Roma: a Rebibbia primo flash mob delle detenute per il Papa. ‘Pope is pop’

Roma: a Rebibbia primo flash mob delle detenute per il Papa. ‘Pope is pop’

06/11/2015 0 Di Redazione

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Detenute_Rebibbia15Roma: a Rebib­bia pri­mo flash mob del­le dete­nu­te per il Papa. ‘Pope is pop’

Si è svol­to gio­ve­dì 29 otto­bre 2015 il pri­mo flash mob del­la sto­ria in un car­ce­re ita­lia­no. Dete­nu­te euro­pee, asia­ti­che, afri­ca­ne ed ame­ri­ca­ne han­no dan­za­to tut­te insie­me in ono­re di Papa Fran­ce­sco, attra­ver­so il flash mob inti­to­la­to “POPE IS POP”

L’e­ven­to, che è inse­ri­to nel­l’i­ter peda­go­gi­co trat­ta­men­ta­le che la Casa Cir­con­da­ria­le Fem­mi­ni­le del Car­ce­re di Rebib­bia rea­liz­za ver­so le pro­prie dete­nu­te, si è aper­to con la con­fe­ren­za stam­pa con­dot­ta dal­la diret­tri­ce del car­ce­re Ida Del Gros­so e Igor Noga­rot­to l’au­to­re del­la can­zo­ne “POPE IS POP” e respon­sa­bi­le del pro­get­to: è sta­ta sot­to­li­nea­ta l’im­por­tan­za sto­ri­ca, socia­le e poli­ti­ca di quan­to avve­nu­to oggi, per­ché le dete­nu­te, oltre ad esse­re di diver­sa pro­ve­nien­za geo­gra­fi­ca, sono anche di diver­sa fede reli­gio­sa (vi era­no cat­to­li­che, musul­ma­ne, orto­dos­se ed atee), ma tut­te insie­me han­no dato vita ad un pro­get­to uni­ta­rio, col­la­bo­ran­do in armo­nia, dimo­stran­do che la con­vi­ven­za del­le ‘diver­si­tà’ è attua­bi­le, pro­prio come pro­fes­sa Papa Fran­ce­sco

Detenute_Rebibbia8Abbia­mo incon­tra­to per voi Igor Noga­rot­to

- IGOR, COME NASCE IL PROGETTO “POPE IS POP”?
“Io non sono cre­den­te-pra­ti­can­te, ma cre­do in que­sto Papa, per il suo cari­sma, per il suo esse­re fol­klo­ri­sti­co, per il suo abbrac­cia­re le diver­se cul­tu­re. Con tut­to il rispet­to per il suo ruo­lo isti­tu­zio­na­le, “POPE IS POP” non l’a­vrei mai scrit­ta per Ratzin­ger, for­se per San Fran­ce­sco d’As­si­si se aves­si vis­su­to in quel perio­do… Quin­di ispi­ra­to dal Pon­te­fi­ce, scri­vo “POPE IS POP” e ad una cena la fac­cio ascol­ta­re ad alcu­ni ami­ci: la can­zo­ne pia­ce mol­to! E ne nasce una coreo­gra­fia, cura­ta dal­l’a­mi­ca e col­le­ga Ales­san­dra Abbat­ti­sta. Il grup­po pia­no pia­no si allar­ga e con il comu­ne inten­to di tut­ti noi ami­ci di fare social on the road per entra­re in con­tat­to uma­no con le per­so­ne, “face to face” e non più “face to face­book”, andia­mo a rea­liz­za­re un flash mob a Piaz­za San Pie­tro, dove si aggre­ga­no a noi pas­san­ti incu­rio­si­ti favo­re­vol­men­te dal­la nostra dan­za, poi in altre piaz­ze roma­ne, fino all’Eur con una ven­ti­na di bam­bi­ni!”

Detenute_Rebibbia4- COME SIETE POI ARRIVATI A REBIBBIA E PERCHE’ AVETE SCELTO QUELLA PARTICOLARE LOCATION?
“Deci­do di pre­sen­ta­re il pro­get­to a Ida Del Gros­so, diret­tri­ce del­la Casa Cir­con­da­ria­le Fem­mi­ni­le di Rebib­bia ad apri­le, con l’in­ten­to di por­ta­re un po’ di ener­gia posi­ti­va anche lad­do­ve ce ne sia più biso­gno. Subi­to nasce una sim­pa­tia bila­te­ra­le. Ho poi capi­to nel tem­po il per­chè di que­sta asso­nan­za di inten­ti ed obiet­ti­vi: que­sta strut­tu­ra rap­pre­sen­ta esat­ta­men­te il mes­sag­gio che noi cer­chia­mo di tra­smet­te­re, che poi è quel­lo pro­fes­sa­to da Fran­ce­sco: qui ci sono per­so­ne che han­no com­mes­so degli erro­ri, ma esi­ste il PERDONO, per­do­no che avvie­ne attra­ver­so un iter pro­po­si­ti­vo peda­go­gi­co di rein­se­ri­men­to socia­le, attra­ver­so il lavo­ro, attra­ver­so lo stu­dio, attra­ver­so atti­vi­tà crea­ti­ve… e ciò avvie­ne in un “mon­do chiu­so” come il car­ce­re e come lo è la Chie­sa, o come alme­no lo è sta­ta per seco­li. Entram­bi mostra­no di voler abbat­te­re que­ste bar­rie­re men­ta­li acco­glien­do noi Pop­pers tra di loro… e ciò avvie­ne in un con­te­sto dove devo­no con­vi­ve­re per­so­ne di cul­tu­re ed etnie diver­se e soprat­tut­to dal diver­so cre­do reli­gio­so: que­sta è la dimo­stra­zio­ne che in que­sto luo­go si pos­sa con­vi­ve­re paci­fi­ca­men­te, man­te­nen­do la pro­pria iden­ti­tà, ma arric­chen­do­si vicen­de­vol­men­te di input emo­zio­na­li e di valo­ri, con­vi­ven­do con per­so­ne diver­se da noi: e que­sto è esat­ta­men­te quan­to pro­fes­sa Fran­ce­sco. Que­sto flash mob è un’u­to­pia che si rea­liz­za ed è un model­lo che andreb­be espor­ta­to anche al di fuo­ri di que­sto con­te­sto”

Detenute_Rebibbia2- COME E’ STATA PER TE QUESTA ESPERIENZA E COME PROSEGUIRA’ IL VOSTRO PROGETTO?
“E’ sta­ta un’e­spe­rien­za incre­di­bi­le! Il con­tat­to con le ragaz­ze dete­nu­te mi ha arric­chi­to tan­tis­si­mo: sono per­so­ne che vivo­no in un micro­co­smo dove non han­no inter­net, tv, radio, quin­di, come dire, tor­na­no ad una dimen­sio­ne in par­te ata­vi­ca, ma di gran­de purez­za, toglien­do­si di dos­so tut­te le sovra­strut­tu­re ed i con­di­zio­na­men­ti che vivia­mo noi ogni gior­no attra­ver­so inter­net, la pub­bli­ci­tà e gli smart­pho­ne: sono sin­ce­re e ti spri­gio­na­no addos­so un’e­ner­gia di uma­ni­tà che ti entra den­tro e ti emo­zio­na, per quan­to è vera e genui­na. Noi per divul­ga­re que­sto mes­sag­gio ci avva­lia­mo dei nostri stru­men­ti di comu­ni­ca­zio­ne, che sono il lin­guag­gio del­la Musi­ca e del­la Dan­za, quin­di pro­se­gui­re­mo con vari flash mob alme­no per tut­ta la dura­ta del Giu­bi­leo. Non esclu­do si fac­cia visi­ta ad altre car­ce­ri. Sicu­ra­men­te orga­niz­ze­re­mo even­ti pres­so case di cura, case fami­glia, ospe­da­li, per­chè alla fine, quel­lo che con­ta vera­men­te per noi come grup­po e per me come crea­ti­vo è que­sto: dare un po’ di feli­ci­tà, soste­gno e tra­smet­te­re emo­zio­ni a chi ne ha biso­gno e sia­mo cer­ti che facen­do ciò, le cose miglio­re­ran­no per tut­ti”

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