Nino D’Angelo celebrato dall’arte del pittore Mangone

Nino D’Angelo celebrato dall’arte del pittore Mangone

10/12/2024 0 Di Marco Montini

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 95 vol­te!

Il Vice­pre­si­den­te del­la Fon­da­zio­ne Arte Man­go­ne, Nico­la Arpa­ia omag­gia il can­tau­to­re con due straor­di­na­rie tele: un sim­bo­lo del­la cul­tu­ra e del­la cit­tà di Napo­li, tra Mara­do­na e il suo sta­dio, con­se­gna­te pri­ma del con­cer­to-even­to: «Nino ci inse­gna la for­za del radi­ci, di non dimen­ti­ca­re mai il pun­to di par­ten­za per rea­liz­za­re un gran­de sogno, fede­li a se stes­si, espri­men­do la pro­pria uni­ci­tà, fuo­ri dagli sche­mi e con­tro­cor­ren­te».

Il Pit­to­re Man­go­ne: «Nino incar­na un sogno. È il sud del riscat­to, dell’arte, dell’emancipazione».

Pri­ma del con­cer­to “I miei mera­vi­glio­si anni ’80… e non solo!” di Nino D’Angelo al Pala­se­le di Ebo­li, il Vice­pre­si­den­te del­la Fon­da­zio­ne Arte Man­go­ne, Nico­la Arpa­ia, ha con­se­gna­to al can­tan­te due ope­re pit­to­ri­che rea­liz­za­te dal Mae­stro Fer­nan­do Man­go­ne.

Le tele ritrag­go­no Nino D’Angelo in due momen­ti ico­ni­ci: uno accan­to al D10S Die­go Arman­do Mara­do­na e l’altro all’interno del­lo Sta­dio Die­go Arman­do Mara­do­na, che lo ritrae in occa­sio­ne del con­cer­to, sim­bo­lo del­la pas­sio­ne cal­ci­sti­ca par­te­no­pea.

Un lega­me inscin­di­bi­le tra arte e cal­cio. Due sto­rie che si intrec­cia­no: quel­la di Nino D’Angelo, il ragaz­zo del­la Cur­va B che ha fat­to can­ta­re tut­ta Napo­li, idea­to­re di uno degli inni più rico­no­sciu­ti del club azzur­ro. E poi la sto­ria di Man­go­ne, pit­to­re da sem­pre appas­sio­na­to di cal­cio e che ai gran­di cam­pio­ni del­lo Sport ha dedi­ca­to un’intera col­le­zio­ne.

Il Vice­pre­si­den­te del­la Fon­da­zio­ne FAM, Nico­la Arpa­ia, gran­de tifo­so del Napo­li, rac­con­ta così l’incontro ric­co di emo­zio­ne:

«Cele­bria­mo un gran­de talen­to del Sud. Con­se­gnia­mo oggi due tele che rac­con­ta­no un pez­zo di Napo­li, in un lega­me indis­so­lu­bi­le tra arte, musi­ca e sport. Nino D’Angelo è il sim­bo­lo di chi, nono­stan­te lo straor­di­na­rio suc­ces­so, ha man­te­nu­to un rap­por­to auten­ti­co con il pub­bli­co. È un’icona di Napo­li, un rivo­lu­zio­na­rio degli anni ’80 che ha sapu­to tra­sfor­ma­re la musi­ca in un moto­re di eman­ci­pa­zio­ne socia­le e cul­tu­ra­le – sot­to­li­nea Arpa­ia – Saba­to e dome­ni­ca scor­sa, con un Pala­se­le sold out per due date con­se­cu­ti­ve, il pub­bli­co si è illu­mi­na­to di azzur­ro per lui, can­tan­do all’unisono nel gran fina­le: è sta­ta una vibra­zio­ne inde­scri­vi­bi­le, for­tis­si­ma e mera­vi­glio­sa, di quel­le che si sedi­men­ta­no nel­la memo­ria per­so­na­le. I dipin­ti sono un tri­bu­to che cele­bra anche la pro­fon­da ami­ci­zia tra Nino D’Angelo e Mara­do­na. Il Mae­stro Man­go­ne, non pre­sen­te alla con­se­gna per­ché impe­gna­to al Coni a Roma, attra­ver­so que­ste ope­re, ren­de omag­gio a due uomi­ni uni­ti dal­la pas­sio­ne per Napo­li e dal desi­de­rio di lascia­re un segno inde­le­bi­le nel­la sto­ria. Come ha sot­to­li­nea­to lo stes­so Nino, duran­te il suo con­cer­to, al suo alter ego degli anni ’80 pro­iet­ta­to sul maxi­scher­mo: “Dal nien­te mi hai rega­la­to il mon­do”. Rin­gra­zia­mo Nino per aver­ci accol­to, ma soprat­tut­to per il mes­sag­gio di spe­ran­za che por­ta con sé: con impe­gno, dedi­zio­ne e sacri­fi­cio si può far cre­sce­re il pro­prio talen­to, anche par­ten­do da una peri­fe­ria o dal nul­la, cre­den­do in se stes­si ed espri­men­do il poten­zia­le dirom­pen­te del Sud».

Il Mae­stro Fer­nan­do Man­go­ne, nel rac­con­ta­re l’ispirazione die­tro le sue ope­re, ha sot­to­li­nea­to: «Nino D’Angelo è sta­to un rivo­lu­zio­na­rio del­la musi­ca. Incar­na un sogno. La sua voce e il suo sti­le han­no attra­ver­sa­to quat­tro decen­ni, par­lan­do a gene­ra­zio­ni diver­se. La sua car­rie­ra è un viag­gio che anco­ra oggi emo­zio­na i gio­va­ni, che can­ta­no i suoi suc­ces­si con orgo­glio. Attra­ver­so la sua arte, ha cele­bra­to Napo­li, il suo popo­lo, e figu­re ico­ni­che come Mara­do­na. L’Inno del Napo­li, che ha fat­to can­ta­re inte­re tifo­se­rie, è la dimo­stra­zio­ne del suo lega­me indis­so­lu­bi­le con la cit­tà e il cal­cio. Per me, que­ste tele rap­pre­sen­ta­no l’unione per­fet­ta tra due ani­me par­te­no­pee che han­no fat­to la sto­ria: Nino D’Angelo e Die­go Arman­do Mara­do­na».

A chiu­de­re il cer­chio emo­ti­vo, Nico­la Arpa­ia ha aggiun­to: “È da bri­vi­di per­ce­pi­re il calo­re del pub­bli­co che can­ta a cap­pel­la su ogni can­zo­ne. Un con­cer­to incre­di­bi­le, attra­ver­so cui il can­tau­to­re ha por­ta­to sul pal­co tut­ti i suoi più gran­di suc­ces­si. La musi­ca di Nino non è solo una colon­na sono­ra, è un pila­stro di vita. La sua “Sen­za giac­ca e cra­vat­ta” mi ha inse­gna­to ad esse­re auten­ti­co, a non dimen­ti­ca­re mai le ori­gi­ni. Per me e per tan­ti, Nino D’Angelo rap­pre­sen­ta il roman­ti­ci­smo tra­sfor­ma­to in arte. Oggi, con oltre 40 anni di car­rie­ra, con­ti­nua a ispi­ra­re gene­ra­zio­ni, un vero rivo­lu­zio­na­rio del­la musi­ca e un sim­bo­lo dell’anima napo­le­ta­na.”

Il con­cer­to-even­to al Pala­se­le di Ebo­li, sold out per due sera­te con­se­cu­ti­ve, è sta­ta un’ulteriore dimo­stra­zio­ne di quan­to Nino D’Angelo sia radi­ca­to nel cuo­re del suo pub­bli­co, con­fer­man­do­si un’icona sen­za tem­po.

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