Ue, Confeuro: “Pac 2021/27 mostro burocratico da riscrivere”

Ue, Confeuro: “Pac 2021/27 mostro burocratico da riscrivere”

03/10/2024 0 Di Marco Montini

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Ue, Con­feu­ro: “Pac 2021/27 mostro buro­cra­ti­co da riscri­ve­re”

“Con­feu­ro ha segui­to e sta seguen­do con mol­ta atten­zio­ne la recen­te valu­ta­zio­ne del­la Cor­te dei Con­ti Ue sul con­tri­bu­to alla tran­si­zio­ne green, secon­do cui sostan­zial­men­te i Pia­ni Pac sono si più ver­di ma anco­ra distan­ti dagli obiet­ti­vi del Green Deal. Sia­mo di fron­te a una que­stio­ne assai deli­ca­ta e com­ples­sa, su cui Con­feu­ro ha sem­pre avu­to una posi­zio­ne chia­ra e con­cre­ta. A giu­di­zio del­la nostra Con­fe­de­ra­zio­ne, infat­ti, la Pac dell’Unione Euro­pea 2021/27 è sta­to ed è un mostro buro­cra­ti­co che non ha asso­lu­ta­men­te sor­ti­to sino­ra gli effet­ti spe­ra­ti, anzi. Non ha indi­riz­za­to il set­to­re pri­ma­rio ver­so un per­cor­so real­men­te eco­lo­gi­co (se non con risul­ta­ti mini­ma­li rispet­to al tar­get), e non ha sapu­to tute­la­re le istan­ze e i dirit­ti dei pic­co­li e medi agri­col­to­ri. E anco­ra, un prov­ve­di­men­to insuf­fi­cien­te e ana­cro­ni­sti­co, nato pri­ma del con­flit­to ucrai­no-rus­so, che non è riu­sci­to e non rie­sce tutt’oggi ad affron­ta­re le sfi­de e le cri­ti­ci­tà del com­par­to agri­co­lo. Insom­ma, per quan­to ci riguar­da, que­sta Pac può esse­re tran­quil­la­men­te can­cel­la­ta e riscrit­ta dac­ca­po, ispi­ran­do­si chia­ra­men­te ai prin­ci­pi del­la dife­sa del­la natu­ra e del­la valo­riz­za­zio­ne dell’ambiente, nell’ottica di un miglio­ra­men­to green del set­to­re pri­ma­rio, ma con prio­ri­tà diver­se: in pri­mis, quel­la di garan­ti­re una pro­du­zio­ne agri­co­la suf­fi­cien­te a tut­to il ter­ri­to­rio euro­peo e di ren­de­re auto­suf­fi­cien­ti i nostri agri­col­to­ri dal pun­to di vita red­di­tua­le, pun­tan­do al con­tem­po su mas­sic­ci inter­ven­ti assi­cu­ra­ti­vi per con­tra­sta­re gli effet­ti del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co. In sostan­za, è neces­sa­rio rigi­ra­re il para­dig­ma del­la poli­ti­ca agri­co­la euro­pea: non devo­no esse­re più solo gli agri­col­to­ri a uti­liz­za­re meto­di green a con­tra­sto del riscal­da­men­to glo­ba­le ma devo­no esse­re le isti­tu­zio­ni pri­ma di tut­to ad agi­re defi­ni­ti­va­men­te con­tro il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co al fine di tute­la­re i veri pro­ta­go­ni­sti del com­par­to pri­ma­rio; que­sto i nuo­vi ver­ti­ci di Bru­xel­les dovran­no com­pren­de­re se si vuo­le pun­ta­re dav­ve­ro a un rea­le e con­cre­to rilan­cio dell’agricoltura Ue”.

Così, in una nota, Andrea Tiso, pre­si­den­te nazio­na­le di Con­feu­ro, la Con­fe­de­ra­zio­ne degli agri­col­to­ri euro­pei e del mon­do.

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