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La Regione autorizza l’apertura di due nuove cave. Lettera aperta del Sindaco di Cori Tommaso Conti
28/11/2015Questo articolo è stato letto 2936 volte!
In circa tre mesi il dipartimento Cave della Regione Lazio ha autorizzato l’ampliamento di una cava preesistente e l’apertura di due nuove cave di calcare, una nel Comune di Rocca Massima, in località Monte Pastore (Colle Medico), che si affaccia su Giulianello, e l’ultima pochi giorni fa nel Comune di Cori, in località Monte Maiurro (BURL – Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del 19/11/2015, supplemento 1, p. 294). Tutto ciò in base ad una norma regionale, l’art. 30 della LR 17/2004, che consente alla Regione di autorizzare le attività al di fuori del controllo territoriale da parte dei Comuni, ‘in presenza di un interesse socio-economico sovracomunale e in ragione del mantenimento dei livelli occupazionali’.
Premesso che in un periodo in cui l’attività edilizia è in declino e in cui non si realizzano opere pubbliche importanti non si comprende quale possa essere l’interesse socio-economico sovracomunale che sottende alle attività estrattive, sta di fatto che le tre attività estrattive distano l’una dall’altra neppure tre chilometri in linea d’aria. Tre cave in pochi chilometri quadrati, se realizzate, rappresenterebbero uno sfregio al territorio che non ha pari nella Regione. Per questo motivo oggi il Sindaco di Cori Tommaso Conti ha pubblicato sul suo profilo Facebook una lettera aperta ai cittadini di Cori e Giulianello.
“Cari cittadini, la Regione Lazio negli ultimi tempi ha autorizzato nei pressi del nostro territorio (Rocca Massima) e nel territorio di Cori l’apertura di due nuove cave; che, unite a quella già in attività da anni, fanno tre. Senza ascoltare il Comune di Cori, anzi, contrariamente al parere negativo del Comune di Cori. Ciò significa che tra qualche anno potremo trovarci un larghissimo buco aperto tra Cori e Giulianello con grave danno al paesaggio e all’aspetto complessivo del paese. Una larga ferita aperta nel cuore del nostro territorio, che francamente mi offende come sindaco e come cittadino, e che dovrebbe offendere tutti noi. I sindaci passano, il tempo passa e le ferite restano. E resteranno per i nostri figli e per i nostri nipoti. E la ferita sarà ancora più sanguinante perché non l’abbiamo scelta, non l’abbiamo voluta, ci è stata inferta.
La Regione Lazio non ci ha consultato e quando ci ha consultato non ha ascoltato il nostro parere. La responsabilità è tutta ed apertamente politica. Di conseguenza è la politica che deve trovare una soluzione a questa vicenda. Sono stati privilegiati gli interessi meschini dei soliti furbi. Proprio in un momento in cui la tutela del territorio, l’attenzione alle tipicità agricole e paesistiche, al patrimonio culturale, stava dando una risposta positiva al futuro del nostro paese, questa mannaia che cade dall’alto ci riporta indietro di anni. Nonostante i vertici globali sul clima e sul paesaggio, nonostante le teorie sulla sostenibilità, nonostante il messaggio ecumenico del Papa, l’unico politico rimasto a parlare al futuro dell’umanità, le strade che si percorrono sono sempre le stesse.
Questo è un appello, rivolto a tutti i cittadini di buona volontà, senza distinzione di appartenenza politica, che spesso non appare avere più senso; è un appello a tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro paese e anche il futuro complessivo del territorio. A tutti coloro che amano la bellezza. Chiamiamoci, cerchiamoci, dialoghiamo e solidarizziamo. Se restiamo isolati saremo sconfitti. Tommaso Conti, sindaco e cittadino di Cori e Giulianello.”