Ambiente, Centro Studi Iniziativa Comune: “Cresce “no” contro pubblicità pro combustibili fossili”

Ambiente, Centro Studi Iniziativa Comune: “Cresce “no” contro pubblicità pro combustibili fossili”

17/10/2024 0 Di Marco Montini

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“Negli ulti­mi anni, un nume­ro cre­scen­te di asso­cia­zio­ni, enti e movi­men­ti socia­li, ha dichia­ra­to espli­ci­ta­men­te la pro­pria oppo­si­zio­ne alla pub­bli­ci­tà sui com­bu­sti­bi­li fos­si­li. Que­sta bat­ta­glia con­tro la pro­mo­zio­ne dei pro­dot­ti deri­va­ti dal petro­lio, dal car­bo­ne e dal gas natu­ra­le è sta­ta inne­sca­ta dal­la cre­scen­te con­sa­pe­vo­lez­za del ruo­lo che que­sti mate­ria­li gio­ca­no nel cam­bia­men­to cli­ma­ti­co e nel­la cri­si ambien­ta­le glo­ba­le. Le asso­cia­zio­ni più note in que­sta lot­ta inclu­do­no, ad esem­pio, Green­pea­ce, Fos­sil Free, Clien­tEarth, Recla­me Fos­siel­vrij, e insie­me a mol­ti altri, sono uni­ti dall’obiettivo comu­ne di ridur­re l’influenza del­le cam­pa­gne di com­bu­sti­bi­li fos­si­li sul pub­bli­co e sui gover­ni, sot­to­li­nean­do che la pro­mo­zio­ne di que­sti pro­dot­ti con­tri­bui­sce a per­pe­tua­re il pro­ble­ma ambien­ta­le. A livel­lo glo­ba­le, i pae­si più inte­res­sa­ti a que­sta bat­ta­glia, sono quel­li con un for­te movi­men­to ambien­ta­li­sta e una popo­la­zio­ne atti­va­men­te coin­vol­ta nel­le que­stio­ni cli­ma­ti­che. Tra que­sti spic­ca­no: Pae­si Bas­si, Fran­cia, Regno Uni­to, Austra­lia e Cana­da. Ma qua­li potreb­be­ro esse­re le con­se­guen­ze del­le cam­pa­gne con­tro la pub­bli­ci­tà sui mate­ria­li fos­si­li? Dal pun­to di vista socio-eco­no­mi­co, gli effet­ti sono mol­te­pli­ci. Da un lato, inde­bo­li­re la pub­bli­ci­tà di que­ste indu­strie potreb­be ridur­re la loro capa­ci­tà di rag­giun­ge­re nuo­vi mer­ca­ti e, di con­se­guen­za, ral­len­ta­re la cre­sci­ta del­le azien­de ener­ge­ti­che tra­di­zio­na­li. Que­sto potreb­be ave­re riper­cus­sio­ni eco­no­mi­che nega­ti­ve, soprat­tut­to nel­le regio­ni for­te­men­te dipen­den­ti dai com­bu­sti­bi­li fos­si­li. Dall’altro lato, spo­sta­re la spe­sa pub­bli­ci­ta­ria ver­so tec­no­lo­gie puli­te potreb­be acce­le­ra­re l’adozione di fon­ti rin­no­va­bi­li, sti­mo­lan­do inve­sti­men­ti in ener­gie alter­na­ti­ve e crean­do nuo­ve pos­si­bi­li­tà eco­no­mi­che. Tut­to que­sto, a giu­di­zio del Cen­tro Stu­di Ini­zia­ti­va Comu­ne, fa capi­re quan­to il dibat­ti­to sul­la pub­bli­ci­tà dei com­bu­sti­bi­li fos­si­li sia cru­cia­le e com­ples­so. Nel nostro pic­co­lo, cre­dia­mo che la pub­bli­ci­tà sui com­bu­sti­bi­li fos­si­li deb­ba esse­re rego­la­men­ta­ta più rigo­ro­sa­men­te, se non addi­rit­tu­ra vie­ta­ta, come è sta­to fat­to per altri pro­dot­ti dan­no­si per la salu­te pub­bli­ca. La liber­tà eco­no­mi­ca non dovreb­be mai pre­va­le­re sul benes­se­re col­let­ti­vo e sull’ambiente, e rite­nia­mo che un approc­cio equi­li­bra­to, basa­to sul­le pro­mo­zio­ni e la pro­gres­si­va ridu­zio­ne dell’uso dei mate­ria­li fos­si­li, sia la chia­ve per un futu­ro soste­ni­bi­le”.

Così, in una nota, Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce nazio­na­le del Cen­tro Stu­di Ini­zia­ti­va Comu­ne.

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