Donna ridotta in fin di vita dal compagno nel X Municipio a Roma. La denuncia di Punto D

Donna ridotta in fin di vita dal compagno nel X Municipio a Roma. La denuncia di Punto D

05/02/2014 0 Di Redazione

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Violenza-sulle-donne-epidemia-a-livello-mondiale_h_partbDon­na ridot­ta in fin di vita dal com­pa­gno

Pun­to D: “Subi­to incon­tro con le isti­tu­zio­ni loca­li per defi­ni­re stra­te­gie di con­tra­sto alla vio­len­za di gene­re”

”Enne­si­mo epi­so­dio di vio­len­za con­tro le don­ne sul nostro ter­ri­to­rio. Que­sta vol­ta a far­ne le spe­se una ragaz­za gio­va­nis­si­ma, ridot­ta in fin di vita dal com­pa­gno. I medi­ci par­la­no di una bru­ta­li­tà mai vista, che come cit­ta­di­ne e cit­ta­di­ni non pos­sia­mo più tol­le­ra­re. Ci doman­dia­mo quan­to anco­ra dovrem­mo aspet­ta­re affin­ché la rea­liz­za­zio­ne di un cen­tro anti­vio­len­za sul ter­ri­to­rio a ridos­so e nel X Muni­ci­pio di Roma ven­ga mes­so come prio­ri­ta­rio nell’agenda poli­ti­ca”.

 “Gli spor­tel­li d’a­scol­to, se aper­ti solo per pochi gior­ni e per poche ore alla set­ti­ma­na, non sono suf­fi­cien­ti. Rap­pre­sen­ta­no un pal­lia­ti­vi quan­do inve­ce, rispet­to a un pro­ble­ma così radi­ca­to come la vio­len­za con­tro le don­ne, è neces­sa­rio avvia­re rifor­me strut­tu­ra­te a comin­cia­re dai sin­go­li muni­ci­pi.  Gli stes­si muni­ci­pi che dovreb­be­ro impe­gnar­si nel­la dif­fu­sio­ne capil­la­re di una cul­tu­ra di gene­re, a comin­cia­re dal­la scuo­le, e di una edu­ca­zio­ne sen­ti­men­ta­le basa­ta sul­le pari oppor­tu­ni­tà e sul rispet­to del­le dif­fe­ren­ze.

Come asso­cia­zio­ne atti­va sul ter­ri­to­rio del muni­ci­pio X, per il con­tra­sto del­la vio­len­za di gene­re e gli ste­reo­ti­pi, chie­dia­mo un incon­tro tra le isti­tu­zio­ni loca­li di rife­ri­men­to per le que­stio­ni di gene­re e le asso­cia­zio­ni atti­ve ter­ri­to­rial­men­te su que­sto fron­te, per­ché rite­nia­mo pos­sa esse­re un uti­le stru­men­to di cono­scen­za e pre­sa in cari­co del feno­me­no”. E’ quan­to affer­ma l’associazione Pun­to D.

Vio­len­za sul­le don­ne: rab­bia per la don­na ridot­ta in coma dal suo con­vi­ven­te a Casal Ber­noc­chi.  Ser­vo­no pre­ve­zio­ne e buo­ne leg­gi. La dichia­ra­zio­ne di Mar­ta Bona­fo­ni, Grup­po per il Lazio

 Voglio espri­me il mio più sin­ce­ro dolo­re e la mia vici­nan­za alla gio­va­ne don­na di 19 anni, col­pi­ta dal suo con­vi­ven­te che l’ha ridot­ta in coma. Oltre il mio pen­sie­ro per lei e per le  tan­te altre don­ne col­pi­te dal­la vio­len­za di gene­re sen­to però den­tro di me una gran­dis­si­ma rab­bia  che non è un mio sen­ti­men­to pri­va­to, ma che con­di­vi­do con tan­te altre don­ne impe­gna­te con­tro la vio­len­za maschi­le. E’intollerabile e non con­ce­pi­bi­le  pen­sa­re a rela­zio­ni di cop­pia che da con­flit­tua­li e dif­fi­ci­li vira­no sul­la vio­len­za e la don­na è sem­pre quel­la che paga il prez­zo più alto: la vita, come è acca­du­to in mol­tis­si­mi casi che non smet­te­re­mo mai di denun­cia­re, la digni­tà di esi­ste­re , la salu­te. E’ il momen­to dav­ve­ro di dire basta.

Dal­la Pisa­na abbia­mo ini­zia­to un cam­mi­no impe­gna­ti­vo che ha por­ta­to all’approvazione in com­mis­sio­ne Cul­tu­ra e Pari Oppor­tu­ni­tà di una leg­ge regio­na­le con­tro la vio­len­za di gene­re. Ma cre­do che un inci­si­vo inter­ven­to vada fat­to su più fron­ti e non solo su quel­lo legi­sla­ti­vo. A comin­cia­re dal­le isti­tu­zio­ni nazio­na­li dove uomi­ni miso­gi­ni riten­go­no pos­si­bi­le insul­ta­re le loro col­le­ghe depu­ta­te e poi celar­si die­tro scu­se ipo­cri­te.

 

 

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