Il TAR di Roma sblocca il caos dell’Ufficio del Giudice di Pace

Il TAR di Roma sblocca il caos dell’Ufficio del Giudice di Pace

11/10/2013 0 Di Redazione

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ITALY MAGISTRATES STRIKEFinal­men­te ripri­sti­na­ta la rego­la­ri­tà del­le udien­ze pena­li a Roma: il TAR di Roma sbloc­ca il caos del­l’Uf­fi­cio del Giu­di­ce di Pace.

Avv. Gal­let­ti: “Per noi una gran­de vit­to­ria che ci con­sen­te di poter lavo­ra­re in modo più effi­cien­te e di garan­ti­re ai cit­ta­di­ni il dirit­to alla dife­sa”.

Il Pre­si­den­te del TAR di Roma ha accol­to, con­ce­den­do la c.d. sospen­si­va, il ricor­so pro­mos­so dal­l’Av­vo­ca­to Anto­ni­no Gal­let­ti per l’an­nul­la­men­to degli ordi­ni di ser­vi­zio dispo­sti dal diri­gen­te ammi­ni­stra­ti­vo del Mini­ste­ro del­la Giu­sti­zia che con­sen­ti­va­no ai can­cel­lie­ri degli uffi­ci pena­li del Giu­di­ce di Pace di Roma di pre­sen­zia­re sol­tan­to a una udien­za set­ti­ma­na­le.

Tale dispo­si­zio­ne ha avu­to come ine­vi­ta­bi­le con­se­guen­za il ral­len­ta­men­to e l’ac­cu­mu­lo del­le pro­ce­du­re, con disa­gi per magi­stra­ti, avvo­ca­ti, par­ti, testi­mo­ni, andan­do ad aggra­va­re una situa­zio­ne già cri­ti­ca come quel­la del­la Giu­sti­zia pena­le nel cir­con­da­rio del Tri­bu­na­le di Roma, già obe­ra­to di lavo­ro.

“Final­men­te le udien­ze ripren­de­ran­no con rego­la­ri­tà, garan­ten­do una gestio­ne del lavo­ro sen­za dub­bio più snel­la ed effi­ca­ce — Ha com­men­ta­to l’Av­vo­ca­to Anto­ni­no Gal­let­ti. — Il prov­ve­di­men­to del diri­gen­te ammi­ni­stra­ti­vo avreb­be potu­to inte­gra­re addi­rit­tu­ra un’il­le­git­ti­ma e illo­gi­ca inter­ru­zio­ne di un ser­vi­zio pub­bli­co, indi­spen­sa­bi­le a garan­ti­re ai cit­ta­di­ni il cor­ret­to eser­ci­zio del pro­prio dirit­to alla dife­sa. La sot­tra­zio­ne del per­so­na­le ammi­ni­stra­ti­vo all’at­ti­vi­tà d’u­dien­za, infat­ti, ha
stra­vol­to l’or­ga­niz­za­zio­ne del siste­ma giu­di­zia­rio pena­le roma­no e, quel che è peg­gio, il per­so­na­le ammi­ni­stra­ti­vo, poten­do sce­glie­re in modo discre­zio­na­le a qua­le udien­za pre­sen­zia­re o meno, rischia­va di dive­ni­re il vero domi­nus del­l’e­ser­ci­zio del­la pote­stà puni­ti­va del­lo Sta­to, sce­glien­do addi­rit­tu­ra qua­li pro­ces­si cele­bra­re e qua­li costrin­ge­re a rin­via­re”.

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