Marino, arrestato ‘Ninaccione’ per usura. Nell’inchiesta di nuovo l’ex-Sindaco Silvagni

Marino, arrestato ‘Ninaccione’ per usura. Nell’inchiesta di nuovo l’ex-Sindaco Silvagni

23/10/2015 0 Di Redazione

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Fabio Silvagni

Fabio Sil­va­gni

CARABINIERI ARRESTANO USURAIO STORICO DEI CASTELLI ROMANI CHE PRESTAVA SOLDI A POLITICI, COMMERCIANTI E IMPRENDITORI.

Mari­no – Que­sta mat­ti­na, i Cara­bi­nie­ri del Nucleo Ope­ra­ti­vo e Radio­mo­bi­le del­la Com­pa­gnia di Castel Gan­dol­fo han­no arre­sta­to un 62enne di Mari­no, Nata­le Alfon­si, det­to ‘Ninac­cio­ne’, con l’accusa di usu­ra aggra­va­ta ed eser­ci­zio abu­si­vo dell’attività finan­zia­ria, noti­fi­can­do­gli un’ordinanza di custo­dia cau­te­la­re in car­ce­re, emes­sa dal GIP del Tri­bu­na­le di Vel­le­tri.

Il prov­ve­di­men­to, richie­sto del­la Pro­cu­ra del­la Repub­bli­ca Veli­ter­na, sca­tu­ri­sce dal­le risul­tan­ze inve­sti­ga­ti­ve dei Cara­bi­nie­ri i qua­li, fin dal set­tem­bre 2014, han­no inda­ga­to su fat­ti di cor­ru­zio­ne che por­ta­ro­no, cir­ca sei mesi fa, all’arresto dell’allora sin­da­co di Mari­no, Fabio Sil­va­gni, assie­me ad altre quat­tro per­so­ne.

Duran­te quel­la com­ples­sa atti­vi­tà di inda­gi­ne si cap­tò, tra l’altro, la richie­sta di un pre­sti­to di dena­ro avan­za­ta dall’allora pre­si­den­te del con­si­glio comu­na­le di Mari­no all’allora pri­mo cit­ta­di­no il qua­le, a sua vol­ta, si rivol­ge­va al 62 enne arre­sta­to, gesto­re di un bar pro­prio a Mari­no.

L’attività inve­sti­ga­ti­va fece emer­ge­re un incon­tro, avve­nu­to all’interno del muni­ci­pio mari­ne­se, tra Sil­va­gni e l’usuraio e la con­se­guen­te con­se­gna del­la som­ma di due­mi­la euro da dare al pre­si­den­te del Con­si­glio comu­na­le. Pren­de­va le mos­se, per­ciò, un’attività inve­sti­ga­ti­va paral­le­la che per­met­te­va di rico­strui­re la plu­ra­li­tà di cir­co­stan­ze in cui l’arrestato ave­va ero­ga­to pre­sti­ti a ter­zi, appli­can­do su di essi tas­si usu­ra­ri e, tal­vol­ta, anche costrin­gen­do qual­cu­no degli usu­ra­ti a svol­ge­re lavo­ri edi­li, a tito­lo del tut­to gra­tui­to, anche pres­so l’abitazione di sua figlia.

Per l’usuraio c’è l’aggravante di aver com­mes­so i fat­ti nei con­fron­ti di per­so­ne che svol­ge­va­no, e svol­go­no, atti­vi­tà impren­di­to­ria­li, arti­gia­na­li e che per varie ragio­ni si tro­va­va­no in uno sta­to di biso­gno. Veni­va per­tan­to rico­strui­ta la ragna­te­la di con­tat­ti, di pre­sti­ti, di moda­li­tà di resti­tu­zio­ne gesti­ti con asso­lu­ta disin­vol­tu­ra dal 62enne, che eser­ci­ta­va tale atti­vi­tà tra il bar e la piaz­za prin­ci­pa­le del comu­ne, così da garan­tir­si sem­pre la mas­si­ma visi­bi­li­tà.

Nel cor­so del­le atti­vi­tà veni­va pure seque­stra­ta una ingen­te docu­men­ta­zio­ne pro­van­te una vera e pro­pria “tenu­ta del­la con­ta­bi­li­tà” ed accer­ta­ti, a fron­te di un pre­ve­di­bi­le timo­re nutri­to dal­le vit­ti­me, nume­ro­sis­si­mi invi­ti a non rife­ri­re nul­la in ordi­ne ai pre­sti­ti ero­ga­ti ed agli inte­res­si cor­ri­spo­sti.

All’usuraio vie­ne anche con­te­sta­to il rea­to di abu­si­vo eser­ci­zio dell’attività finan­zia­ria pre­vi­sto dal Testo Uni­co del­le Leg­gi in mate­ria ban­ca­ria e cre­di­ti­zia, oltre ad una seque­la di aggra­van­ti sca­tu­ri­te dal­la plu­ra­li­tà dei rea­ti con­te­sta­ti, dal­le moda­li­tà del­la con­dot­ta e dall’accertata spre­giu­di­ca­tez­za e disin­vol­tu­ra nel com­met­te­re i fat­ti delit­tuo­si.

L’uomo è sta­to tra­dot­to pres­so il Car­ce­re di Vel­le­tri ove rimar­rà in atte­sa che ven­ga svol­to il pro­ces­so. Rischia più di die­ci anni di reclu­sio­ne.

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