol­le­ra­bi­li­tà.

L’avvento di mole­co­le in gra­do di rivo­lu­zio­na­re il trat­ta­men­to dei tumo­ri richie­de quin­di misu­re e inter­ven­ti altret­tan­to straor­di­na­ri. «In Ita­lia nel 2014 la spe­sa per i far­ma­ci onco­lo­gi­ci ospe­da­lie­ri è sta­ta pari a 3.899 milio­ni di euro, con un incre­men­to di cir­ca il 9,6% rispet­to alla spe­sa del 2013 – dichia­ra Car­mi­ne Pin­to, Pre­si­den­te Nazio­na­le dell’Associazione Ita­lia­na di Onco­lo­gia Medi­ca, AIOM – il 2016 potreb­be rap­pre­sen­ta­re l’anno di svol­ta per un inter­ven­to nazio­na­le sul can­cro con l’istituzione di un Fon­do spe­ci­fi­co che con­tri­bui­sca al rim­bor­so alle Regio­ni dei far­ma­ci onco­lo­gi­ci indi­vi­dua­ti a for­te carat­te­re inno­va­ti­vo sul­la base di defi­ni­ti para­me­tri. Un vero e pro­prio “Fon­do Nazio­na­le per l’Oncologia”, il pri­mo in Ita­lia, che potreb­be esse­re finan­zia­to attra­ver­so il get­ti­to deri­van­te dall’accise del­le siga­ret­te. Un cen­te­si­mo in più a siga­ret­ta, con il dupli­ce obiet­ti­vo di soste­ne­re il Fon­do e con­tra­sta­re il taba­gi­smo. Il Fon­do Nazio­na­le garan­ti­reb­be ugua­li dirit­ti di cura e di acces­so ai far­ma­ci inno­va­ti­vi per tut­ti i pazien­ti in tut­te le Regio­ni del nostro Pae­se».

Il 2015 è sta­to l’anno dell’arrivo di gran­di far­ma­ci, mol­to effi­ca­ci; l’Italia, come mol­ti altri Pae­si, è davan­ti ad una gran­de sfi­da: met­te­re a dispo­si­zio­ne dei cit­ta­di­ni que­ste nuo­ve oppor­tu­ni­tà di cura con un’attenzione alla soste­ni­bi­li­tà dei Ser­vi­zi Sani­ta­ri. «Que­sto gran­de tema sem­bra non poter tro­va­re solu­zio­ne nel­la sola isti­tu­zio­ne di un fon­do ad hoc per l’in­no­va­zio­ne in gra­do di copri­re le spe­se solo per le cure dei pazien­ti più gra­vi – sot­to­li­nea Fede­ri­co Gel­li, XII Com­mis­sio­ne Affa­ri Socia­li Came­ra dei Depu­ta­ti – di fron­te a que­sta rivo­lu­zio­ne di por­ta­ta epo­ca­le che sta riguar­dan­do il mon­do dei far­ma­ci, i siste­mi di salu­te pub­bli­ca van­no ricon­si­de­ra­ti com­ples­si­va­men­te, in un’ottica inte­gra­ta e sem­pre meno loca­li­sti­ca. L’Italia, ma anche gli altri nostri part­ner, è di fron­te alla gran­de sfi­da: met­te­re a dispo­si­zio­ne dei cit­ta­di­ni que­ste nuo­ve oppor­tu­ni­tà tera­peu­ti­che sen­za far sbal­la­re i con­ti del­la sani­tà pub­bli­ca».

Per rispon­de­re alla neces­si­tà di iden­ti­fi­ca­re nuo­vi model­li di gover­nan­ce del­la spe­sa far­ma­ceu­ti­ca è sta­to isti­tui­to il tavo­lo sul­la Far­ma­ceu­ti­ca, un tavo­lo inter­go­ver­na­ti­vo ospi­ta­to dal Mini­ste­ro del­lo Svi­lup­po Eco­no­mi­co e par­te­ci­pa­to dal Mini­ste­ro dell’Economia e dal Mini­ste­ro del­la Salu­te, in cui sono coin­vol­te anche le Regio­ni, le impre­se far­ma­ceu­ti­che e le asso­cia­zio­ni di cate­go­rie del set­to­re. «Ad oggi i far­ma­ci inno­va­ti­vi han­no alti costi, per­ché richie­do­no for­ti inve­sti­men­ti in ricer­ca e svi­lup­po, con una dura­ta del ciclo di vita del pro­dot­to spes­so infe­rio­re alla dura­ta del bre­vet­to, deter­mi­na­ta dal­la velo­ci­tà di immis­sio­ne sul mer­ca­to di pro­dot­ti con­cor­ren­ti più per­for­man­ti com­men­ta Pao­lo Bona­ret­ti, Con­si­glie­re per Poli­ti­che Indu­stria­li del Gabi­net­to del Mini­ste­ro del­lo Svi­lup­po Eco­no­mi­co – per poter favo­ri­re lo svi­lup­po di que­sti far­ma­ci sareb­be­ro neces­sa­rie poli­ti­che inno­va­ti­ve nazio­na­li e sovra­na­zio­na­li con­di­vi­se e ben defi­ni­te. La revi­sio­ne del­la gover­nan­ce del­la spe­sa far­ma­ceu­ti­ca è un tema dun­que che deve esse­re affron­ta­to già dal 2016, con­si­de­ran­do anche l’impatto a cui assi­ste­re­mo nei pros­si­mi anni con l’ingresso sul mer­ca­to annun­cia­to dal­la FDA di 45 far­ma­ci inno­va­ti­vi di cui 16 in fast track, metà dei qua­li sono far­ma­ci per pato­lo­gie dif­fu­se».

Anche le azien­de far­ma­ceu­ti­che, in pri­ma linea nel­lo svi­lup­po di que­sta nuo­va fron­tie­ra del­la lot­ta ai tumo­ri, sol­le­ci­ta­no nuo­ve rego­le. «Sia­mo orgo­glio­si – dichia­ra Nico­let­ta Lup­pi, Pre­si­den­te e Ammi­ni­stra­to­re Dele­ga­to di MSD Ita­lia – dei risul­ta­ti otte­nu­ti dai nostri labo­ra­to­ri di ricer­ca che han­no con­sen­ti­to di svi­lup­pa­re un rivo­lu­zio­na­rio para­dig­ma di cura; una mole­co­la “pem­bro­li­zu­mab” che rie­sce ad ini­bi­re spe­ci­fi­ci recet­to­ri in gra­do di com­bat­te­re alcu­ni tumo­ri uma­ni fra cui il mela­no­ma, miglio­ran­do la rispo­sta autoim­mu­ne dell’organismo. Sia­mo pie­na­men­te con­sa­pe­vo­li che l’innovazione far­ma­co­lo­gi­ca, soprat­tut­to in ambi­to onco­lo­gi­co, com­por­ti un pro­ble­ma di soste­ni­bi­li­tà del Ser­vi­zio Sani­ta­rio Nazio­na­le. Per garan­ti­re l’accesso dei pazien­ti alle tera­pie inno­va­ti­ve in ambi­to onco­lo­gi­co, rite­nia­mo urgen­te ed impre­scin­di­bi­le l’adozione di una nuo­va gover­nan­ce del set­to­re far­ma­ceu­ti­co. In par­ti­co­la­re, diver­se sono le pos­si­bi­li e con­cre­te solu­zio­ni: dal supe­ra­men­to del tet­to per la spe­sa far­ma­ceu­ti­ca ospe­da­lie­ra (e la sua inclu­sio­ne all’interno del­la spe­sa ospe­da­lie­ra) alla crea­zio­ne di un Fon­do ad hoc ali­men­ta­to anche con tas­se di sco­po».

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