Grande partecipazione di pubblico al Teatro V. Colonna di Marino

Grande partecipazione di pubblico al Teatro V. Colonna di Marino

16/12/2024 0 Di Anna Maria Gavotti

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 356 vol­te!

Un fine settimana con la prosa, l’animazione pre-natalizia e la commedia
Le interviste ai protagonisti degli spettacoli andati in scena

Il fine set­ti­ma­na appe­na con­clu­so ha visto il Tea­tro V. Colon­na di Mari­no riem­pir­si di pub­bli­co in occa­sio­ne dei tre spet­ta­co­li che si sono avvi­cen­da­ti: da “Caro Lui­gi”, gli atti uni­ci di Lui­gi Piran­del­lo del­la Com­pa­gnia Il Tea­tro di Ali­ce a “Lo stra­no caso di Bab­bo Nata­le scom­par­so” del­la Com­pa­gnia Enda­xi di saba­to 14 dicem­bre 2024 per ter­mi­na­re con la com­me­dia “Che pec­ca­to” del Labo­ra­to­rio tea­tra­le dell’Ateneo Arte e Dan­za di dome­ni­ca 15 dicem­bre 2024.
Al ter­mi­ne del­lo spet­ta­co­lo “Caro Lui­gi” Abbia­mo ascol­ta­to Fran­ce­sca La Sca­la aiu­to regista(marinese, sto­ri­ca spea­ker di tan­te edi­zio­ni del­la Sagra dell’Uva e pro­ta­go­ni­sta come attri­ce di altre ini­zia­ti­ve negli anni pas­sa­ti a Mari­no) insie­me a Wal­ter Del Gre­co.
Biso­gna tor­na­re a tea­tro, biso­gna far rivi­ve­re il tea­tro.
“Piran­del­lo è sem­pre attua­le. E’ sta­to moder­no in tut­ti e 4 gli atti. Sono tut­te cose scrit­te tan­to tem­po fa e sono anco­ra attua­li. Io par­le­rei di attua­li­tà e pre­sen­za”.
Voi la toc­ca­te in qual­che modo la rea­zio­ne del pub­bli­co, giu­sto? La sera­ta di que­sta sera come è anda­ta?
“Ci sono sta­ti applau­si ad ogni fine atto. Ci sem­bra che abbia gra­di­to. Que­sta sera l’età media era piut­to­sto alta, for­se ha influi­to il ricor­do di gran­di com­pa­gnie che por­ta­va­no in sce­na Piran­del­lo. Mol­to dipen­de dal lavo­ro di pro­gram­ma­zio­ne dif­fe­ren­zia­ta fra le varie sera­te. Chi gesti­sce il tea­tro sa dare indi­ca­zio­ni al suo pub­bli­co e capi­re a chi indi­riz­za­re uno spet­ta­co­lo piut­to­sto che un altro. Così si aiu­ta nel­la scel­ta per­ché non tut­ti ama­no la com­me­dia e non tut­ti ama­no il dram­ma”.
Chi sale sul pal­co­sce­ni­co o chi pro­po­ne spet­ta­co­li ha anche una gros­sa respon­sa­bi­li­tà: quel­la di tra­smet­te­re dei valo­ri eti­ci, di dare il buon esem­pio, di riflet­te­re sul­la socie­tà.
“Sia­mo d’accordo. Vor­rei rin­gra­zia­re tan­tis­si­mo Gior­gio Gra­ni­to per­ché ci ha accol­to e ci ha dato la pos­si­bi­li­tà di por­ta­re in sce­na i nostri spet­ta­co­li. Sia­mo vera­men­te con­ten­ti e gra­ti di que­sta oppor­tu­ni­tà.
Per quan­to riguar­da lo spet­ta­co­lo Lo stra­no caso del Bab­bo Nata­le scom­par­so abbia­mo par­la­to con l’Elfo Zebb del­la Com­pa­gnia Enda­xi.
Abbia­mo visto poe­sia, diver­ti­men­to, gio­co­le­ria, tan­ti colo­ri, ma soprat­tut­to la gran­de capa­ci­tà di inte­ra­gi­re e coin­vol­ge­re i bam­bi­ni che poi si emo­zio­na­no, che si diver­to­no, che vivo­no il pal­co­sce­ni­co. La vostra sen­sa­zio­ne qual è?
“Per noi è uno dei nostri capi­sal­di, il tea­tro è scam­bio di emo­zio­ni, tut­te le tec­ni­che che met­tia­mo in cam­po sono sol­tan­to uno stru­men­to per scam­bia­re emo­zio­ni e por­tar­le in posi­ti­vo duran­te lo spet­ta­co­lo. Per far que­sto ci avva­lia­mo del­le tec­ni­che del­la gio­co­le­ria, dell’equilibrismo e anche dell’improvvisazione, per­ché aven­do una base e non un testo com­ple­ta­men­te scrit­to que­sta liber­tà ci per­met­te di inte­ra­gi­re e crea­re un lega­me a dop­pio nodo: lo scam­bio reci­pro­co non è sol­tan­to un dare ma pro­prio uno scam­bio di emo­zio­ni. Anche noi alla fine del­lo spet­ta­co­lo sia­mo pie­ni del­le emo­zio­ni che ci dà il pub­bli­co”.
Aggiun­go che ave­te avu­to la capa­ci­tà non solo di coin­vol­ge­re i bam­bi­ni, ma anche i geni­to­ri che sono la pro­va del 9, a vol­te sono un po’ dif­fi­den­ti.
“E’ la cosa cui pun­tia­mo, cer­can­do di fare spet­ta­co­li su due o tre livel­li, men­tre il livel­lo ver­ba­le è più un gio­co di paro­le per i bam­bi­ni nel frat­tem­po gli adul­ti han­no modo di poter apprez­za­re un atto arti­sti­co o un gesto tec­ni­co par­ti­co­lar­men­te dif­fi­ci­le. Poi a vol­te il gio­co di paro­le è per i bam­bi­ni e il gesto tec­ni­co è per gli adul­ti e a vol­te è il con­tra­rio, cioè che die­tro una magia si cela­no del­le bat­tu­te”.
Per quan­to attie­ne “Che pec­ca­to” anda­to in sce­na dome­ni­ca pome­rig­gio abbia­mo ascol­ta­to Andrea Pli­tha­kis del Labo­ra­to­rio tea­tra­le dell’Ateneo Arte e Dan­za con sede a Vil­la Caval­let­ti a Grot­ta­fer­ra­ta.
Sia­mo pas­sa­ti dal mono­lo­go allo spet­ta­co­lo nel­lo spet­ta­co­lo, pas­san­do poi per la com­me­dia, scrit­to e diret­to da te. Con un omag­gio a Gigi Pro­iet­ti con il Lon­fo. Come ti è venu­ta in men­te que­sta cosa? Io ci ho visto anche un po’ di Piran­del­lo, soprat­tut­to nell’impostazione sce­ni­ca.
“Ti rin­gra­zio. In effet­ti den­tro que­sto spet­ta­co­lo c’è tan­ta roba. Io il tea­tro lo amo e lo rispet­to da 35 anni, sono sta­to for­tu­na­to per­ché ho avu­to la pos­si­bi­li­tà di lavo­ra­re con degli otti­mi mae­stri. Ho comin­cia­to con Ser­gio Zec­ca che è sta­to il pri­mo allie­vo di Pro­iet­ti. E’ gra­zie a Pro­iet­ti che ho deci­so di fare que­sto lavo­ro. Io li vidi al Sisti­na nei Set­te re di Roma for­se lo spet­ta­co­lo più bel­lo mai visto su un pal­co e lì ho deci­so. Poi ho avu­to altri mae­stri che mi han­no for­ma­to sul clas­si­co, Fabio D’A­vi­no che ha un’Accademia di Arte dram­ma­ti­ca a Fon­di in pro­vin­cia di Lati­na, l’unica Acca­de­mia rico­no­sciu­ta nel Lazio oltre a quel­la di Roma. Que­sto è un labo­ra­to­rio, nasce quat­tro anni fa come cor­so di tea­tro e pia­no pia­no nel cor­so del tem­po abbia­mo col­ti­va­to l’ambizione di diven­ta­re una Com­pa­gnia per­ché le car­te in rego­la cre­do ci sia­no tut­te e stia­mo lavo­ran­do con la stes­sa umil­tà e pas­sio­ne di sem­pre. C’è chi lavo­ra con me da quat­tro anni e chi da due mesi, come una del­le pro­ta­go­ni­ste dei mono­lo­ghi di que­sta sera”.
Il pez­zo di Eufe­mia ci ha fat­to mori­re dal ride­re. Que­sta capa­ci­tà di pas­sa­re da un gene­re all’altro è genia­le, non è da tut­ti, spes­so si cade nel­la bana­li­tà. Sheak­spea­re lo fan­no tut­ti, poi dipen­de da come lo fai. A tea­tro quel­lo che con­ta oggi è tro­va­re la chia­ve ori­gi­na­le.
“La cosa bel­la è che dal momen­to in cui sia­mo par­ti­ti quat­tro anni fa – ha det­to uno degli atto­ri - chiun­que si è uni­to ha tro­va­to le brac­cia aper­te sia da acco­glier­lo sia da far­si atto­re”.
Ma si sa: il tea­tro inclu­de, il tea­tro è una del­le for­me più bel­le di inclu­sio­ne, di inte­gra­zio­ne e di scam­bio. E lo spet­ta­co­lo pro­po­sto dal Labo­ra­to­rio di Pli­tha­kis ne è la pro­va.
Tut­te le info sui pros­si­mi spet­ta­co­li, sui costi dei bigliet­ti e sugli abbo­na­men­ti al link https://teatrovittoriacolonna.it/ oppu­re sul 3341556248 o sul­la mail teatrovittoriacolonnamarino@gmail.com.

Mari­no, 16 dicem­bre 2024
Rice­via­mo e pub­bli­chia­mo dal Respon­sa­bi­le Asso­cia­zio­ne Trous­se Aps Gior­gio Gra­ni­to

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