L’artigianato a Cori non conosce limiti. Oltre alla riscoperta degli antichi mestieri infatti, da qualche…
Cori, Pci: “No a nuove cave sul territorio”
04/12/2015Questo articolo è stato letto 3513 volte!
Un secco NO a nuove cave sul territorio comunale di Cori e Giulianelloarriva anche dalla sezione ‘Enrico Berliguer’ del Partito Comunista d’Italia, rappresentato nell’Amministrazione comunale lepina dall’Assessore Fausto Nuglio. Il Direttivo del PCdI si è riunito giovedì sera alla luce del recente via libera della Regione Lazio all’apertura di altre due cave di calcare,una nel Comune di Cori, in località Monte Maiurro, a due passi da quella già attiva, l’altra nel Comune di Rocca Massima, a Colle Medico/Monte Pastore, praticamente più vicina al centro urbano di Giulianello che non a quello rocchiggiano.
“Questi sfregi al territorio sono inutili e ingiustificati – fanno sapere dalla Segreteria del PCdI di Cori – Tre cave in un fazzoletto di terra è l’ennesimo schiaffo al paesaggio laziale, la regione più scavata d’Italia, con quasi 700 cave, tra attive e dismesse. Una situazione ancor più grave se si pensa allatassazione irrisoria rispetto al guadagno ottenuto, e anche in questo caso il Lazio detiene il primato negativo: se nelle altre regioni i cavatori pagano alla collettività in media solo il 3,5% del prezzo di vendita degli inerti, nella nostra regione ne pagano il 2,4%, che in un giro di affari annuo di quasi 190 milioni di Euro, rappresenta un rientro di appena 4,5 milioni, vale a dire un rapporto tra le entrate regionali e quelle delle aziende di 1 a 42”.
Il messaggio dei Comunisti d’Italia al presidente Zingaretti è esplicito e non tralascia i contenuti politici: “Cominci ad attuare il suo programma elettorale che contemplava a chiare lettere la tutela e la valorizzazione paesaggistica del territorio. Marcia indietro sull’autorizzazione a scavare a Cori, dove peraltro l’Ente si sta già attivando nelle sedi opportune per contrastare questa decisione, ma anche nel resto dei Monti Lepini e della regione da lui governata. Stop alle concessioni facili, è ora di regolamentare la materia ed aumentare i canoni di estrazione. Porteremo la questione al nostro esecutivo provinciale e regionale, ed invitiamo alla mobilitazione anche il Pd che governa la Pisana”.