Marino sotterranea: presentata mappatura delle grotte

04/10/2024 0 Di Anna Maria Gavotti

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Marino Sotterranea: al Museo Civico presentato il lavoro di ricerca, censimento e mappatura del sottosuolo

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di Anna Maria Gavot­ti

Come c’è una Mari­no sopra­na, una cit­tà evi­den­te, in super­fi­cie, popo­la­ta e alla luce del sole, così c’è altret­tan­to pari pari una Mari­no sot­ter­ra­nea, avvol­ta nel buio, silen­zio­sa, sco­no­sciu­ta ai più. Par­lia­mo del­le grot­te, quel­le arti­fi­cia­li sca­va­te dall’uomo nel cor­so dei seco­li” così ha esor­di­to lo sto­ri­co Ugo Ono­ra­ti nel suo inter­ven­to di aper­tu­ra del­la Con­fe­ren­za “Mari­no sot­ter­ra­nea, il regno di Bac­co” che si è tenu­ta il 2 otto­bre 2024 pres­so il Museo Mastro­ian­ni di Mari­no nell’ambito del­le ini­zia­ti­ve pre­vi­ste per la 100^ Sagra dell’Uva.

L’evento rien­tra nel­le ini­zia­ti­ve pro­gram­ma­te dal Comu­ne di Mari­no per la 100^ Sagra dell’Uva ed è sta­to cura­to dall’Archeo­club Col­li Alba­ni pre­sie­du­ta da Fabia­na Gian­san­ti.

Nel cor­so del­la sera­ta, alla qua­le han­no pre­sen­zia­to il Sin­da­co Ste­fa­no Cec­chi e l’Assessore alla Cul­tu­ra Pame­la Muc­cini, è sta­to pre­sen­ta­to a cura di Mat­teo Gian­san­ti il lavo­ro di ricer­ca, cen­si­men­to e map­pa­tu­ra del patri­mo­nio ipo­geo di Mari­no ini­zia­to dall’Archeoclub Col­li Alba­ni il 21 novem­bre 2021 in col­la­bo­ra­zio­ne con il dot­tor Miche­le Capo­ne­ro dell’Istituto di Ricer­ca E.N.E.A. di Fra­sca­ti.

Ugo Onorati: grotta come simbolo di vita

Nell’antichità le grot­te era­no ipo­gei per osser­va­re cul­ti miste­ri­ci – affer­ma Ugo Ono­ra­tio per più inti­me assem­blee di oran­ti, cata­com­be per sepol­tu­re in eco­no­mia, gal­le­rie per fug­gi­re o per rag­giun­ge­re nemi­ci, tun­nel per ovvia­re in bas­so l’ascesa su lun­ghi per­cor­si mon­tuo­si, caver­ne per abi­ta­zio­ni pro­tet­te nel sas­so. Grot­ta con­tie­ne il con­cet­to di nascon­de­re o di esse­re nasco­sta, quin­di di occul­to alla vista, di pro­tet­to. Uti­liz­zan­do il sino­ni­mo sot­ter­ra­neo Allo­ra il riman­do allu­de anche al segre­to, all’azione coper­ta, alle tra­me. Ma qui par­lia­mo di sca­vo, cava e cavi­tà, fat­to per pro­teg­ge­re, per con­ser­va­re, soprat­tut­to il vino.

Grot­ta inte­sa come sim­bo­lo di vita, per­ché no? L’antro, la caver­na rap­pre­sen­ta­no il luo­go oscu­ro da cui si nasce. Nel­le grot­te si rimet­te­va fino a qual­che decen­nio fa il vino per meglio con­ser­var­lo al ripa­ro dal­la luce ecces­si­va e dal calo­re del­la sta­gio­ne cani­co­la­re. La grot­ta come luo­go di vita per quan­ti sono scam­pa­ti alla furia del­la guer­ra, rifu­gia­ti in un sot­to­suo­lo dive­nu­to grem­bo acco­glien­te. Ma anche per la vita del vino. Dal­le grot­te nel tem­po si sono rica­va­ti umi­li mate­ria­li poz­zo­la­ni­ci uti­li all0edificazione di case, mura, tor­ri e castel­li in super­fi­cie. La grot­ta poi per la sua tem­pe­ra­tu­ra e umi­di­tà pres­so­ché costan­ti era una dispen­sa per con­ser­va­re i cibi, le bevan­de, e per­fi­no neve ghiac­cia­ta che vi veni­va sti­pa­ta d’inverno. Poi dal­la fine degli anni ‘50 le grot­te sono sta­te qua­si simul­ta­nea­men­te abban­do­na­te e per­fi­no dimen­ti­ca­te, a cau­sa del­le muta­te tec­no­lo­gie di pro­du­zio­ne del vino così come le moda­li­tà tra­di­zio­na­li di con­ser­va­zio­ne”.

Ma quanto sono estese queste gallerie?

Ono­ra­ti dice che è dif­fi­ci­le dir­lo per­ché sono sta­te sca­va­te sen­za un pro­get­to, empi­ri­ca­men­te, spes­so si sovrap­pon­go­no e si inter­se­ca­no in un labi­rin­to per­cor­so sen­za fine. Anni fa inter­pel­lò un docen­te di geo­lo­gia dell’Università La Sapien­za di Roma pro­prio per effet­tua­re una map­pa­tu­ra del sot­to­suo­lo median­te un siste­ma di rile­va­men­to basa­to sul­la micro­gra­vi­me­tria. Ne ven­ne fuo­ri che il sot­to­suo­lo del cen­tro sto­ri­co di Mari­no si esten­de­reb­be per una lun­ghez­za com­pre­sa tra i 5 e i 10 km.

Le grot­te rap­pre­sen­ta­no oggi per tut­ti noi un gia­ci­men­to di dati e infor­ma­zio­ni da rile­va­re e stu­dia­re – ha pre­ci­sa­to anco­ra Ono­ra­tiin pri­mis per que­stio­ni di sicu­rez­za deri­van­ti da pos­si­bi­li cedi­men­ti del­le vol­te e alla­ga­men­ti del­le cavi­tà; quin­di per la cono­scen­za geo­lo­gi­ca, archeo­lo­gi­ca, sto­ri­ca e per­fi­no bio­lo­gi­ca. 

In par­ti­co­la­re risul­ta­no di gran­de inte­res­se le acqui­si­zio­ni di carat­te­re scien­ti­fi­co di carat­te­re stra­ti­gra­fi­co e dei mate­ria­li accu­mu­la­ti­si in que­sta par­te del gran­de edi­fi­cio del Vul­ca­no Lazia­le. Il rin­ve­ni­men­to di manu­fat­ti di varie epo­che abban­do­na­ti in loco; la com­pren­sio­ne del­lo svi­lup­po del cen­tro urba­no in base alla dispo­si­zio­ne del­le fon­da­men­ta di mura, tor­ri, edi­fi­ci otte­ni­bi­le dall’osservazione in loco e dal con­fron­to per sovrap­po­si­zio­ne tra la pian­ta del­la cit­tà e la map­pa del sot­to­suo­lo; le testi­mo­nian­ze del vis­su­to nel­le grot­te come i segna­li dire­zio­na­li dipin­ti a cal­ce sul­le pare­ti per gli sfol­la­ti dell’ultima guer­ra o come alcu­ni ambien­ti appa­ren­te­men­te desti­na­ti a riu­nio­ni segre­te; la pre­sen­za di muf­fe, liche­ni, fun­ghi in assen­za qua­si tota­le di atti­vi­tà foto­sin­te­ti­ca.

I vari usi della Marino Sotterranea

Di fat­to le grot­te han­no rap­pre­sen­ta­to per l’economia mari­ne­se nel cor­so dei seco­li un pen­dant di non tra­scu­ra­bi­le impor­tan­za dell’attività vini­co­la, accan­to all’altra indu­stria carat­te­ri­sti­ca di Mari­no che è sta­ta fin dall’antichità l’estrazione del pepe­ri­no.

Oggi le grot­te sono un patri­mo­nio pub­bli­co inu­ti­liz­za­to, tran­ne un caso di col­ti­va­zio­ne di fun­ghi com­mer­cia­liz­za­ti con suc­ces­so da pri­va­ti e le visi­te turi­sti­che gesti­te dall’Archeoclub. Alcu­ne grot­te sono sta­te uti­liz­za­te per una mostra per­ma­nen­te di vini nel 1999, per rap­pre­sen­ta­zio­ni tea­tra­li, per l’esposizione di pre­se­pi e di sva­ria­te sce­no­gra­fie, per esplo­ra­zio­ni spe­leo­lo­gi­che in pia­no. Spa­zi scon­fi­na­ti, affa­sci­nan­ti e suscet­ti­bi­li di con­ti­nue sor­pre­se pos­so­no pre­star­si a innu­me­re­vo­li ini­zia­ti­ve e atti­vi­tà. Per tut­to ciò la riap­pro­pria­zio­ne mate­ria­le e cul­tu­ra­le del­le grot­te non può che pas­sa­re attra­ver­so que­sta indi­spen­sa­bi­le e prio­ri­ta­ria ope­ra di map­pa­tu­ra del sot­to­suo­lo”.

Matteo Giansanti: la storia dell’Archeoclub

La rela­zio­ne cen­tra­le è sta­ta tenu­ta da Mat­teo Gian­san­ti che ha cura­to anche ricer­che e testo del­la bro­chu­re distri­bui­ta ai pre­sen­ti, un abstract del­la pub­bli­ca­zio­ne che a bre­ve sarà edi­ta dall’Archeoclub Col­li Alba­ni.
Inte­res­san­te l’excursus sto­ri­co del­le tap­pe che han­no foca­liz­za­to l’attenzione sul sot­to­suo­lo mari­ne­se con l’avvio di stu­di e ricer­che.

Si par­te dal 1962 con il for­tui­to ritro­va­men­to del Mitreo pro­prio a segui­to di lavo­ri di rea­liz­za­zio­ne di una grot­ta vina­ria, per­ti­nen­te ad una can­ti­na del cen­tro sto­ri­co del­la cit­tà.

Poi tra il 1973 e il 1983 con i lavo­ri di restau­ro dell’ex Chie­sa di San­ta Lucia nel quar­tie­re medie­va­le dove al di sot­to del­la nava­ta cen­tra­le ven­ne tro­va­ta una gran­de cister­na a pila­stri costrui­ta tra il I e il II sec. d.C. Poi anco­ra nel 1982 l’arch. Vin­cen­zo Anto­nel­li rin­trac­ciò nel quar­tie­re medie­va­le di San Gio­van­ni la pre­sen­za di un’altra cister­na sca­va­ta nel­la roc­cia sen­za la pre­sen­za di strut­tu­re mura­rie, pro­ba­bil­men­te una costru­zio­ne pub­bli­ca di par­ti­co­la­re pre­gio.

Infi­ne, nel 1999 con l’apertura del “Museo in grot­ta” da par­te del­la Pro Loco di Mari­no un dop­pio per­cor­so musea­le nei sot­ter­ra­nei di Palaz­zo Colon­na: “Memo­rie di guer­ra” e “Vita Vitis”.

Per arri­va­re al 2012 quan­do con i fon­di arri­va­ti dall’Unione Euro­pea fu pos­si­bi­le per il Comu­ne di Mari­no riqua­li­fi­ca­re i per­cor­si sot­ter­ra­nei con la rea­liz­za­zio­ne di “Mari­no sot­ter­ra­nea” che pre­ve­de­va due cir­cui­ti sot­ter­ra­nei di palaz­zo Colon­na e palaz­zo Mat­teot­ti la cui gestio­ne fu affi­da­ta nel 2017 all’Archeoclub Col­li Alba­ni.

Marino Sotterranea: la mappatura 3D

L’obiettivo del pro­get­to di map­pa­tu­ra 3D degli ambien­ti sot­ter­ra­nei di palaz­zo Colon­na e piaz­za Mat­teot­ti — ha det­to Mat­teo Gian­san­tiè sta­to quel­lo di avvia­re il cen­si­men­to e la descri­zio­ne del­le strut­tu­re sot­ter­ra­nee per­ti­nen­ti al cen­tro sto­ri­co del­la cit­tà di Mari­no. Che ver­rà imple­men­ta­to dall’esplorazione del­le cavi­tà rag­giun­gi­bi­li attra­ver­so ingres­si di pro­prie­tà pri­va­ta e da una ter­za fase rela­ti­va ai sot­ter­ra­nei di cam­pa­gna.

La stru­men­ta­zio­ne uti­liz­za­ta per la scan­sio­ne degli spa­zi ogget­to del lavo­ro è sta­to lo scan­ner laser BLK360 Lei­ca che per­met­te di acqui­si­re una nuvo­la di pun­ti in gra­do di resti­tui­re le for­me ed i volu­mi rile­va­ti.

Nel­la fase esplo­ra­ti­va del per­cor­so sot­ter­ra­neo di piaz­za Mat­teot­ti sono sta­ti map­pa­ti 773 metri linea­ri di gal­le­rie, una super­fi­cie tota­le di 2020 mq. Con un volu­me di mate­ria­le estrat­to pari a 5170 mc. Abbia­mo indi­vi­dua­to alme­no 6 livel­li di gal­le­rie le qua­li spes­so si avvi­ci­na­no tra loro, si inter­se­ca­no o sovra­sta­no ed il livel­lo mas­si­mo di pro­fon­di­tà indi­vi­dua­to è di cir­ca 15 m. rispet­to al pia­no stra­da­le. Le imma­gi­ni pro­dot­te dal rile­va­men­to 3D ci han­no con­sen­ti­to di rico­no­sce­re una uni­for­mi­tà nel­la rea­liz­za­zio­ne del­la mag­gior par­te del­le strut­tu­re ipo­gee: si trat­ta di una serie di gal­le­rie con vol­te a bot­te aven­ti un’altezza media di cir­ca 2,25 m. per una lar­ghez­za di cir­ca 1,50 m.

Ciò ha per­mes­so di indi­vi­dua­re model­li di sca­vo ben pre­ci­si pro­ba­bil­men­te appli­ca­ti dagli scal­pel­li­ni o fos­so­res in modo ripe­ti­ti­vo inte­gran­do­si spes­so l’uno con l’altro: il pri­mo Mod. a T con bina­ri linea­ri, il secon­do Mod. a T con bina­ri rove­scia­ti e il ter­zo Mod. a cro­ce.

Per quan­to attie­ne al per­cor­so sot­ter­ra­neo di Palaz­zo Colon­na con­di­vi­de, con quel­lo di piaz­za Mat­teot­ti, la pre­sen­za di una gran­de quan­ti­tà di ele­men­ti lapi­dei lavo­ra­ti. Qui sono sta­ti rin­ve­nu­ti tan­tis­si­mi ogget­ti rife­ri­bi­li al con­flit­to mon­dia­le, ogget­to di inven­ta­rio da par­te dell’Archeoclub. Le gal­le­rie pre­sen­ta­no dimen­sio­ni diver­se rispet­to a quel­le di piaz­za Mat­teot­ti, gene­ral­men­te ambien­ti più gran­di ed ampi, con fun­zio­ni di col­le­ga­men­to, cor­ri­doi, ambien­ti cir­co­la­ri uti­li a fini lavo­ra­ti­vi o come rifu­gio anti­ae­reo.”

A quali conclusioni si è approdati?

“Il lavo­ro pre­sen­ta­to – affer­ma Gian­san­tiè sta­to idea­to come pri­mo stu­dio uti­le a por­re le basi per avvia­re un pro­get­to di ricer­ca com­ple­to ed arti­co­la­to con l’interesse di far luce su un argo­men­to fino ad oggi semi-sco­no­sciu­to e pri­va­to del meri­ta­to inte­res­se. Con la con­vin­zio­ne che attra­ver­so la ricer­ca avvia­ta nel sot­to­suo­lo di Mari­no sarà pos­si­bi­le indi­vi­dua­re ulte­rio­ri dati uti­li alla cono­scen­za del­lo svi­lup­po del cen­tro sto­ri­co. Lo sta­to in cui ver­sa il com­ples­so sot­ter­ra­neo è fon­te di gra­ve pre­oc­cu­pa­zio­ne (peri­co­li di crol­li, infil­tra­zio­ni d’acqua, man­ca­ta manu­ten­zio­ne e sol­le­ci­ta­zio­ni dovu­te a lavo­ri stra­da­li e al traf­fi­co sopra­stan­te pon­go­no in pri­mo pia­no la que­stio­ne. La sto­ria di que­sti luo­ghi è anco­ra tut­ta da sco­pri­re. Si trat­ta di luo­ghi affa­sci­nan­ti che, se cor­ret­ta­men­te gesti­ti, saran­no in gra­do di misu­ra­re lo sta­to di salu­bri­tà del ter­ri­to­rio, per­met­te­ran­no di offri­re una let­tu­ra sto­ri­ca, archeo­lo­gi­ca e socio-eco­no­mi­ca del­la cit­tà e spe­cial­men­te potran­no garan­ti­re una nuo­va pro­spet­ti­va di cre­sci­ta del set­to­re turi­sti­co non solo di Mari­no ma di tut­ta l’area dei Castel­li Roma­ni”.

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