Violenza donne, CS Iniziativa Comune: “Battaglia ancora aperta: Italia indietro ”

Violenza donne, CS Iniziativa Comune: “Battaglia ancora aperta: Italia indietro ”

25/11/2024 0 Di Marco Montini

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“La vio­len­za con­tro le don­ne è uno dei feno­me­ni più dram­ma­ti­ci e per­si­sten­ti nel­la sto­ria dell’umanità. La sua pre­sen­za si radi­ca in cul­tu­re patriar­ca­li, ste­reo­ti­pi di gene­re e dise­gua­glian­ze strut­tu­ra­li che rele­ga­no le don­ne a posi­zio­ni subor­di­na­te rispet­to agli uomi­ni. Oggi, in occa­sio­ne del­la Gior­na­ta inter­na­zio­na­le con­tro la vio­len­za sul­le don­ne, il Cen­tro Stu­di Ini­zia­ti­va Comu­ne inten­de riflet­te­re sul­le cau­se e sugli effet­ti di que­sta vera e pro­pria pia­ga socia­le, che nel 2024 con­ti­nua a esse­re una gra­ve cre­pa socia­le. Le con­se­guen­ze sono deva­stan­ti, pri­ma di tut­to a livel­lo per­so­na­le, ma anche sot­to l’aspetto socia­le ed eco­no­mi­co. Per le vit­ti­me gli effet­ti pos­so­no inclu­de­re: trau­mi fisi­ci e psi­co­lo­gi­ci, che spes­so per­du­ra­no per tut­ta la vita, esclu­sio­ne socia­le, dovu­ta al sen­so di ver­go­gna o alla stig­ma­tiz­za­zio­ne, e dif­fi­col­tà eco­no­mi­che, per le don­ne che per­do­no lavo­ro o red­di­to a cau­sa del­la vio­len­za. Ter­ri­to­rial­men­te par­lan­do, poi, la vio­len­za con­tro le don­ne è un pro­ble­ma glo­ba­le. In mol­te aree, come l’Asia meri­dio­na­le e l’Africa sub­sa­ha­ria­na, feno­me­ni come il matri­mo­nio pre­co­ce e le muti­la­zio­ni geni­ta­li fem­mi­ni­li sono anco­ra dif­fu­si. Nei pae­si occi­den­ta­li, il pro­ble­ma si mani­fe­sta prin­ci­pal­men­te nel­la vio­len­za dome­sti­ca, nel­lo stal­king e nei fem­mi­ni­ci­di. Nel nostro pae­se, i dati ISTAT rive­la­no peral­tro una situa­zio­ne dav­ve­ro allar­man­te: il 31,5% del­le don­ne tra i 16 e i 70 anni ha subi­to vio­len­za fisi­ca o ses­sua­le alme­no una vol­ta nel­la vita. La pan­de­mia di COVID-19 ha aggra­va­to il feno­me­no, con un aumen­to del­le denun­ce per vio­len­za dome­sti­ca duran­te i loc­k­do­wn. Tut­ta­via, nono­stan­te le nor­ma­ti­ve esi­sten­ti come il Codi­ce Ros­so, la rispo­sta isti­tu­zio­na­le spes­so si dimo­stra anco­ra insuf­fi­cien­te a pre­ve­ni­re e pro­teg­ge­re le vit­ti­me. Nel 2024 infat­ti ci tro­via­mo anco­ra di fron­te a un feno­me­no che rap­pre­sen­ta una gran­dis­si­ma pia­ga socia­le. Una feri­ta che, anzi­ché rimar­gi­nar­si, sem­bra allar­gar­si gior­no dopo gior­no. La vio­len­za con­tro le don­ne non è solo un pro­ble­ma indi­vi­dua­le, ma una que­stio­ne col­let­ti­va che col­pi­sce la digni­tà uma­na e il pro­gres­so del­la socie­tà. In un mon­do che dovreb­be esse­re ormai libe­ro da que­ste dina­mi­che, il fat­to che que­sta pia­ga per­si­sta è un segna­le di quan­to lavo­ro ci sia anco­ra da fare per costrui­re una socie­tà più giu­sta, inclu­si­va e rispet­to­sa del­le don­ne. Oggi non dob­bia­mo solo ricor­da­re le vit­ti­me, ma rin­no­va­re il nostro impe­gno per un futu­ro sen­za vio­len­za”.

Così, in una nota, Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce nazio­na­le del Cen­tro Stu­di Ini­zia­ti­va Comu­ne.

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